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Giulia Dragoni ha solo 17 anni ma è universalmente considerata il miglior talento del calcio italiano femminile, e una perla rara nel nostro paese.

La maggior parte del pubblico che segue il calcio femminile ha imparato a conoscerla ai Mondiali del 2023, quando è stata l’unica nota positiva dalle deludente spedizione azzurra. A quel tempo, si era trasferita da pochi mesi a Barcellona, lasciando l’Inter, in cui è cresciuta (o sarebbe più corretto dire “stava crescendo”, visto che aveva appena 16 anni), arrivando a disputare 4 presenze in Serie A con la maglia nerazzurra. Oggi, un anno dopo quel cambiamento radicale, Giulia Dragoni sta rapidamente passando dall’essere il miglior prospetto del calcio italiano femminile ad essere una delle sue più concrete realtà.

Nel calcio azzurro ci sono poche figure con le sue prospettive di crescita, anche considerando, con le dovute proporzioni, l’ambito maschile. Non ancora maggiorenne (lo diventerà a novembre), Dragoni sta consolidandosi nella seconda squadra della squadra più forte d’Europa, con cui ha anche già esordito nella Liga Femenina, disputando 6 incontri stagionali tra campionato, Copa de la Reina e Women’s Champions League. Sicuramente in Italia avrebbe trovato più spazio, ma in un contesto meno decisamente meno competitivo. In quanto centrocampista, Giulia Dragoni milita oggi nella squadra che ha probabilmente la miglior linea mediana in Europa e forse addirittura al mondo, con giocatrici come Alexia Putellas, Aitana Bonmatì, Patri Guijarro e Keira Walsh.

Il suo ruolo è quello della mezzala destra, una centrocampista con spiccate caratteristiche offensive, dotata di un grande controllo di palla e di un dribbling preciso. La sua velocità in progressione la rende una giocatrice molto importante nel ribaltamento della manovra e nelle ripartenze. Ai Mondiali la si è vista molto precisa nei movimenti e nelle letture, anche se in alcuni momenti un po’ egoista: un dettaglio che limerà sicuramente con la crescita, specialmente con il suo inserimento in un club dal gioco molto corale come quello del Barcellona. Per il momento, questa propensione al gioco individuale, comunque non esagerata, dimostra una forte personalità, qualità tutt’altro che scontata alla sua età.

Giulia Dragoni: un futuro centrale nell’Italia

Un futuro in azzurro che, in realtà, è già un presente. La crescita della giovane centrocampista del Barcellona diventerà centrale per le ambizioni della squadra allenata oggi da Andrea Soncin: all’Italia è sempre stato riconosciuto, fin dai tempi del Mondiale sorprendente del 2019, di avere poche individualità di rilievo ma un gruppo capace di avere un valore superiore alla somma delle sue componenti. Questo è stato sicuramente un vantaggio in Francia, affrontando selezioni di grande valore come Australia e Brasile, che certamente non si aspettavano quello che le ragazze allora allenate da Milena Bertolini hanno saputo mettere in campo. Sul lungo periodo, però, è diventato una speci di boomerang.

Quando infatti la solidità del gruppo è venuta meno, anche per via di dissidi interni, e la leadership tecnica di alcune veterane non è riuscita a emergere a livello internazionale (pensiamo a Bonansea, Girelli e Gama), la manovra italiana si è fatta confusa. Giulia Dragoni è, in questo momento, una giocatrice chiave non solo per tasso tecnico e prospettive, ma anche per il suo ruolo in campo, che la mette al centro del gioco, legando la fase difensiva a quella offensiva. Una centrocampista con le sue qualità può rendere più fluido il gioco delle Azzurre, specialmente nei momenti di difficotà. Le sue ambizioni di crescita sono, in un certo senso, anche quelle della stessa Nazionale.