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“Bisogna riflettere sull’assetto tattico e strutturale per affrontare queste partite. Dobbiamo trarre indicazioni e vedere cosa fare”. Parole e musica di Gian Piero Gasperini, allenatore dell’Atalanta che dopo la scoppola presa in casa contro il Liverpool ha di fatto messo in discussione alcune impostazioni cardine del suo gioco.

Dopo una scorsa stagione portata a termine non solo al massimo delle potenzialità ma addirittura con qualche rimpianto, la Dea sta facendo un po’ di fatica nel proporre gioco e risultati. Solo il tempo dirà se la voglia di cambiare di Gasperini sia frutto di uno sfogo a caldo o di una reale necessità. Ben più importante, invece, sarebbe cercare di comprendere cosa possa davvero fare il tecnico per dare nuovo vigore a una squadra che sembra aver perso qualche certezza.

L’assetto tattico generale e l’equilibrio

Vale la pena iniziare da alcune considerazioni generali. Da quando Gasperini siede sulla panchina dell’Atalanta, gli orobici non hanno avuto mai partenze a razzo. In questa stagione, nelle prime 9 partite (e dunque con 27 punti a disposizione), l’Atalanta ha raccolto (in tutte le competizioni, cioè campionato e Champions League) 16 punti, frutto di 5 vittorie, un pareggio e 3 sconfitte (di cui 2 contro Napoli e Liverpool).

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Nella prima stagione – la 2016/2017 – alla guida dell’Atalanta, Gasperini aveva raccolto tra campionato e Coppa Italia 13 punti frutto di 4 vittorie, un pareggio e 4 sconfitte. Discorso identico ma con risultati leggermente peggiori per la stagione 2017/2018: 13 punti, stavolta ottenuti con 3 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte (Roma e Napoli). Anche meglio ha fatto Gasperini nella stagione 2018/2019: 16 punti (4 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta tra campionato ed Europa League). Nella scorsa annata, invece, 16 punti tra Serie A e Champions (5 vittorie, un pareggio e 3 sconfitte).

Partenze ovviamente di certo non negative ma nemmeno così impattanti in termini di continuità di risultati. A dispetto delle scorse stagioni, però, l’Atalanta sembra decisamente più sbilanciata in avanti nel modo di giocare. Non tanto a livello tattico (il modulo in pratica non è quasi mai cambiato) quanto proprio per gli uomini a disposizione. La squadra di Gasperini è imbottita di trequartisti, attaccanti e centrocampisti pronti a inserirsi. Anche chi si occupa della fase difensiva teoricamente non ha caratteristiche puramente arretrate (forse a esclusione del solo De Roon).

Considerando il fatto che il gioco di Gasperini coinvolge pienamente i centrali esterni (che di fatto diventano degli incursori in piena regola), gli spazi lasciati agli avversari sono stati moltissimi e l’Atalanta ha spesso subito molti gol senza però segnarne come prima. Un dato sottolineato proprio da Gasperini. Difficile pensare che una macchina così efficace come quella della Dea possa necessitare modifiche pesanti. I correttivi, però, potrebbero coesistere con le possibilità di gioco del tecnico.

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Il ritorno al 3-4-3 puro

Nelle sue esperienze passate, molto spesso Gasperini ha adoperato un 3-4-3 puro al posto dell’attuale 3-4-2-1. Un tridente “tradizionale” garantirebbe a Gasperini non solo una maggiore apertura di manovra, con tanto di doppia possibilità esterna tra ali e terzini, bensì pure la possibilità di allargare le squadre avversarie pure in fase difensiva, per coprire maggiormente gli spazi laterali tramite i quali molto spesso le contendenti dell’Atalanta trovano praterie incustodite.

Gasperini aveva utilizzato il 3-4-3 soprattutto a Crotone, al Genoa (forse, dopo l’Atalanta, la sua migliore creatura) e nell’esperienza scriteriata al Palermo, definita proprio da Gasperini “l’unica stagione che ho davvero bucato”. Ovviamente gli uomini erano diversi, così come lo erano le ambizioni di classifica. Il problema vero sarebbe più che altro quello di adattare alcuni trequartisti al ruolo di esterno alto. Ci sono però giocatori che, effettivamente, potrebbero adoperarsi in maniera dignitosa viste le loro caratteristiche (Miranchuk, Ilicic, lo stesso Hateboer se non addirittura Gomez e Mojica).

L’ipotesi (quasi) impossibile: riconsiderare la difesa a 4

Agli albori della sua esperienza bergamasca, Gasperini aveva deciso di adottare moduli con la difesa a 4 al posto della sua tipica difesa a 3. Per esempio, nelle primissime gare di campionato, aveva provato a schierare la squadra con il 4-3-3 e il 4-4-1-1 prima di trovare la quadra con 3 uomini dietro.

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Riconsiderare la difesa a 4 non sarebbe un sacrilegio, sia perché l’Atalanta abbonda di terzini o esterni bassi ma anche perché garantirebbe un maggiore equilibrio in fase difensiva che, attualmente, agli uomini di Gasperini manca in maniera piuttosto chiara. Peraltro – ad esempio – un 4-4-1-1 esalterebbe incredibilmente le caratteristiche delle prime e delle seconde punte di Gasperini, in particolare di Ilicic e Muriel. Di conseguenza, l’Atalanta potrebbe guadagnare maggiore equilibrio in fase arretrata senza però perdere pericolosità e imprevedibilità in quella offensiva. Con un baricentro magari più basso che, però, significherebbe anche una potenza fatale in fase di contropiede.

Gli uomini giusti per le partite giuste

L’Atalanta ha una rosa piuttosto buona ma, in alcune partite di questo inizio stagionale, Gasperini ha fatto delle scelte che ai più sono parse – se non incomprensibili – addirittura una sorta di messaggio alla società. Con il Napoli, prima della Champions League, ha inserito Ilicic titolare per la prima volta dopo il suo stop forzato, azzardando dal primo minuto anche Duvan Zapata (stanchissimo dopo gli impegni con la Colomba) e il nuovo arrivo Depaoli (parso non irresistibile sulla fascia come vice Hateboer).

Contro la Sampdoria, invece, nel post partita Gasperini aveva chiaramente spiegato il suo punto di vista: “Oggi ho fatto un po’ di cantiere, come esperimenti, e non siamo riusciti a mantenere le distanze nel modo giusto. Per giocare un campionato ad alti livelli non si possono fare troppi esperimenti“.

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Nell’intervento precedente, Gasperini di fatto evidenzia due segreti di Pulcinella. Il primo è che l’Atalanta, ovviamente, vuole fare un campionato di alto livello e puntare alle primissime posizioni dopo il terzo posto della scorsa stagione. Al di là, altrettanto ovviamente, delle frasi di circostanza. Il secondo riguarda il fatto che, evidentemente, alcuni giocatori non vengono ritenuti all’altezza dei titolari, nonostante la stima che la società e il tecnico potrebbero avere nei loro confronti.

Matteo Pessina, il trequartista razionale

Il caso più eclatante può essere quello di Matteo Pessina. Reduce da una grande stagione con il Verona, finora il 23enne non ha ancora messo piede in campo in questa stagione, pur essendo stato già allenato da Gasperini proprio all’Atalanta. Anche Muriel, in proporzione, sta giocando davvero poco rispetto all’anno scorso, nonostante la sua evidente vena realizzativa. E anche Mojica, acquistato per sopperire alla cessione di Castagne, non sembra essere ancora pronto per la serie A.

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Gasperini dunque dovrà inevitabilmente scegliere i calciatori giusti per ogni singola partita, senza fare troppi esperimenti, per dare all’Atalanta la giusta continuità che serve per fare il salto di qualità.

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Il pericolo della tracotanza

Non solo in questa stagione ma in termini generali Gasperini, forte di una nuova considerazione come allenatore e di una squadra sicuramente valida, ha fatto il passo più lungo della gamba, peccando di hybris. Alla vigilia della gara contro il Liverpool, per esempio, aveva spiegato che non avrebbe firmato per il pareggio, pur andando ad affrontare una delle squadre più forti del mondo e qualitativamente superiore alla sua in ogni reparto.

Da sempre ambizioso e volenteroso, Gasperini è stato spesso punzecchiato sui social e sulla stampa proprio per alcune sue dichiarazioni ai limiti della tracotanza oppure del risentimento (ricorda, per esempio, la sua esperienza brevissima all’Inter con molta negatività). L’Atalanta è una splendida realtà, una delle migliori d’Europa ma forse, in certe partite (come poi osservato proprio da Gasperini), l’atteggiamento da avere sarà diverso. Magari proprio a partire da alcune dichiarazioni del tecnico. A volte, infatti, volare bassi è il modo migliore per arrivare più in alto possibile.

Gasperini, in verità, se ne sta già accorgendo: ha infatti spesso sottolineato i limiti dei suoi in questo inizio di stagione. Con un atteggiamento più umile ma comunque mantenendo la sua filosofia, l’Atalanta è destinata ancora a dire la sua sia in Italia che in Europa.

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