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Fifa cambia nome e non sarà più Fifa. La bomba sganciata ad inizio ottobre dai siti dell’EA è ora confermata dalla registrazione di un nuovo marchio da parte della compagnia canadese.

É di queste ultime ore la notizia riportata da diversi portali relativi al mondo videoludico secondo la quale la EA Sports avrebbe scelto di cambiare definitivamente il nome di Fifa, sganciandosi dall’istituzione calcistica reale per eseguire un rebranding del franchise.

Ma andiamo con ordine.

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Fifa cambia nome: le varie tappe

In questa disamina partiamo dal competitor generato dalle menti di Konami: Pro Evolution Soccer ha cambiato nome nell’anno corrente diventando E-Football, e spostandosi sul Free-to-play, nella speranza di poter recuperare terreno nei confronti di Fifa. 

Se questo rebranding di Konami non ha ancora dato i frutti sperati in concreto, sicuramente è indice di un cambiamento in atto nel duopolio fin qui dominato da Fifa nel mondo delle simulazioni calcistiche. 

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Dunque cosa ha fatto la EA? Il 7 ottobre scorso, direttamente dai canali ufficiali della compagnia, il general manager di EA Sports Group Cam Weber ha così parlato: 

“Stiamo esplorando la possibilità di rivedere anche la denominazione dei nostri giochi di calcio EA Sports globali. Questo significa che stiamo rivendendo il nostro accordo con la Fifa che è separato da tutte le altre nostre partnership ufficiali e licenze nel mondo del calcio.”

Una dichiarazione che, sul momento, non ha destato più che qualche tremolio nella fan base, vista l’uscita del gioco della settimana precedente e i grandi incassi maturati nell’anno appena trascorso. 

Fifa 22

Fonte immagine: gioco ufficiale EA Sports Fifa 22

Guadagni, marchio e… pulizia 

Lo scorso anno la EA Sports ha guadagnato 5,6 miliardi di dollari, 2 dei quali provengono dalla vendita di copie fisiche di Fifa 21 e dalle microtransazioni esistenti in Fifa: Ultimate Team. Un introito enorme, che permette alla compagnia canadese di investire sulla licenza Fifa, costituendo parte fondamentale dei 159 milioni di introiti di vendita di licenze della federazione. 

Ma se il guadagno permette alla compagnia canadese di poter prendere decisioni senza temere ripercussioni dal punto di vista economico, la questione relativa al cambio nome si iscrive in una questione di più ampio respiro.

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La Fifa negli ultimi anni ha visto il proprio nome declassarsi progressivamente a causa di scandali e mala gestione relativa ai Mondiali in Qatar, facendo si che tra i più giovani sia più famoso il marchio Fifa legato al videogioco che alla federazione stessa.

In più, le licenze che la Fifa offre al videogioco sono relativamente poche rispetto agli accordi che Weber ha definito in costante miglioramento con partner terzi che portano a Fifa una cosa come 17 mila giocatori ufficiali (per non parlare di stadi, squadre, leghe). 

Se sommiamo dunque tutto questo, il rebranding del marchio EA Sports è di certo comprensibile.

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Fifa 23 non esisterà?

Dunque non esisterà Fifa 23? In realtà, a livello ufficiale, il nuovo nome del videogioco è ben presente da qualche stagione: EA Sport Fifa è il nome ufficiale del gioco già da tempo ormai. 

Dunque, il passaggio all’ipotetico EA Sports FC è già predisposto. Un nome nuovo, che nelle idee di Weber corrisponderà ad un’innalzamento della qualità del prodotto come visto di anno in anno sin dal 1993, quando si chiamava Fifa International Football e la EA riuscì a strappare le licenze quasi gratuitamente. 

Una richiesta eccessiva

La scadenza degli accordi in vista dopo Qatar 2022 ha fatto mettere sul tavolo delle trattative domanda e offerta dei contendenti. Se la EA Sports ha pagato negli ultimi dieci anni una media di 150 milioni di euro l’anno per assicurarsi i diritti della federazione, ora la FIFA ha decisamente alzato il tiro.

250 milioni all’anno per dieci anni, un miliardo a Mondiale insomma con mezzo miliardo che ballerebbe per i due anni ulteriori. Un totale di 2,5 miliardi richiesti dall’organo internazionale in virtù dei guadagni mostruosi del prodotto EA Sports, che per questo ha scelto di fare un passo indietro.

L’inchiesta, fatta trapelare dal New York Times in esclusiva grazie al giornalista Tariq Panja, ha di fatto scoperto le carte in mano ai due giocatori: adesso starà alla EA decidere se effettivamente proseguire nella propria scelta.

Fifa cambierà dunque nome? Ciò che è certo è che non si discosterà dal solco tracciato a livello di qualità di contenuti e ampiezza dell’offerta videoludica.

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