Federico Chiesa si appresta a diventare un nuovo calciatore della Juventus, che si assicura così uno dei talenti italiani più cristallini degli ultimi anni: ma quali sono i progetti bianconeri?
Federico Chiesa alla Juventus. Una voce di calciomercato che ormai si insegue da anni sta, clamorosamente, diventando realtà : l’affare andrà a definirsi nelle ultime ore di questa particolare sessione estiva e, secondo i beninformati, si conoscerebbero già addirittura le cifre di massima con le quali i bianconeri si starebbero accordando con la Fiorentina.
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Per la cessione di Chiesa, Rocco Commisso incasserà circa 60 milioni di euro ma dilazionabili in quattro anni, una concessione – quella del presidente viola – fatta in un momento storico molto particolare. Fabio Paratici, in tal senso, sta già lavorando per alleggerire un po’ il monte ingaggi, in modo tale da poter inserire a bilancio un’operazione pesante come quella che porta al nazionale azzurro.
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Chiesa – Juventus, un ritorno di fiamma
Come si diceva in precedenza, Federico Chiesa è in orbita Juventus ormai da diversi anni. Almeno due, con il matrimonio che si sarebbe potuto già celebrare lo scorso anno, se non fosse che Commisso – fresco di nomina da presidente dopo aver rilevato la società – pose il veto sulla cessione per non alterare troppo una piazza già abbastanza emotiva di suo.
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Ora però le carte in tavola sono cambiate: Chiesa voleva lasciare Firenze ma è rimasto per un tacito accordo raggiunto con la dirigenza della Fiorentina. Che, ora, deve però assecondare le volontà del proprio tesserato. Alla Juventus starebbe bene una formula alla Morata, consistente nel pagamento di 10 milioni di prestito subito e altri 10 nella stagione successiva, per poi legare il riscatto ad altri 35 milioni più 5 di bonus. Commisso chiede l’obbligo nel 2022, ma l’impressione è che si parli solo dettagli.
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Federico Chiesa, quanto serve alla Juventus?
Una volta sbarcato a Torino, Federico Chiesa comincerà a lavorare agli ordini di Andrea Pirlo. Ma serve veramente alla Juventus? Senza dubbio, il classe 1997 figlio d’arte porta in dote alcune qualità come la vivacità negli spazi, un ottimo dribbling e la capacità di essere dominante in campo aperto. Il che, uniti al fatto che va al tiro con facilità e possiede un ottimo temperamento, ne fanno un profilo interessante.
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Cosa che, peraltro, potrebbe garantire anche a Pirlo, il cui gioco – dal poco che si è visto – premia doti di corsa e atletismo, che però devono sempre essere accompagnate da una buona tecnica di base. In tal senso Chiesa deficita abbastanza, senza contare che la sua attitudine potrebbe metterlo in difficoltà nelle connessioni di un attacco tendente a giocare a linee molto strette. Lui ha bisogno di spazio, ma se nessuno lo crea che succede?
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Il nodo tattico da risolvere
Innanzitutto Pirlo dovrà dare indicazioni più precise sul modulo definitivo, perché nelle prime uscite in campionato è stata alternata la difesa a tre con quella a quattro. Detto ciò, Federico Chiesa potrebbe adattarsi a entrambi i contesti tattici, agendo a tutta fascia in caso di 3-4-3 – un ruolo che, anche grazie a Iachini, lo sta valorizzando molto – e all’occorrenza adattarsi anche più alto, sulla linea delle punte, dove però Pirlo ha già fatto capire di preferire un mancino naturale per via dell’assetto asimmetrico.
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Lo stesso discorso quindi varrebbe in caso di 4-4-2, modulo nel quale Cuadrado gli coprirebbe le spalle permettendogli di sfoderare le sue grandi doti di corsa senza doversi spremere troppo in ripiego. Mentre a sinistra non c’è una vera alternativa ad Alex Sandro – De Sciglio è adattato ma comunque fuori dagli schemi di Pirlo, mentre Frabotta è agli esordi -, con l’arrivo di Chiesa la fascia destra sarebbe ulteriormente congestionata, con Kulusevski, Douglas Costa e Bernardeschi in concorrenza.
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Un investimento da valutare
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Ergo, in senso assoluto Federico Chiesa è decisamente un sì, in attesa di capire se anche cambiare aria può dargli un ulteriore input per migliorare e salire un altro step in carriera. Dal punto di vista tattico, invece, forse la Juventus avrebbe avuto bisogno di altro. Economicamente parlando, invece, è una buona operazione, perché all’alta valutazione della Fiorentina corrispondono modalità che, viste le difficoltà della Juventus, aggradano la dirigenza bianconera.
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A Torino comunque Chiesa dovrà anche smussare alcuni lati del proprio carattere che lo hanno reso “antipatico” ai più: dalle cadute accentuate in area di rigore alle proteste, fino ad atteggiamenti che in campo innervosiscono gli avversari. Ecco perché, eventualmente, andrà fatto un lavoro profondo anche dal punto di vista mentale. Anche da questo dipenderà il futuro di Federico Chiesa, ormai pronto per misurarsi con una nuova avventura.
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