Bello da vedere, ma con una gestione torbida alle spalle: lo strano caso del Famalicao
La Liga NOS portoghese è stato uno dei primi campionati a ripartire dopo il lungo lockdown figlio della pandemia mondiale legata al Coronavirus. Tra le squadre che si erano contraddistinte prima che tutto si fermasse, ce n’era una le cui prestazioni avevano fatto il giro d’Europa: si tratta del Famalicao, piccola matricola con sede Vila Nova, 140mila abitanti nel distretto di Braga. La piccola compagine biancazzurra aveva fatto girare la testa alle big già nel girone di andata. Poi, come se non bastasse, alla ripresa si è sbarazzata del Porto, mescolando nuovamente le carte per quanto riguarda la lotta al titolo. All’Estadio Municipal 22 de Junho i ragazzi di Joao Pedro Sousa si sono imposti per 2-1, grazie alle reti di Fabio Martins e Pedro Gonçalves, due dei giocatori più interessanti presenti in rosa.
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Neopromossa tra le grandi: il Famalicao sogna l’Europa
Quello di mercoledì scorso non è però l’unico scalpo importante ottenuto in stagione: nella prima parte del campionato, il Famalicao era riuscito a viaggiare su ritmi altissimi, inanellando una serie di risultati impressionanti che avevano portato la squadra a prendersi il primo posto per più di un turno consecutivo. Poi il calo, dovuto principalmente alla rosa corta e a un paio di infortuni importanti, hanno ridimensionato le ambizioni di un club che, da qui alla fine, sembra però poter avere le carte in regola per giocarsi l’accesso alla prossima Europa League.
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D’altronde, a parte gli scontri diretti persi male in casa di Porto e Benfica all’andata, i famalicenses avevano praticamente sempre ben figurato: nelle prime partite infatti erano arrivate ben 7 vittorie e 2 pareggi, mentre a inizio marzo – nel catino di Vila Nova – il 3-1 rifilato al malcapitato Sporting aveva portato all’esonero di Paulo Silas, allenatore dei Leões di Lisbona. Per questo, nonostante qualche gol subito di troppo, Fabio Martins e compagni possono ragionevolmente sperare nel grande obiettivo, con un quarto posto – che vale l’accesso alla fase a gruppi d’Europa League – distante solo tre punti.
Poseen uno de los proyectos que más llaman la atención en Portugal y toda Europa, así que nos costó elegir "El Tridente" en este caso.
Decidimos hacerlo diferente, sin ningún jugador de ataque, tocando parte de la columna vertebral del @FCF1931_Oficial. pic.twitter.com/yvarlSyPKW
— La Pirámide Invertida (@FM_champagne) May 18, 2020
Esperimento in laboratorio: al comando c’è un magnate israeliano
Eppure, come si suol dire, non è tutto oro quel che luccica. Già, perché se dal punto di vista prettamente sportivo quella del Famalicao può sembrare una favola in stile Chievo Verona, a muovere i fili di questo club si alternano personaggi che con il calcio hanno poco a che fare. In un approfondimento molto interessante pubblicato qualche mese fa, Pippo Russo ha definito questa realtà come una ‘OGM post-moderna’, una sorta di esperimento in laboratorio all’interno del quale si muovono nell’ombra il magnate israeliano Idan Ofer e l’immancabile Jorge Mendes.
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Se il proprietario del Famalicao possiede contestualmente anche il 32% del pacchetto azionario dell’Atletico Madrid, il plenipotenziario agente lusitano – con questa partnership – ha rafforzato la sua presenza nel calcio europeo. Che siano i fondi di investimento a permettere al club di esistere è palese, a tal punto che nel 2017, anno del cambio di proprietà, la prima delibera dell’assemblea dei soci è stata quella di passare direttamente allo status di società sportiva anonima, in modo tale da avere più possibilità di fare triangolazioni che, sempre più spesso, sfociano in evasioni fiscali e conflitti di interessi.
In tutto ciò Ofer è il personaggio che va maggiormente inquadrato: classe 1955, alla morte del padre – uno degli uomini più influenti d’Israele – ha deciso di spartirsi il patrimonio di famiglia con il fratello e di rinsaldare la presenza di famiglia nel business dei trasporti e della logistica navale. Negli ultimi anni il suo patrimonio è aumentato a dismisura e, attualmente, Bloomberg lo ha inserito alla posizione 469 dei miliardari nel mondo. Quattro mogli, filantropo per passione, da alcuni anni è a capo della Quantic Pacific Group, holding con sede a Guernsey e menzionata ai tempi dello scandalo ‘Panama Papers’. Insomma, capito il soggetto?
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https://www.youtube.com/watch?v=XqH5AnGfI2Q
Il ruolo di Jorge Mendes e i talenti in rosa: così nasce il Famalicao
Se Ofer è il volto di un castello di carte probabilmente destinato a crollare sulla media distanza, Jorge Mendes rappresenta il braccio operativo del Famalicao. Il procuratore portoghese ha interessi in mezza Europa, ma il suo paese lo ha letteralmente colonizzato: con quella biancazzurra, sono una decina le squadre più o meno riconducibili a una sua gestione, diretta o indiretta che sia. E anche a Vila Nova Jorge Mendes ha usato il solito modus operandi, riempiendo la rosa di suoi assistiti o, comunque, di calciatori che hanno bisogno di minuti per rilanciarsi.
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E, paradosso dei paradossi, lo schema sembra clamorosamente ben riuscito. Il Famalicao ha un tifo molto ridotto, le presenze allo stadio sono mediamente basse e, in zona, o si tifa per le grandi o si supporta lo Sporting Braga. Per questo è l’ambiente ideale per far acquistare valore ai giovani. Ce ne sono parecchi che si stanno mettendo in mostra in questa stagione. Per esempio, è impressionante la crescita di Nehuén Pérez, centrale argentino classe 2000 autore di un prestazione spaziale contro il Porto. Poi c’è Uros Racic, mediano serbo di 22 anni di casa Valencia nonché uno dei migliori interpreti dell’attuale Liga NOS.
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Infine, non possono non essere menzionati Gustavo Assunção (2000) e Nicolas Schiappacasse (1999), anche loro provenienti dal settore giovanile dei Colchoneros. Il giocatore del momento però è Pedro Gonçalves, 22 anni ex Wolverhampton, esterno offensivo di gamba, dribbling e fantasia. Avete notato qualcosa di particolare? Esatto, tutti i calciatori menzionati poco più su provengono da club nei quali la parola di Mendes conta parecchio. Come riportato da Transfermarkt, su 24 calciatori attualmente presenti in rosa solo 4 sono di proprietà. Non è difficile immaginare, quindi, cosa succederà una volta che i vertici si stancheranno del giocattolino.
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