Dopo sei salvezze consecutive l’Eibar potrebbe retrocedere, chiudendo un ciclo straordinario portato avanti grazie alla figura di Mendilibar
Tra le cose più appassionanti di questo finale di stagione in Liga non c’è solo la lotta per il titolo, ma anche – e, paradossalmente, forse soprattutto – la lotta salvezza. Tra le tante squadre invischiate nelle zone basse della classifica c’è anche l’Eibar di José Mendilibar, squadra che per lunghi tratti ha occupato l’ultima posizione ma, a oggi, ancora viva e vogliosa di mettere insieme l’ennesimo capolavoro.
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Nonostante il perenne peggior attacco del campionato e una delle peggiori difese della Liga, infatti, l’Eibar ha la quartultima posizione ancora a tiro. Il che, oltre che essere una situazione praticamente inspiegabile visto il rendimento della squadra, infonde se non altro fiducia per una volata finale nella quale i baschi avranno però un calendario proibitivo.
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Il ripescaggio e l’era Mendilibar
Ergo, soprattutto visto l’andamento stagionale – tra gennaio e aprile la squadra ha passato 17 partite senza riuscire a vincere -, la retrocessione questa volta sembra comunque inevitabile. Così Mendilibar, l’architetto del miracolo Eibar, saluterà sia da eroe che da secondo allenatore della storia a far retrocedere l’Eibar in seconda divisione. Infatti, curiosamente, da quando la squadra è stata promossa in Liga, sono arrivate sei salvezze di fila, le ultime cinque ottenute proprio da Mendilibar.
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Il che, diciamo, è stato quasi un caso, visto che gli azulgrana nel 2015 formalmente arrivarono terzultimi, ma vennero ripescati dopo la retrocessione a tavolino dell’Elche a causa di alcuni problemi economici legati alla gestione del club valenciano. Così, per il post Garitano, venne scelto Mendilibar: “Non pensavo di fermarmi per così tanto tempo nello stesso posto – ha detto in una recente conferenza stampa, nella quale non ha formalmente annunciato l’addio, ma quasi.
Cosa non ha funzionato
Mendilibar ha contribuito, grazie al suo lavoro di valorizzazione e alla fiducia concessagli dalla proprietà, nel far entrare il cosiddetto “Modello Eibar” all’interno dello IESE, l’istituto di economia spagnola, per la grande capacità gestionale dal punto di vista aziendale. Il problema è che, ogni anno, le risorse per operare sono minime e quindi il mercato è praticamente fatto a saldo zero, o quasi.
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Anche quando vengono incassate cifre importanti dalle cessioni, la priorità della società è quella di utilizzare le risorse per puntellare l’azienda e renderla competitiva dal punto di vista della sostenibilità. Per questo Mendilibar ha sempre dovuto fare di necessità virtù: solo negli ultimi due anni, infatti, hanno lasciato il club Orellana, Escalante, Joan Jordan, Rubén Peña, Cucurella ed Hervias, tutti titolarissimi o quasi. Cessioni pesanti, sulle quali l’allenatore ha potuto fare poco.
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Cosa si salva della stagione dell’Eibar
A tutta questa situazione che riguarda principalmente la qualità della rosa hanno fatto da contraltare poche novità in senso positivo. Una di queste riguarda l’esplosione definitiva di Bryan Gil, eclettico esterno offensivo che in diversi casi ha salvato l’Eibar grazie ai suoi gol e, soprattutto, a giocate di altissima scuola. Peccato che Gil non sia un calciatore di proprietà, ma tornerà a Siviglia alla fine della stagione.
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Lo stesso discorso vale per Alejandro Pozo, anche lui di proprietà biancorossa, laterale giovane e arrembante che con Gil ha composto una coppia di tutto rispetto. Cosa rimane, dunque? In senso lato, poco, nel senso che l’Eibar è una squadra mediamente vecchia, con uno zoccolo duro destinato a rimanere anche in seconda divisione ma, guardando la situazione nel lungo periodo, difficilmente si potrà pensare a un piano di risalita duraturo senza svecchiare profondamente la squadra.
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Dell’Eibar che verrà, dunque, faranno parte il capitano Sergi Einrich e Kike Garcia, due attaccanti con la doppia cifra potenziale nei piedi, più gli esperti José Angel, Bigas e Arbilla, mentre per gli altri si ascolteranno offerte. Tra i papabili partenti, probabilmente, ci saranno il regista Edu Exposito e il portiere rigorista Dmitrovic, entrambi – pare – già con qualche offerta sul piatto.
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