Da magazziniere a oggetto del desiderio di mercato: il Pordenone mette in vetrina Davide Diaw, bomber di provincia con la Serie A nel destino
Si chiama Davide Diaw, ha appena compiuto 29 anni e, in queste ultime battute di mercato invernale, sta catalizzando su di sé le attenzioni di molte squadre. Il suo nome è infatti finito sui taccuini di diverse dirigenze, tutte interessate ad acquistare quello che, di fatto, viene visto come il nome nuovo della Serie B. In effetti, quest’anno Diaw sta facendo molto bene vestendo i colori del Pordenone, realtà di provincia nella quale il centravanti friulano è approdato la scorsa estate.
Attaccante di periferia, già abbastanza avanti con l’età, Diaw sta dimostrando una certa continuità realizzativa che gli ha permesso di attirare su di sé gli interessi di diversi club anche di Serie A, categoria nella quale il bomber dei Ramarri non ha mai militato. Tardi per arrivarci? Forse, ma non è affatto detto visti gli esempi degli ultimi decenni: da Luca Toni a Ciccio Caputo passando per Cristian Riganò, sono tanti i centravanti affacciatisi nel massimo campionato a una certa età.
Dove può finire Davide Diaw
A pochi giorni dal gong finale la situazione di mercato che riguarda Davide Diaw è ancora abbastanza fluida. Infatti, il Pordenone potrebbe decidere di liberarsene dopo pochi mesi in cambio di una cifra che aiuti le casse del club a respirare. In queste ore, l’attaccante classe 1992 è stato molto vicino al Torino, che lo aveva individuato come piano B di Antonio Sanabria.
Poi i granata hanno chiuso per il paraguayano e mollato Diaw, nelle scorse settimane vicino anche a vestire i colori bianconeri dell’Udinese, club che gli avrebbe permesso di rimanere a giocare vicino a casa. Evidentemente, il momento non è mai stato propizio, ma potrebbe diventarlo a breve, visto che sulla scrivania dei Ramarri qualche offerta è ancora arrivata.
La prima, sempre dalla Serie A, porterebbe il ragazzo dritto al Parma, alla ricerca di un numero nove in grado di fare da referente offensivo dando respiro a uno tra Cornelius e Inglese. La seconda, invece, potrebbe essere un investimento nel medio-lungo periodo: infatti su Diaw ci sarebbe anche il Monza, attualmente in cadetteria ma tra le favorite per salire al piano superiore. In tal modo, il centravanti del Pordenone rinvierebbe probabilmente l’arrivo in Serie A solo di qualche mese.
Fisico, duttilità e sacrificio
Ma perché un 29enne che ha giocato la maggior parte della carriera in Serie C piace a tanti? In primis, per un fisico straripante – 191 centimetri di altezza e muscoli – che lo rende spendibili in contesti di alto profilo. In secondo luogo, perché è un attaccante molto particolare a livello di caratteristiche; infatti, vedendolo muoversi in campo si direbbe che è un centravanti puro, quando in realtà può sì giocare con un profilo più rapido al fianco, ma anche con un’altra punta d’area.
Per esempio, il Torino lo avrebbe utilizzato per portare più presenza in area avversaria lasciando così Belotti libero di svariare. Avrebbe funzionato? Difficile dirlo su due piedi, ma è l’idea che i granata continueranno a perseguire con Sanabria. La sua stazza permette poi di aprire spazi nei quali i compagni possono buttarsi in inserimento. In tal modo, anche se Diaw segna mediamente poco – in Serie B ha una media di un gol ogni 2,7 partite -, può far segnare tanto.
Infine, chi prende Diaw si assicura un maniaco del lavoro, un ragazzo che sa cosa voglia dire sacrificarsi con impegno e abnegazione visto che, fino a pochi anni fa, giocava a calcio solo nel tempo libero mentre lavorava come magazziniere, caricando e scaricando merci per poi andarsi ad allenare. Una vita che oggi non ha più bisogno di fare, ma che lo ha segnato profondamente, trasformandolo in un professionista a tutto tondo. Con, ovviamente, la Serie A nel destino.
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