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Alessandro Diamanti ha rinnovato per due anni il contratto con i Western United, franchigia australiana che lo ha scelto come uomo immagine. Una scelta di vita, in un campionato che fatica a crescere

Mentre il mondo è ancora paralizzato dall’emergenza sanitaria legata al Coronavirus e migliaia di italiani, negli ultimi mesi, sono rientrati in fretta e furia con voli charter predisposti, in giro c’è anche chi ha deciso di fare una scelta di vita importante. È infatti notizia di qualche giorno fa il prolungamento di contratto di Alessandro Diamanti con i Western United, neonata franchigia australiana che da quest’anno milita in A-League.

L’ex leader e capitano del Livorno ha deciso, dopo essere sbarcato nell’ovest di Melbourne solo un anno fa, di dare continuità a un finale di carriera che, prima del lockdown, lo stava vedendo ancora protagonista, seppure in un contesto calcistico minore. Il rinnovo è stato firmato per ben due anni, quindi è plausibile pensare che quella con i Western United sarà l’ultima vera esperienza sul terreno di gioco del talento originario di Prato.

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Diamanti conquista l’Australia: Melbourne è ai suoi piedi

La prima stagione in A-League, interrotta a metà marzo in seguito all’esplosione di un violento focolaio di CoVid-19 nelle zone di Sydney e Melbourne, stava andando decisamente bene per gli United, in perfetta tabella di marcia per qualificarsi alla seconda fase del campionato, che prevede i playoff. Diamanti, dal canto suo, non ci ha messo molto a prendere per mano le redini della squadra, vestendone i panni del trascinatore.

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A oggi, Alino ha messo insieme 19 presenze complessive, corredandole da 5 reti e 7 assist. Alcuni dei suoi gol, disegnati dal sempre educato piede mancino che Madre Natura gli ha donato, sono finiti nella compilation ufficiale della lega su Youtube, che ha utilizzato Diamanti come calciatore copertina per lanciare la stagione 2019/20. Nonostante i Western United siano ancora ‘giovani’ e debbano quindi creare un engagement con il potenziale pubblico, l’ex Bologna sta aiutando il brand neroverde a crescere grazie, in primis, alla vendita della sua maglia numero 23, tra le più richieste in assoluto.

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Calciatore giramondo e l’amicizia con Konè

Reinventarsi a 37 anni non è facile per tutti, ma Alessandro Diamanti ha un background calcistico tale da permettergli di potersi adattare a qualunque situazione. Volato in Australia provvisoriamente senza famiglia, il trequartista toscano ha fatto tesoro delle esperienze maturate in Inghilterra ma soprattutto in Cina, quando di fatto diventò l’apripista per tanti stranieri che poi decisero di andare ad alzare il livello della Chinese Super League.

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A Melbourne, però, Diamanti non ci è finito per caso: “Quando mi arrivò la chiamata mia moglie mi disse che dovevo accettare, senza nemmeno pensarci – ha raccontato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport -, così incontrai i dirigenti e in pochi minuti trovammo l’accordo”. Una volta sbarcato a Melbourne, ad accoglierlo c’era l’amico fraterno Panagiotis Konè, col quale Alino aveva giocato a Bologna. I due vanno d’accordo soprattutto in campo, ma anche fuori il lavoro del greco è stato fondamentale per accellerare l’ambientamento del nuovo compagno di squadra.

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A-League, un progetto che non decolla

La A-League tornerà alle ostilità il 16 luglio, ma quello che ricomincerà sarà un campionato monco, di quelli che devono ripartire perché non si può fare altrimenti. Il calcio in Australia non è ovviamente lo sport nazionale e, nel processo di crescita all’interno della terra dei canguri, ci si è un po’ fermati alla Coppa d’Asia ospitata e vinta nell’ormai lontano 2015. Diamanti, insieme ad altri calciatori di spicco, serve per rilanciare l’immagine di un torneo sulla carta ambizioso, ma pieno di limiti strutturali.

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Per esempio, con la sola eccezione di Sydney FC, Western Sydney e Melbourne Victory, si fa fatica a portare negli stadi più di 10mila persone in contemporanea, perché l’interesse collettivo rimane minimo e soprattutto quasi esclusivo per immigrati di origine europea. Questo semidistaccamento dell’opinione pubblica ha causato diverse defezioni di carattere economico, ultimo in ordine cronologico il divorzio dal colosso Hyundai, che patrocinava la A-League dal 2004, ovvero l’anno di fondazione.

Questo ha causato molti rallentamenti nell’espansione a 16 squadre prevista per i prossimi anni. Il format si ispira alla MLS e quindi a livello di introiti ci sono molti limiti, rimarcati dall’abbassamento ulteriore del salary cap. L’impressione è che, da qui in poi, sarà difficile riuscire a portare in Australia giocatori come Alessandro Del Piero, David Villa o Emil Heskey, calciatori copertina utilizzati non solo per scopi sportivi. Diamanti, invece, ha fatto una scelta di vita. L’ennesima di una carriera fuori dal comune.

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