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I debiti dell’Inter fanno ancora discutere sulla stampa italiana e non solo. La situazione del club nerazzurro non accenna a migliorare: cosa succede adesso?

Continuano a far discutere i debiti dell’Inter, come scrive oggi anche il Corriere dello Sport, che ha sferrato un duro attacco alla società nerazzurra. Secondo il quotidiano sportivo romano, la strategia di mercato dell’Inter sarebbe molto precaria e inefficace nel combattere i problemi finanziari del club. L’accusa è di sostituire “acquisti in pronta cassa con formule creative o scambi clamorosi”, ovvero di non acquistare giocatori direttamente, ma utilizzare strategie per limitare le cessione e rimandare le spese.

Una situazione ben eviente dal mercato di questa estate, come ad esempio nel caso di Frattesi. Il centrocampista è arrivato dal Sassuolo in prestito a 6 milioni di euro, con obbligo di riscatto tra un anno a 22 milioni, ma anche i 6 che l’Inter deve pagare oggi sono coperti dalla cessione del giovane Mulattieri. Anche l’acquisto di Samardzic dall’Udinese verrà in gran parte coperto con scambi di giocatori e riscatto tra un anno, mentre Bisseck e Sommer (13 milioni complessivi) verrano pagati a rate, rispettivamente tra tre e due anni. In questo modo, però, i debiti totali dell’Inter andranno a crescere nei prossimi anni di altri 37 milioni.

Una polemica non nuova, dato che già a fine luglio sempre il Corriere dello Sport aveva criticato la società nerazzurra, e in particolare la proprietà Suning, per non aver ancora risolto i problemi finanziari del club. Sotto accusa anche l’accordo per il risanamento con il fondo Oaktree, a garanzia del quale c’è una fetta degli introiti dei diritti tv, e si è stabilito un tasso d’interesse molto alto, pari al 16%. Già a inizio giugno, in occasione della finale di Champions League, i nerazzurri erano stati criticati addirittura sul New York Times per la loro situazione, venendo definiti come “il club più indebitato d’Italia”.

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Debiti Inter a quanto ammontano

La situazione debitoria dell’Inter è nota da tempo. Tutto risale al 2019, quando il governo cinese ha avviato una stretta sul sostegno a molte aziende locali che operavano nel calcio europeo, tra cui anche Suning, proprietaria dell’Inter dal giugno 2016. Il colosso di Zhang Jindong ha contratto negli anni numerosi debiti, che sono divenuti un problema quasi insostenibile dopo lo scoppio della pandemia. Nel 2021, l’azienda ha dovuto sciogliere lo Jiangsu, club con cui aveva appena finto il campionato cinese, e a pioggia i problemi debitori si sono riverberati sull’Inter.

Subito dopo aver conquistato lo scudetto, la società nerazzurra ha dovuto vendere pezzi pregiati come Hakimi e Lukaku, e ha perso l’allenatore Antonio Conte. Da allora, la dirigenza guidata da Beppe Marotta tenta di mantenere un delicato equilibrio tra necessità finanziarie e competitività della squadra, ma ogni anno alcuni giocatori importanti se ne vanno, come successo nelle ultime settimane con Brozovic e Onana. Secondo i calcoli fatti dal New York Times a inizio giugno, i debiti dell’Inter ammontano a oltre 830 milioni di euro. Per il momento, la strategia di Suning non è chiara: il club non sta riuscendo a diminuire sensibilmente questo rosso, e si limita a restare a galla.

Il prestito ottenuto dal fondo Oaktree (275 milioni di euro) è servito a questo, e sembra difficile che possa essere ripagato entro la scadenza fissata a maggio 2024. Come riportato di recente dal Sole 24 Ore, la strategia di Steven Zhang, figlio di Zhang Jindong e presidente dell’Inter, sarebbe di convincere Oaktree a rinegoziare le condizioni del prestito, in particolare in relazione al tasso d’interesse. Nel frattempo, nonostante le tante voci di una possibile cessione del club, nessun nuovo acquirente si è fatto seriamente avanti.

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