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La gara di questa sera all’Olimpico potrebbe essere l’apice dell’esperienza di De Zerbi al Brighton, soprattutto date le insistenti voci che lo vedrebbero lontano dal club a fine stagione

Arrivato a Brighton nel settembre 2022 Roberto De Zerbi ha scommesso immediatamente su se stesso e sul club per raggiungere quello status europeo ricercato con l’esperienza allo Shaktar Donetsk. In un “do ut des” di latina memoria le strade del tecnico italiano e della squadra dei Seagulls (Gabbiani) sembrano essere state lastricate appositamente per convergere: in città città il lavoro – in particolare quello del metallo – e la passione per l’arte musicale, fondanti lo spirito dei suoi cittadini, si sposano alla perfezione con l’etica del lavoro di De Zerbi e con l’estetica che inseguono le sue squadre sul campo di calcio. Prima dell’arrivo del tecnico italiano il Brighton era conosciuto per aver vinto una Community Shield nel 1910, niente di più. I posizionamenti in Premier League ci raccontano di un nono posto nella stagione appena prima dell’incontro tra le due realtà, costruito però su una montagna di mediocri salvezze e nessun momento da ricordare. L’impatto di De Zerbi è stato talmente significativo che da una settimana sui media inglesi l’attenzione è focalizzata – oltre che sulle prestazioni di Foden in vista dell’Europeoproprio su questa storica sfida che aspetta il Brighton allo Stadio Olimpico.  

In Inghilterra il feticismo verso gli allenatori italiani è di lungo corso e De Zerbi, con i suoi modi diretti e un gioco intrinsecamente dotato di spettacolarità come richiesto dal tifo storico della Premier League, non fa altro che alimentare questo mito d’oltremanica. Dal suo arrivo sulle coste sud della Gran Bretagna il Brighton ha giocato settantasei partite in tutte le competizioni, vincendone trentacinque, pareggiandone diciassette e perdendone ventiquattro. Se la media di vittorie parla quasi di un cinquanta per cento mai toccato dai Gabbiani, sono i gol segnati (e subiti) ad essere una quantità così abnorme da rendere i risultati tanto entusiasmanti per gli avventori degli stadi in cui il Brighton scende in campo. Detto dell’eccitazione che monta intorno al Brighton e al suo allenatore da un anno e mezzo a questa parte, un tale interesse per una singola partita non si vedeva dalla semifinale di FA Cup persa con lo United nella scorsa primavera. La gara dell’Olimpico è di importanza capitale per il club – che per la prima volta nella sua storia affronterà una squadra di caratura internazionale in una competizione europea – per i giocatori – che si confronteranno con uno stadio e un avversario dalla grande storia – e per De Zerbi – che presa la scelta di andarsene dall’Italia dopo l’avventura al Sassuolo negli ultimi mesi non perde occasione per ricordare come un ritorno in Italia non sia da escludere dopo aver completato il proprio ciclo al Brighton. 

E allora ecco che la doppia sfida alla Roma di De Rossi – definito in conferenza un allenatore dal futuro luminoso – è potenzialmente il punto più alto dell’avventura inglese di De Zerbi, almeno fino a questo momento. Né la semifinale di FA Cup dello scorso anno né il sesto posto in Premier League reggono il confronto con il morboso interesse che in Inghilterra si genera quando si parla di competizioni europee, e ancor di più quando la storia meravigliosa di una squadra di provincia viene scritta in tempo reale da un tecnico che Guardiola ha indicato come proprio erede. 

Due scenari per De Zerbi 

Detto che a fine stagione i dodici milioni necessari a strapparlo al Brighton potrebbero essere investiti senza problemi da club come Chelsea o Manchester City in caso di addio di Pep, due scenari si aprono davanti a Roberto De Zerbi alla vigilia della doppia sfida alla Roma di De Rossi. Il primo ci parla di un Brighton che si infrange meravigliosamente contro il muro eretto dall’Olimpico e dal tecnico giallorosso, in un match ad alto tasso di spettacolarità in cui i fuochi d’artificio non si faranno attendere. In questo caso l’apice dell’avventura inglese sarebbe raggiunto, soprattutto se notiamo come il resto delle competizioni siano state lasciate un po’ da parte sull’altare dell’Europa League. Un’eliminazione potrebbe significare fine della corsa insieme, non per qualche errore o delusione ma perché la carica di entrambe potrebbe esaurirsi con la sconfitta dell’Olimpico. Il secondo scenario apre invece ad altezze inusitate, a vette di entusiasmo non ancora messe in conto dalle parti di Brighton. Passare con la Roma, ottenere il pass per i quarti di Europa League alla prima partecipazione europea nella storia del club, significherebbe che sia De Zerbi che la squadra hanno ancora ossigeno da condividere per raggiungere altezze differenti. L’apice non sarebbe all’Olimpico ma ancora tutto da scrivere; e a quel punto tutte le previsioni su un addio tra le parti verrebbero rimandate di qualche mese, o qualche anno, dipende da quanto ossigeno rimarrebbe a disposizione.