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Nonostante un ultimo periodo un po’ in ombra, Darwin Nuñez rimane una delle giovani proposte più cercate d’Europa. Su di lui è piombato il Milan

Uno dei prospetti uruguayani più promettenti in circolazione ha cominciato a far girare finalmente il suo nome. Si tratta di Darwin Nuñez, punta che il Benfica – verso la fine dell’ultima sessione di mercato – ha acquistato dall’Almeria, superando la concorrenza di Napoli e Roma. Che, proprio dopo averne osservato la crescita nella seconda divisione spagnola, avevano deciso di fare un tentativo per portarlo in Serie A.

Sempre presente nelle tre diverse gestioni tecniche, ha confermato le grandi cose che si dicevano sul suo conto ai tempi del Peñarol, a tal punto che gli Encarnados non solo hanno speso 24 milioni di euro per assicurarselo, ma addirittura per fargli spazio hanno ceduto Carlos Vinicius, capocannoniere della scorsa Liga NOS, passato al Tottenham.

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Un acquisto da record

Nel suo piccolo, Darwin Nuñez ha già battuto un mini record diventando il giocatore della Segunda Division spagnola più pagato della scorsa sessione estiva di calciomercato. Per strapparlo al Carbonero, lo sceicco dell’Almeria ha investito 6 milioni di euro, assicurandosi le prestazioni del classe 1999 dopo aver battuto la concorrenza di alcune big spagnole e portoghesi. Il suo impatto è stato immediato, sia a livello di ambientamento che per la partecipazione alla fase realizzativa.

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A oggi, Nuñez viaggia infatti a una media di più di 1 gol a partita, niente male se consideriamo la difficoltà di inserimento in un contesto tecnicamente nuovo. Nonostante le tante difficoltà di cui si faceva cenno prima, il 21enne originario di Artigas è riuscito ugualmente a prendersi la ribalta delle cronache. Nel match d’esordio in Europa League, vinto in trasferta sul campo del Lech Poznan, ha segnato tre gol regalando al Benfica altrettanti punti pesantissimi.

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Il suo futuro, nonostante nell’ultimo periodo abbia perso un po’ di fiducia, pare comunque essere lontano dagli Encarnados. Secondo quanto riportato da alcuni media, il Milan lo starebbe seguendo da vicino per farne il vice Ibrahimovic, ma il Benfica chiede almeno 50 milioni di euro e, proprio per questo motivo, sarà difficile vederlo in Italia.

L’importanza della famiglia

La storia di Darwin Nuñez è simile a quella di tanti suoi colleghi e coetanei. Inizi difficili, poi il calcio come opportunità di svolta fino alla consacrazione. In una bella intervista rilasciata al Diario de Almeria, papà Bibiano ha raccontato le tante problematiche affrontate dal figlio minore prima di spiccare il grande salto: “Per farlo giocare a calcio lavoravo in cantiere fino a 12 ore al giorno – ha dichiarato il genitore -, ed eravamo molto tristi quando fummo costretti a salutarlo ai tempi in cui partì per Montevideo”.

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La famiglia è tutto e ancora oggi è sempre presente. Nuñez, che deve il suo nome di battesimo a un amico di famiglia tragicamente scomparso, ha esordito giovanissimo nella prima squadra del Manya, segnando il suo primo gol da professionista a fine 2018 contro il Fenix. A lanciarlo definitivamente fu Diego Lopez, che gli ha consentito di ritagliarsi uno spazio molto importante. A tal punto che, di recente, Darwin è finito anche sotto la lente di ingrandimento del ct charrua Oscar Tabarez.

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Darwin Nuñez, caratteristiche tecniche

Alto 187 centimetri, sui quali distribuisce in maniera perfetta poco meno di 80 chilogrammi, Darwin Nuñez è un attaccante moderno e completo, capace di segnare e dare assistenza ai compagni. Durante la gestione Guti all’Almeria, ha giocato da referente offensivo in un 3-4-1-2, accanto a una punta più statica. Generalmente parte centrale, ma ama svariare sugli esterni, andando a ricevere palla in zona defilata dopo aver svuotato il campo. A Lisbona, Jorge Jesus lo usa centrale in un 4-3-3 o in coppia con Waldschmidt, ma comunque a trazione anteriore.

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Dotato di una buona tecnica di base, Nuñez dev’essere ancora un po’ sgrezzato nella lettura di alcune situazioni di gioco e nei movimenti senza palla, ma la disciplina europea non sembra essere un particolare problema. Di certo, il fiuto per il gol non gli manca: dopo aver saltato i primi due mesi della scorsa stagione causa infortunio e impegni con la nazionale, si è preso la titolarità nell’Almeria senza più lasciarla. E al Benfica, lo spartito, non pare poter cambiare.

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