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Il terzino destro dell’Inter D’Ambrosio, autore del gol del dell’1-2 contro il Cagliari, si sta confermando particolarmente decisivo nei momenti critici della formazione nerazzurra

Il calcio è fatto di fuoriclasse assoluti, che si prendono la scena grazie al loro talento e alle loro prodezze, ma anche di protagonisti inattesi. Giocatori che danno l’anima in ogni secondo che trascorrono il campo, diventando talvolta imprescindibili per le rispettive squadre. Un chiaro esempio è dato da Danilo D’Ambrosio, terzino destro in forza all’Inter dal gennaio del 2014. Pur giocando in una squadra che ha avuto giocatori ben più forti e celebrati, l’ex Torino è stato spesso decisivo per le sorti nerazzurre negli ultimi anni.

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Fonte: Instagram @inter

D’Ambrosio arriva all’Inter nel corso della stagione 2013/14, dopo quattro ottime annate nelle file del Torino. L’inizio della sua avventura nerazzurra rispetta le aspettative con l’ex Toro che garantisce spinta e copertura sulla corsia di destra.  Oltre a cross invitanti e chiusure difensive, D’Ambrosio mostra un discreto feeling con il gol (ne segna 2 nella stagione 2015/16 e 3 l’anno successivo).

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Si arriva al campionato 2017/18, caratterizzato dall’avvento di Luciano Spalletti in panchina. L’andamento stagionale mette in pericolo le coronarie dei tifosi interisti, con una partenza super a cui seguono momenti avari di risultati positivi. Si arriva alla 38^ giornata, con Lazio e Inter che si giocano all’Olimpico lo scontro diretto per il 4^ posto (con annessa qualificazione alla Champions League). I biancocelesti vanno in vantaggio con Marusic e sfiorano il raddoppio con Milinkovic-Savic (traversa su punizione per il serbo). Serve una scossa all’Inter e porta proprio al firma di D’Ambrosio: su corner di Brozovic, il terzino impatta il pallone sul secondo palo; Strakosha lo respinge corto e l’ex Toro lo spedisce in rete con una zampata da attaccante navigato. Il primo passo verso la vittoria dell’Inter, completata dal rigore di Icardi e dal sigillo finale di Vecino.

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Anno nuovo, vita nuova? Decisamente no. Il campionato 2018/19 dell’Inter, infatti, ha molte analogie con quello precedente. Solito rendimento da montagne russe e nerazzurri che devono attendere l’ultima giornata per avere la certezza del pass per la Champions. Ad attenderli l’Empoli, alla isperata ricerca di punti salvezza. La sfida, esattamente come quella di un anno prima contro la Lazio, è per cuori forti: apre Keita, pareggia Traoré, Nainggolan riporta avanti l’Inter e i capovolgimenti di fronte sono continui. In uno degli affondi empolesi, Caputo supera Handanovic e sta per segnare il 2-2. Gioia stoppata da D’Ambrosio che, con un salvataggio prodigioso, manda il pallone sulla traversa e regala una bella fetta di Europa alla sua squadra.

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Provvidenza per Conte: quando gioca, segna

D’Ambrosio diventa quindi il deus ex machina nerazzurro, capace di incidere ogni volta che viene chiamato in causa. Una qualità che emerge nettamente tra la fine della scorsa stagione e l’inizio di quella in corso. Siamo nell’era di Antonio Conte, con numerosi giocatori di spessore acquistati per soddisfare le richieste del tecnico: da Lukaku a Vidal, da Hakimi a Barella. Nonostante tutti questi nomi, D’Ambrosio trova comunque lo spazio per risultare determinante. Innanzitutto per il 2^ posto della scorsa stagione, con 2 gol nelle ultime 2 giornate contro Napoli e Atalanta.

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Ancora più importante il suo apporto nelle prime settimane di questo campionato. All’esordio contro la Fiorentina, l’Inter rischia di non andare oltre il 3-3 nonostante la sfilza di campioni che sfoggia tra campo e panchina. Ci vuole una capocciata del solito D’Ambrosio per portare a casa i primi tre punti stagionali. Il terzino si ripete contro Genoa e Cagliari, massimizzando contro i sardi la sua incisività in relazione al minutaggio. L’ex Toro entra infatti nel finale sull’1-1 e, dopo pochi minuti, firma di testa la rete della vittoria (poi certificata dal tris di Lukaku). Un gol che fortifica il ruolo di “uomo della provvidenza” che D’Ambrosio si è ritagliato in questi anni.

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