Daniele De Rossi è stato scelto come nuovo allenatore della Roma, in Serie A. Si tratta della sua seconda esperienza in panchina, ma come giocherà?
È finalmente arrivato il suo momento: a 40 anni, Daniele De Rossi arriva finalmente alla guida della sua Roma, in cui ha trascorso praticamente tutta la carriera da giocatore. Si tratta della sua seconda avventura come allenatore, dopo essere stato, nel corso della scorsa stagione, allenatore della SPAL, in Serie B. La sua nomina sulla panchina giallorossa segue di pochi minuti l’esonero, annunciato questa mattina del portoghese José Mourinho, reduce dalla sconfitta per 3-1 a San Siro contro il Milan. A De Rossi spetta il compito di risollevare la Roma, nona in classifica, e cercare di ottenere la qualificazione alla prossima Champions League.
Dopo oltre un anno passato a fare da assistente di Roberto Mancini in Nazionale, e dopo la poco fortunata esperienza a Ferrara, DDR avrà ora una grande occasione per dimostrare le sue qualità da allenatore, un ruolo che da tempo molti esperti del settore ritengono fatto apposto per l’ex-capitano giallorosso.
De Rossi alla Roma: come gioca il nuovo allenatore
Alla SPAL le cose non sono andate benissimo: arrivato a ottobre 2022 per sostituire Roberto Venturato, De Rossi ha resistito fino a febbraio, stabilendo un record personale di 3 vittorie, 6 pareggi e 8 sconfitte. La formazione ferrarese non ha mai espresso un gioco particolarmente brillante, e anche i risultati in campo hanno lasciato molto a desiderare. De Rossi ha probabilmente peccato d’inesperienza, avventurandosi in un progetto sportivo non semplice da gestire per un allenatore giovane. Tuttavia, l’esperienza alla SPAL non può dare molti spunti sull’approccio tattico del nuovo allenatore della Roma, che sta ancora cercando la sua strada.
Nella sa lunga carriera da giocatore, De Rossi ha avuto di lavorare con tecnici di altissimo profilo ed esperienza, che gli hanno fornito un background tattico molto variegato: da Capello a Spalletti, da Luis Enrique a Rudi Garcia, passando ovviamente per Lippi e Conte. Sicuramente, il lavoro fatto accanto a Roberto Mancini nell’ultimo anno è stato molto importante nella sua formazione.
Per certi versi, è stato lui stesso a confermarlo ad agosto 2022 a Sportweek: “Mi piace costruire il gioco dal basso, ma se ho un portiere con i piedi fucilati o due centrali tecnicamente inadatti, cerco alternative”. Un calcio fluido, per il momento, “senza etichette”: “Non c’è il mio calcio, ma quello che credo sia giusto proporre in base a tante componenti”.
Dal punto di vista del modulo di gioco, De Rossi alla SPAL si è segnalato per utilizzare quasi sempre il 3-4-2-1, o in alcune più rare occasioni il 3-5-2. Non è automatico che possa replicare questo modulo anche alla Roma, visti i poco brillanti risultati ottenuti a Ferrara, ma esiste un buona probabilità che questo accada. Il 3-4-2-1 è un sistema di gioco che i giocatori romanisti conoscono bene, visto che è stato di frequente adottato anche da Mourinho in questi anni, per cui potrebbe essere un buon punto di partenza. Ci si aspetta però da De Rossi un gioco più propositivo e costruttivo, rispetto all’esperienza del portoghese.