Daniel Maldini ha segnato una splendida punizione contro il Cagliari, dando seguito alle ottime prestazioni con la maglia del Monza.
Sarà un po’ l’aria di casa dovuta alla presenza di Adriano Galliani, o l’attitudine più offensiva del Monza, o ancora il supporto di un allenatore attento ai giovani come Palladino, ma Daniel Maldini al Monza sembra finalmente sbocciato. Non un altro giocatore, bensì la versione migliore di un potenziale talento che stava faticando – e parecchio – a trovare la propria strada. Il cognome pesante e la maglia di un Milan in ascesa erano fin troppo per un ragazzo di soli vent’anni, tanto che appena approdato in Liguria – sponda Spezia – aveva fatto intravedere qualcosa nelle sue prestazioni. Il passaggio vuoto ad Empoli ha affossato le sue quotazioni nella prima parte di questa stagione, ma osservando tutto con la lucidità concessa dalla distanza temporale, l’Empoli di quest’anno fa fatica a costruire e a segnare – tanto che Cambiaghi non ha ancora segnato – e la colpa non era di certo di Maldini. In maglia azzurra il trequartista ha giocato sette partite non trovando mai la via né del gol né dell’assist, e mettendo insieme solamente 262 minuti. A gennaio, dopo attente valutazioni e una chiamata paterna da parte di Adriano Galliani, Daniel Maldini si è trasferito a Monza per sostituire Papu Gomez e Caprari nelle rotazioni di Palladino.
La qualità del suo impatto a Monza non era però prevedibile a questi livelli: in sei partite il classe 2002 ha messo piede in campo per 149 minuti, segnando tre reti e fornendo un assist, tutti in partite vinte dai brianzoli contro Milan (Assist), Salernitana (gol), Genoa (gol) e Cagliari (gol). Se andiamo a spulciare le percentuali, in maglia biancorossa Maldini segna un gol ogni 49 minuti, facendo scendere la media a 37 minuti se calcoliamo anche gli assist. Numeri di cui Palladino è fiero e felice., e dei quali ha parlato in conferenza; il tecnico ha sottolineato come il talento di Maldini sia evidente, ma che per farlo emergere è necessario un supporto costante a livello mentale, cosa di cui anche il ragazzo ha parlato nel post partita.
Ma arriviamo al nodo centrale della questione: ci siamo sbagliati con Daniel Maldini? I giudizi troppo affrettati non sono mai affidabili, soprattutto quando si parla di calciatori giovani che necessitano di tempo per prendere confidenza con i propri mezzi. Daniel Maldini ha effettivamente faticato fino a questa esperienza in Brianza, non riuscendo ad incidere sul Milan di Pioli, giocando a sprazzi nello Spezia e bucando completamente l’avventura in Toscana, per questo i fuochi d’artificio finora mostrati con il Monza potrebbero presto tornare ad essere polveri bagnate da affogare nell’ingombro di un cognome importantissimo. Ma quello che stiamo vedendo a Monza è probabilmente il vero inizio di carriera del trequartista di proprietà del Milan: in rossonero il cognome pesava su qualsiasi pallone toccasse, allo Spezia e all’Empoli ha sofferto due squadre poco propense all’offensiva. A Monza, invece, sta trovando una dimensione in cui si guarda a Daniel prima ancora che a Maldini, rendendolo indipendente dal suo passato forse per la prima volta.
L’euro gol di Maldini
Certo che la punizione calciata e segnata sabato contro il Cagliari è un ottimo modo per far tornare tutti i riflettori sul proprio rendimento, che anche numericamente sta facendo vincere la scommessa fatta da Adriano Galliani ormai due mesi fa. La “perla”, così chiamata da Palladino, è una punizione perfetta da venticinque metri infilatasi sotto l’incrocio alle spalle di Scuffet che aiuta il Monza a dare continuità dopo la vittoria esterna contro il Genoa, altra gara in cui il trequartista ha inciso segnando il gol vittoria sul finire di partita.
Un momento di forma o il principio di una carriera luminosa? Al futuro l’ardua sentenza sulla carriera di Daniel Maldini, erede dell’ex capitano del Milan alla ricerca della propria identità.
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