Dalic è l’allenatore di una Croazia che punta ancora una volta ad arrivare in alto in un Mondiale. Ma che cosa si sa su di lui?
La Croazia è arrivata in Qatar con il ruolo di vice campione del mondo. Un titolo sicuramente non da poco e che sta molto probabilmente portando Modric e compagni a dare quel qualcosa in più. Si può dire però che la Nazionale slava è ben messa in campo e sapientemente guidata dal ct Dalic, puntando molto su possesso palla ed equilibrio, senza però dimenticarsi la qualità. D’altronde avendo un centrocampo con lo stesso Modric, Kovacic e Brozovic sarebbe un delitto farlo.
Dalic allenatore Croazia, la carriera
Ex centrocampista difensivo che ha militato in tutte le principali squadre croate. il ct ha cominciato ad allenare al Varteks Varazdin nel 2005,per poi passare alla Croazia Under 21. In seguito per lui ci sono state esperienze in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi, guidando Al-Faisaly, Al-Hilal e Al-Ain. La chiamata della Croazia è arrivata a ottobre 2017. La sua prima avventura importante è stato il Mondiale del 2018, conquistando attraverso gli spareggi, vinti con la Grecia.
E la rassegna iridata si è poi trasformata in una vera e propria cavalcata trionfale, fatta di grandi vittorie, come quella per 3-0 nel girone con l’Argentina e quella sofferta ai rigori in semifinale con l’Argentina. La sconfitta in finale con la Francia non ha certo cancellato il cammino, seppur rappresentando la fine di un sogno. Il resto è storia recente e di una squadra che, pur essendo probabilmente a fine ciclo, resta una delle più temibili e insidiose per le favorite alla vittoria finale.
Dalic allenatore Croazia, lo stipendio
Eppure, nonostante questi grandissimi risultati e un lavoro più che eccellente, stando alla graduatoria stilata da Finance Football, Dalic è uno dei commissari tecnici meno pagati di questi Mondiali, occupando la 24esima posizione. Il suo ingaggio è di 550mila euro netti, molto meno di allenatori che in quest’appuntamento hanno deluso, come Stojkovic della Serbia, Alonso dell’Uruguay, Luis Enrique, il danese Hjulmand e il belga Roberto Martinez. Insomma, un tecnico che dimostra come si possa lavorare bene pur facendolo a fari spenti.