Patrick Cutrone è stato uno dei grandi protagonisti della vittoria dell’Italia Under 21 contro la Slovenia
Gli azzurrini di Paolo Nicolato battono la Slovenia con un rotondo 4-0 e passano il proprio girone negli Europei Under 21, guadagnandosi l’accesso alle fasi finali che si terranno quest’estate. Tra i grandi protagonisti del match di ieri sera c’è stato Patrick Cutrone, autore di una doppietta. Prima il gol del 3-0 su rigore, poi quello del definitivo poker, una grandissima botta da fuori.
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Il match di Cutrone
Contro la Slovenia abbiamo finalmente rivisto il Cutrone che abbiamo conosciuto ai tempi del Milan, quell’attaccante indiavolato, capace di correre per 90 minuti come un forsennato, ma senza perdere la lucidità sotto porta.
Sembra ormai passata un’eternità dall’esordio di Cutrone in maglia rossonera, dal primo gol in Serie A. Era il 20 agosto 2017, sul campo del Crotone. Sembrava l’inizio di una grandissima parabola ascendente, poi però qualcosa non è andato nel verso giusto. Sia per fattori interni al giocatore, che esterni.
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Ieri sera finalmente Patrick Cutrone è tornato protagonista, il suo secondo gol è assolutamente da copertina, un missile fantastico che ha lasciato di sasso l’estremo difensore sloveno. Un’iniezione di fiducia per il bomber azzurro che è tornato a sentirsi importante e decisivo come non gli capitava da tempo.
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Qual è il vero valore di Cutrone?
Ora, la domanda che ci si pone è sempre la stessa: qual è il vero valore di Cutrone? Perché nonostante i gol, le vistose potenzialità, non è mai riuscito ad affermarsi e, a soli 23 anni, ha già dovuto girare quattro squadre per cercare spazio e non trovarlo mai a pieno?
Il grande paradosso di Cutrone è che ovunque sia andato ha sempre mantenuto una media gol davvero buona, senza mai guadagnarsi però una maglia da titolare, tranne che nel suo primo anno al Milan, dove ha superato di prepotenza Kalinic e Andre Silva. Poi ha sempre dovuto guardare dalla panchina, non facendo mancare il suo apporto.
3 gol e 4 assist in 860 minuti col Wolverhampton, 5 gol e 2 assist in 944 minuti con la Fiorentina. Sono numeri importanti, in media ha partecipato a un gol ogni 122 in Inghilterra e a un gol ogni 134 minuti con la Viola. Ha contribuito quasi a una rete a partita. Senza però mai convincere a pieno, e questo rimane il grande mistero.
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Quest’anno tra Fiorentina e Valencia le cose non sono mai andate e Cutrone sembrava finito in un’enorme spirale di negatività, almeno fino a ieri sera. La prestazione con la Slovenia tira di nuovo fuori il dibattito su Cutrone, sulle sue difficoltà apparentemente inspiegabili. Come dicevamo, dovute a fattori sia interni che esterni.
Dal canto suo il giocatore si è dimostrato spesso scostante, dopo alcuni gol ha steccato prove da titolare e magari non è riuscito a dare battaglia per una maglia da titolare. Semplicemente non si è mai sentito importante, ma sempre in giudizio, sempre con qualcosa da dimostrare. Un giovane attaccante deve avere anche il tempo di sbagliare e probabilmente Cutrone non ha mai giocato in una squadra che potete dargli questo tempo.
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Qui arriviamo ai fattori esterni: nessun club ha mai puntato con forza su Cutrone. Il Milan non l’ha ripagato per la sua grande stagione, comprando prima Higuain e poi Piatek e relegandolo sempre a semplice alternativa. Wolverhampton e Valencia anche non sono riusciti a dargli il giusto spazio, così come la Fiorentina. Firenze sarebbe potuta essere la piazza giusta per Cutrone, come si è visto poi con un altro talento che sembrava inespresso come Vlahovic. Ma, ancora una volta, la scelta di puntare sul bomber azzurro non è arrivata.
Ora Cutrone ha, ancora una volta, l’obiettivo di dimostrare le sue potenzialità. L’obiettivo è trovare una squadra che gli dia fiducia e costanza, che gli permetta di sbagliare, che non lo metta costantemente sulla graticola.