Il Crotone chiude la classifica di Serie A ed è la principale candidata alla retrocessione. Il trend è ben chiaro, ma Stroppa può ancora tentare il miracolo
Ultimo in classifica con la peggior difesa e il secondo peggior attacco del campionato. Il Crotone guarda tutti dal basso verso l’alto e il destino della squadra di Giovanni Stroppa, quando siamo quasi arrivati al giro di boa, sembra segnato. D’altronde, oltre a una posizione deficitaria condita da sconfitte roboanti e punti che non arrivano, anche le statistiche giocano contro gli Squali: nessuno, nella situazione del Crotone, è mai riuscito a rimontare.
Salvezza complicata, non impossibile perché questo lo stabilirà soltanto la matematica, ma di certo urge un’inversione di tendenza. Il mercato di gennaio, in tal senso, può essere propedeutico per innestare qualche miglioria, ma l’impressione – vedendo giocare il Crotone – è quella di una squadra “vorrei ma non posso”, una rosa con identità ma senza potenzialità, idee non abbinate alla qualità. E, in Serie A, per salvarti non puoi prescindere da quest’ultima.
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Crotone, i numeri non mentono
Oltre alle già citate statistiche sui gol fatti e quelli subiti, il Crotone deve fare i conti con altri dati enormemente preoccupanti. Per esempio, i rossoblu sono la squadra di Serie A che crea meno azioni offensive, un trend abbinato fedelmente al basso coefficiente di conversione tiro/gol e al fatto che, assieme al Torino, i ragazzi di Stroppa sono quelli che mediamente entrano meno in area avversaria.
Per questo i gol arrivano con il contagocce: soltanto in quattro partite su sedici il Crotone è riuscito a segnare due o più gol, solo in un caso un numero maggiore di due (nel roboante, ma fine a sé stesso, 4-1 contro lo Spezia). Davvero troppo poco per cambiare l’inerzia di una stagione. A due turni dalla fine del girone di andata le proiezioni finali sono impietose. Nel miglior caso, gli Squali possono arrivare a 30 punti complessivi, nel peggiore a 18. Ergo, retrocessione certa.
Il ruolo di Stroppa
L’unica speranza alla quale il Crotone può ancora pensare di aggrapparsi è Giovanni Stroppa. Il tecnico, che in Calabria aveva maturato una prima esperienza per poi tornare post esonero, ha portato i pitagorici in Serie A un po’ contro ogni pronostico, vincendo il “campionato dei normali” dietro la corazzata Benevento.
La sua capacità di dare al gruppo un’identità ben definita ha premiato in Serie B, ma al momento del salto in alto il Crotone si è trovato a dover fronteggiare lo stesso problema dello storico biennio precedente passato in massima serie. Manca gente di qualità, soprattutto se pensiamo che a oggi la squadra poggia la quasi totalità delle proprie fortune su gente che la A non l’ha mai vista (Junior Messias) o che l’ha vista solo di sfuggita (Simy).
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Alternative tattiche
Per questo Stroppa deve trovare qualche altra soluzione, a partire dal lato tattico. Il 3-5-2 è radicato nella testa dei ragazzi, ma forse un modulo che permetta alla squadra di scoprirsi meno aiuterebbe a evitare troppi danni alla porta di Cordaz. Difendere a cinque non sempre è segno di efficacia, soprattutto se di quel pacchetto arretrato hai cambiato quasi tutti gli interpreti.
A questo aggiungiamo anche l’inclinazione a forzare la giocata partendo dal basso. A partire dalla prima giornata, nella sconfitta di Marassi contro il Genoa, il Crotone ha preso parecchi gol da una situazione di gioco di uscita della palla dalla difesa. L’esempio più lampante ce lo ha mostrato Zanellato contro lo Spezia: il centrocampista chiama il passaggio oltre la prima linea di pressing con l’avversario addosso. La palla gli viene strappata e la squadra di Italiano segna. Una rete regalata, come tante altre.
A chi affidarsi in campo
Il Crotone ha una rosa composta da un manipolo di calciatori adatti alla Serie A, ai quali si aggiungono una serie di scommesse, gente da rilanciare o stranieri. In queste condizioni non è facile operare, però ci sono comunque alcuni giocatori sui quali Stroppa dovrebbe insistere più di altri. Il primo è senza dubbio Junior Messias, luce e fantasia di un Crotone che dipende tanto dalle giocate del brasiliano.
Con i suoi 21 gol in Serie B, l’attaccante nigeriano del Crotone Simy è il primo capocannoniere africano della storia del calcio professionistico italiano. pic.twitter.com/iFEs2F3Q04
— Sportellate (@Sportellate_it) August 1, 2020
Poi c’è Simy, ovviamente, i cui gol sono fondamentali per incamerare punti preziosi, come ai tempi della prima storica salvezza nella massima serie. Molto interessante è anche la coppia di laterali, che sotto la gestione di Stroppa stanno rendendo abbastanza bene. Da una parte c’è l’ex Sampdoria Pedro Pereira, dall’Altra il polacco Reca, arrivato in prestito dall’Atalanta.
Invece, tra le nuove proposte va invece citato Giuseppe Cuomo, centrale difensivo di 22 anni che, a oggi, entra tranquillamente nel novero delle nuove proposte più interessanti del campionato. Certo, solo loro non possono bastare per tentare il miracolo e, proprio per questo, il mercato di gennaio sarà fondamentale. Ma i soldi sono pochi: ergo, servono idee. Quelle della famiglia Vrenna, che in questo angolo dimenticato della Calabria ha costruito un piccolo miracolo.
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