Il Liverpool di Jurgen Klopp è alle prese con il peggior momento degli ultimi anni, a livello di gioco e di risultati. Una crisi dettata in particolare da alcune ragioni: scopriamo quali
La caduta degli dei. Può essere fotografato così il momento attuale del Liverpool, che negli ultimi anni ha suonato calcio a ritmi forsennati e conquistato trofei in serie in Inghilterra, in Europa e nel mondo. La formazione allenata da Jurgen Klopp, dopo un avvio di stagione positivo seppur con qualche battuta d’arresto, ormai da diverse settimane deve fare i conti con un crollo verticale. Una crisi di risultati e di gioco che l’ha portata scendere e dal podio della Premier League e a salutare la FA Cup già al quarto turno. Questa svolta in negativo appare improvvisa, ma ha motivazioni germogliate negli scorsi mesi e che sono esplose tutte nello stesso momento.
Rosa decimata: Van Dijk e gli altri infortuni pesanti
Se il Liverpool non è più la macchina perfetta delle ultime due stagioni, certamente una ragione importante è legata ai numerosi infortuni che hanno colpito la squadra di Klopp. Una maledizione che ha riguardato i Reds fin dalle prime settimane di stagione, privando Klopp di alcuni dei suoi elementi di spicco. L’infortunio più grave è capitato a Virgil Van Dijk, che nel derby con l’Everton ha rimediato la rottura parziale del legamento crociato del ginocchio sinistro.
Un’assenza pesante, sia sul piano prettamente difensivo che su quello della leadership, che durerà molto probabilmente fino al termine della stagione. Allo stop di Van Dijk si sono aggiunti nel corso delle settimane quelli di Alisson, Gomez, Matip, Tsimikas, Thiago Alcantara, Keita e Djogo Jota, con il centrale difensivo inglese e l’ex attaccante del Wolverhampton che ne avranno ancora per diverse settimane.
Ricambi non all’altezza e immobilismo sul mercato
Per supplire a tutte queste mancanze, a cui hanno fatto da contorno infortuni più brevi capitati ad altri giocatori, Klopp ha dovuto gettare nella mischia giovani non ancora pronti per i grandi palcoscenici (come i difensori Williams e Phillips) e adattare giocatori in altri ruoli (come recentemente è accaduto a Henderson e Fabinho, schierati da difensori centrali). In altri casi certi elementi (come il trio Salah-Firmino-Mané) sono stati impiegati con una costanza eccessiva, visto che sostituti Chamberlain, Origi, Shaqiri e Minamino quasi mai hanno dato le giuste garanzie. Con questa continua alternanza di giocatori, l’identità del Liverpool schiacciasassi degli ultimi anni è progressivamente venuta meno.
Tra i vari reparti in difficoltà, quello difensivo presenta le lacune maggiori. La retroguardia del Liverpool è infatti costantemente preda degli attacchi avversari, subendo talvolta gol nell’unica occasione concessa. Un problema non risolto dalla società con nuovi innesti e palesato da Klopp dopo l’ultima sconfitta in FA Cup contro il Manchester United, quando ha dichiarato che senza un paio di centrali difensivi in più il Liverpool non potrà cambiare la sua rotta. Un parere condivisibile, considerando improbabile la possibilità che i Reds possano proseguire la stagione alternando a centro area due centrocampisti o due giovani alle prime armi.
Reds con la pancia piena dopo aver raggiunto il tetto del mondo?
Al di là dei problemi di organico con cui ha dovuto convivere Klopp in questi mesi, certamente gli infortuni non possono essere considerati l’unica ragione della crisi del Liverpool. La squadra, infatti, ha iniziato a calare d’intensità già nelle ultime giornate della scorsa stagione e cioè quando aveva già vinto matematicamente il titolo. Una perdita di motivazioni che è costata i Reds la possibilità di superare quota 100 punti in classifica.
Questo atteggiamento è proseguito anche in diverse partite della stagione in corso, indipendentemente da chi scendeva in campo. In più occasioni, infatti, la squadra non ha mostrato la necessaria determinazione tanto nel fermare gli assalti avversari quanto nel concretizzare a suon di gol la propria mole di gioco. Con questo cambio di atteggiamento i Reds hanno mancato qualche vittoria nel corso dei mesi, per poi arrivare al massimo dell’involuzione nelle ultime 4 gare di campionato con 2 punti conquistati e 0 gol segnati.
Il trend negativo del Liverpool pone quindi diversi interrogativi che, come già anticipato, vanno al di là delle assenze. Probabilmente la squadra, già zoppa di suo per la mancanza di importanti leader tecnici ed emotivi, non ha più il fuoco che aveva gli anni scorsi quando era a corto di vittorie importanti. Una semplice e affrettata supposizione? Sta a Klopp e ai suoi ragazzi smentirla ritrovando la strada del gioco e dei risultati prima in campionato e, quando sarà il momento, in Champions League.
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