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Scandalo corruzione Qatar UE: un’inchiesta accusa politici del parlamento europeo di aver preso soldi dal Qatar. Proviamo a spiegare cosa sta succedendo.

Lo scandalo è servito: il Qatar avrebbe corrotto diversi politici europei per ricevere un trattamento di favore da parte delle istituzioni della UE. Questo il contenuto di un’inchiesta rivelata venerdì 9 dicembre dai media belgi, che rischia di gettare una nuova ombra oscura su Qatar 2022 e tutto ciò che lo circonda.

Un’indagine che è emersa da poco, ma ha già fatto diverse vittime eccellenti, tra cui anche alcuni italiani. Cerchiamo di capire allora cosa è successo e di cosa si sta parlando esattamente.

Scandalo corruzione Qatar UE: cosa è successo

L’inchiesta sulla corruzione tra il Qatar e alcuni politici della UE sarebbe iniziata a luglio 2022 in Belgio, ma è stata resa pubblica solo venerdì 9 dicembre, quando il quotidiano belga Le Soir ne ha rivelato i primi dettagli. Il giornale ha parlato dell’inchiesta dopo che la polizia di Bruxelles aveva iniziato a perquisire diversi uffici di europarlamentari, tra cui Marie Arena e Marc Tarabella, entrambi belgi ed esponenti del Partito Socialista Europeo (PSE).

Al momento non sono noti esattamente i dettagli dell’indagine, ma tutte le fonti sostengono che si tratterebbe di un’inchiesta per corruzione. Il governo del Qatar avrebbe versato mazzette a diversi europarlamentari per ottenere un trattamento di riguardo dalle istituzioni europee, specialmente per quanto riguarda le violazioni dei diritti dei lavoratori nei cantieri del Mondiale.

Alcune persone sono già state fermate per essere interrogate. Tra gli arrestati, il nome più importante è quello di Eva Kaili, 44enne vice presidente del Parlamento europeo. Kaili, che nel frattempo è stata espulsa dal PASOK (il Partito Socialista greco, membro del PSE), godrebbe dell’immunità diplomatica, ma sarebbe stata arrestata, secondo quanto riportato dal quotidiano belga L’Echo, perché nella sua abitazione la polizia avrebbe trovato “sacchi di contanti” che proverebbero la corruzione.

Scandalo corruzione Qatar UE: l’aiuto dei politici al Qatar

Non si sa ancora cosa esattamente avrebbero dovuto fare questi politici per aiutare il Qatar, ma nelle scorse settimane c’erano state diverse critiche al Parlamento europeo per il suo atteggiamento nei confronti di Doha, ritenuto troppo morbido.

Nella seduta dello scorso 21 novembre, in cui si era discusso delle violazioni dei diritti dei lavoratori, Kaili aveva dichiarato in maniera molto controversa che il Qatar è “un esempio in tema di diritti del lavoro” nel mondo arabo. La politica greca si riferiva all’abolizione della kafala avvenuta nel 2020, che però è stata contestata da molte ong che si occupano di diritti umani, poiché ritenuta solo di facciata. Nella stessa riunione, Tarabella aveva dichiarato che “il discorso unilateralmente negativo mi appare dannoso per l’evoluzione dei diritti in Qatar”.

Nella seduta si era discussa la richiesta fatta da Manon Aubry, 33enne eurodeputata francese della Sinistra europea, di una chiara presa di posizione del Parlamento contro le violazioni dei diritti umani in Qatar. La richiesta di Aubry era stata bocciata dall’assemblea, grazie ai voti decisivi del PSE, uniti a quelli del PPE (il Partito Popolare Europeo, di centrodestra, maggioritario in aula).

Scandalo corruzione Qatar UE: chi sono gli italiani coinvolti

Come detto, nell’inchiesta sono stati coinvolti anche politici italiani: i due nomi di cui si è discusso di piuù, entrambi arrestati ieri, sono quelli di Antonio Panzeri e Luca Visentini. Panzeri, 68 anni, è stato eurodeputato per il Partito Demcoratico e poi è passato ad Articolo Uno; Visentini invece è un noto sindacalista che ha lavorato in Italia con la UIL, e oggi è segretario generale Confederazione europea dei sindacati.

A Bergamo sarebbero state fermate anche la moglie e la figlia di Panzeri, rispettivamente di 67 e 38 anni. Ansa e La Repubblica aggiungo altri due nomi coinvolti nell’inchiesta: Francesco Giorgi, assistente del parlamentare europeo del PD Andrea Cozzolino, nonché compagno di Kaili; e Niccolò Figà-Talamanca, a capo della ong No Peace Without Justice.

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