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20 anni fa si giocava Corea del Sud – Italia, ultimo match degli Azzurri ai Mondiali asiatici, che sctenò molte polemiche sugli errori arbitrali di Byron Moreno.

Ci si attendeva tanto da quella Nazionale: c’era Trapattoni in panchina, Gigi Buffon in porta, Paolo Maldini in difesa, Damiano Tommasi a centrocampo, Bobo Vieri in attacco. E poi Cannavaro, Nesta, Materazzi, Del Piero, Totti, Filippo Inzaghi e molti altri ancora.

Era il primo Mondiale asiatico, e l’Italia c’era arrivata con una certa delusione del pubblico sia di casa che a casa per la mancata convocazione del redivivo Roberto Baggio. In tanti aspettavano l’exploit del Giappone di Hideotoshi Nakata, e invece finì per essere il Mondiale della Corea del Sud, che proprio superando a sorpresa l’Italia dimostrò che poteva ambire a un grande risultato.

Corea del Sud Italia: i retroscena del match

Gli Azzurri non avevano affatto dimostrato di essere irresistibili: superato facilmente l’esordiente Ecuador nell’esordio, si erano poi squagliati contro la Croazia (colpevole, per molti, Materazzi, chiamato a sostituire l’infortunato Nesta), e solo grazie a Del Piero avevano ottenuto il pareggio col Messico nel finale, decisivo per il passaggio del turno come seconda.

Per contro, la Corea del Sud stava catturando molte attenzioni: aveva vinto il proprio girone battendo Polonia e Portogallo, e pareggiando con gli Stati Uniti. Gli unici nomi noti della rosa, gli “europei” Seol Ki-hyeon dell’Anderlecht e Ahn Jung-hwan del Perugia, erano in realtà seconde linee di una squadra di sconosciuti messa però insieme con grande sapienza da un volpone con Guus Hiddink.

Corea del Sud Italia, comunque, era una gara i cui pronostici pendevano chiaramente per gli europei, che erano indicati come una delle favorite del torneo, anche solo per celebrare degnamente i 20 anni trascorsi dall’ultimo Mondiale vinto. Dal canto loro, i coreani avevano predisposto cori e striscioni che inneggiavano a ripetere l’impresa del 1966, quando l’altra Corea – quella del Nord – eliminò clamorosamente una favoritissima Italia dai Mondiali inglesi.

Corea del Sud Italia: cosa successe con Byron Moreno

L’uomo destinato a diventare il simbolo di quella partita fu l’arbitro ecuadoregno Byron Moreno: aveva 33 anni, ed era uno stimato direttore di gara in Sudamerica. Probabilmente non avrebbe lasciato alcun segno nella storia del calcio, se non fosse stato per quella partita del 18 giugno 2022 a Daejon.

L’Italia passò in vantaggio dopo 18 minuti grazie al solito Vieri (quarto gol in 4 partite), ma da quel momento incominciarono tutta una serie di episodi discussi, spesso in favore degli asiatici: Zambrotta esce infortunato per un brutto fallo di Choi Jin-cheul, non sanzionato; Del Piero viene colpito da una gomitata a gioco fermo da Kim Tae-young; e a due dalla fine Seol trova il pareggio che manda entrambe le squadre ai supplementari. Qui, prima rriverà l’espulsione di Totti per doppia ammonizione, poi il fuorigioco inesistente fischiato a Tommasi lanciato a rete. E infine, Ahn segnerà il golden gol che sancirà l’eliminazione azzurra.

L’arbitro Moreno divenne immediatamente il colpevole di quel risultato, additato come corrotto e anti-italiano (anche Trapattoni parlerà di un suo atteggiamento ostile agli Azzurri, che non aveva voluto salutare prima del fischio d’inizio). Non deposero a suo favore le accuse che ricevette in patria a settembre 2002, in merito alla possibile combine di una partita. A gennaio 2003, venne intervistato da José Altafini su Rai 2, dicendo che l’eliminazione dell’Italia non era stata colpa sua (cosa poi ripetuta in questi giorni sia alla Gazzetta dello Sport che a Fanpage) e cercando di smontare la teoria del complotto che lo vedeva coinvolto.

Le accuse ricevute in Ecuador si rivelarono poi infondate, e anche le inchieste della FIFA su Corea del Sud Italia lo assolsero. I problemi degli Azzurri erano stati evidenti già nelle partite precedenti, e contro i coreani erano stati sbagliati molti gol che avrebbero potuto indirizzare il risultato verso la qualificazione. Ciò nonostante, Byron Moreno divenne il capro espiatorio di quel tracollo.

Corea del Sud Italia: le conseguenze

Cosa successe poi? Beh, in Italia, com’era prevedibile, quasi nulla: nessuna riforma e nessun cambio in panchina, l’assetto della Nazionale – “scagionata” dalla condanna popolare del corrotto Moreno – rimase immutato, e due anni dopo agli Europei ci si rese conto che, anche senza torti arbitrali a cui aggrapparsi, l’Italia era ben lontana dall’immagine che aveva di sé.

La Corea del Sud arrivò fino al quarto posto perdendo di misura semifinale e finalina contro Germania e Turchia, ma lanciando tutta una generazione di talenti che impreziosirono il calcio europeo degli anni a venire. Uno su tutti l’ala destra Park Ji-sung, che seguì Hiddink al PSV Eindhoven e poi divenne una colonna del Manchester United.

Poi ci fu quello che accadde ad Ahn. L’attaccante del Perugia, 5 gol in due anni di Serie A, fu assieme a Byron Moreno l’altro “cattivo” di Corea del Sud Italia, colpevole di aver fatto il suo lavoro segnando un gol storico per la propria Nazionale. Il discusso (e discutibile) proprietario del Perugia Luciano Gaucci disse alla Gazzetta dello Sport che non avrebbe più pagato lo stipendio al giocatore che era stato la “rovina del calcio italiano”. Lo stesso Ahn non prese bene quelle dichiarazioni, e lasciò il Paese, trasferendosi a giocare in Giappone. Gaucci aveva promesso ai media che non lo avrebbe riscattato, e invece quella era stata la prima cosa che aveva fatto, per poi bandirlo e guadagnare dalla cessione di un uno degli uomini del momento.

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