Il Napoli di Luis Enrique è una delle più interessante suggestioni di questo ‘antipasto’ di calciomercato estivo. Come giocherebbero i partenopei?
Sarà lui il nuovo allenatore del Napoli? De Laurentiis sembra aver ormai chiuso le porte alla permanenza di Spalletti nella squadra campana, per cui i campioni d’Italia potrebbero ricominciare l’anno prossimo da Luis Enrique, l’ex tecnico della Spagna disoccupato dopo gli ultimi Mondiali.
I principali dubbi in merito a un suo arrivo al Napoli sono sulle possibilità di spesa che gli offrirebbe il presidente De Laurentiis. Sappiamo infatti che il patron degli azzurri ha improntato la gestione degli ultimi anni a un deciso contenimento dei costi, soprattutto in termini di monte ingaggi, avendo fissato anche un tetto salariale di 2,5 milioni a stagione per ogni giocatore. Luis Enrique è seguito anche dal PSG, un ambiente decisamente più caotico e con maggiori aspettative, ma che garantirebbe all’allenatore asturiano ampi margini di manovra sul mercato.
Dal canto suo, il Napoli si fa forza del fatto che Luis Enrique non è mai stato un tecnico che punta esclusivamente sulla forza economica delle proprie squadre. Ama costruire, scommettere e sperimentare. Lo si è visto anche con la Spagna, dove anche in assenza di risultati concreti ha avuto il coraggio di imporre un profondo rinnovamento della rosa delle Furie Rosse e inseguire anche delle novità tattiche. Inoltre, proprio in nazionale l’ex-tecnico del Barcellona non percepiva un ingaggio insostenibile (1,5 milioni di euro), per cui De Laurentiis non dovrebbe necessariamente fare follie per portarlo al Maradona.
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Luis Enrique: al Napoli per proseguire nel solco di Spalletti
L’altro aspetto più interessante di un possibile approdo di Luis Enrique al Napoli è ovviamente quello che riguarda l’aspetto tattico. Ragionando a grandi linee, l’asturiano ha idee molto vicine a quelle di Spalletti, improntate su un gioco offensivo, tecnico e organizzato attorno al possesso palla e la pressing alto. Inoltre, anche lo spagnolo ha sempre preferito il 4-3-3, per cui pure a livello di modulo ci sarebbe una evidente continuità.
Le principali differenze di gioco tra i due allenatori sono che Luis Enrique sfrutta molto di più le corsie laterali e coinvolge maggiormente la punta centrale nel suo gioco. Il primo aspetto non dovrebbe essere un grande problema, anzi: quest’anno in particolare, i terzini del Napoli hanno dimostrato di avere grande pericolosità offensiva (18 assist totali in tre giocatori), e con Luis Enrique questa caratteristica potrebbe migliorare ulteriormente.
Per quanto riguarda la punta centrale, questo giocatore avrebbe un ruolo più da falso nove che da finalizzatore puro (un particolare che, nella Spagna, ha creato non pochi problemi in zona gol, durante i Mondiali). Un tipo di gioco quindi molto diverso da quello con cui è esploso Osimhen. Il nigeriano, però, dovrebbe lasciare Napoli e con l’incasso per lui (150 milioni di euro stimati) ci sarà ampio margine per andare sul mercato a ingaggiare l’attaccante ideale per Luis Enrique. Ma con una punta con queste caratteristiche, qualcosa potrebbe cambiare anche sugli esterni: Kvaratskhelia ha già dimostrato grande confidenza con il gol (14 reti), ma Lozano e Politano non proprio (4 gol a testa). Il probabile addio del messicano dovrebbe aprire le porte a un nuovo arrivo, per cui anche in questo caso l’allenatore asturiano potrebbe essere accontentato.
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