Giovane, teorico del calcio, amante degli scacchi: chi è Pep Clotet, il nuovo allenatore del Brescia studiato da Bielsa e Guardiola
Chi mastica di calcio italiano non sarà sorpreso, o forse sì perché, stavolta, Massimo Cellino pare aver superato sé stesso. Il presidente del Brescia, squadra che al momento vivacchia nelle zone basse della Serie B, ha cambiato l’ennesimo allenatore della sua gestione: fino a qui tutto bene, ci siamo abituati, se non fosse che il vulcanico numero uno delle Rondinelle ha affidato la panchina della sua squadra a un giovanissimo emergente.
Pep Clotet è il nuovo allenatore del Brescia. Benvenuto Mister! 😉
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— Brescia Calcio BSFC (@BresciaOfficial) February 5, 2021
Se non avete mai sentito nominare Pep Clotet, infatti, non dovete assolutamente preoccuparvi: catalano di 37 anni, è un allenatore molto giovane che, a Brescia, arriva per prendere il posto dell’esonerato Davide Dionigi, cacciato a nemmeno una settimana dal rinnovo di contratto firmato con il club. Clotet ha già lavorato con Cellino ai tempi del Leeds e, chi lo conosce a fondo, ne parla come un innovatore moderno della panchina.
Chi é Clotet, il nuovo allenatore del Brescia
Classe 1997, Josep Clotet Ruiz comincia ad allenare all’età di 20 anni perché, contrariamente a molti suoi colleghi, lui una vera e propria carriera nel calcio non l’ha mai avuta. Parte dal Cornellà, piccola squadra dei sobborghi di Barcellona famosa per aver eliminato di recente l’Atletico Madrid dalla Copa del Rey, poi sale di livello all’Espanyol, dove alla guida dell’under 18 vince il campionato.
Apprese le basi del mestiere, Clotet decide di voler tornare ad allenare una prima squadra, ma visto che in Spagna sembra impossibile – nonostante, ai tempi dell’Espanyol, Pochettino parlasse molto bene di lui -, prende un aereo e si sposta molto a nord. In Svezia dirige Malmö e Halmstads, poi il Viking in Norvegia e infine, dopo una breve parentesi alla guida della squadra B del Malaga, sbarca a Swansea, in Galles.
Lì conosce Brian Laudrup, che si invaghisce professionalmente di lui e lo nomina suo vice, ruolo mantenuto anche quando il danese va via e al suo post si siede in panchina Garry Monk, ex gloria del club. Il rapporto tra Monk e Clotet proseguirà per qualche anno fino a Leeds, quando nella stagione 2016/17 Cellino di fatto fa la conoscenza del catalano. Che, nelle ultime due esperienze, ha diretto Oxford e Birmingham City, facendo esordire tra i grandi il gioiello inglese Jude Bellingham.
Lo stratega che piace ai grandi
Clotet a Brescia eredita una situazione ai limiti della disperazione, con la squadra in caduta libera che – nell’ultimo turno, con Daniele Gastaldello in panchina – si è fatta rimontare in casa tre gol dal Cittadella. Clotet è un teorico, di quelli che supplisce alla mancanza di esperienza in campo con uno studio profondo e meticoloso di ogni particolare possa interessare una partita.
Patito degli scacchi, il catalano ha sviluppato un suo metodo basato proprio sulle mosse del nobilissmo gioco di strategia, capace di conquistare molti degli allenatori che hanno avuto a che fare con lui. Anche Bielsa e Guardiola, in periodi differenti, si sono interessati al metodo di Clotet. In campo le sue squadre giocano principalmente un 4-4-2 molto ordinato e organizzato, senza troppe pretese.
Un calcio concreto, del quale effettivamente adesso il Brescia avrebbe bisogno per normalizzare una situazione abbastanza disperata. Una doppia retrocessione sarebbe una tragedia, ma va anche detto che, con un presidente come Cellino, non sarà facile lavorare. Clotet ha bisogno di un minimo di tempo per far assimilare il suo metodo alla squadra, ma la classifica piange e, di fatto, di tempo ne è rimasto poco. Tutto, quindi, starà a lui: se le cose andassero bene, il calcio italiano potrebbe scoprire un vero talento.
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