Cies, il rapporto dell’osservatorio calcistico sui vivai d’Europa più floridi: chi ha lanciato più giocatori e quali conclusioni si possono trarre da questo studio.
Soprattutto in un periodo come questo, contrassegnato da una forte crisi economica e dalla regressione di gran parte dei campionati e delle squadre, il tema dei vivai e del lavoro sui giovani è di estrema attualità. Si parla molto della cura dei settori giovanili come rimedio più importante e decisivo alla crisi che sta attanagliando il calcio e negli ultimi anni si stanno distinguendo quelle squadre che puntano con forza sui propri giovani. A tal proposito, è molto interessante analizzare il rapporto stilato dal Cies sui settori giovanili che lanciano più giovani in Europa e riflettere su cosa indica questa analisi.
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Cies, la classifica dei settori giovanili più floridi
Il rapporto stilato del Cies si basa su quanti giocatori militano nei 31 campionati UEFA per stabilire quali siano i settori giovanili più floridi, ovvero quelli che hanno lanciato più calciatori. Al primo posto, nemmeno a dirlo, c’è l’Ajax, con ben 81 giocatori lanciati. Seguono lo Shakhtar Donetsk a 75 e Sporting CP, Dinamo Kiev e Dinamo Zagabria, che si spartiscono la terza piazza con 70 calciatori lanciati.
La prima squadra proveniente da uno dei top 5 campionati europei in questa classifica è il Real Madrid, in settima posizione con 62 giocatori lanciati. Poi c’è il Barcellona, decimo, con 57 calciatori. Per quanto riguarda gli altri grandi campionati, le migliori in questa classifica sono l’Arsenal per la Premier, OL e PSG per la Ligue 1 e Stoccarda per la Bundesliga.
La prima italiana in questa classifica è l’Inter, con 26 giocatori. Restringendo il campo ai soli calciatori che militano nei cinque maggiori campionati europei, la squadra italiana che ha lanciato più giocatori è l’Atalanta, seguita da Roma e Milan. Numeri molto bassi comunque per le squadre italiane, che in generale non riescono a entrare nemmeno tra i primi 50 vivai europei.
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Cosa indica questa classifica
Il trend molto preoccupante che evidenzia questa classifica è la scarsa capacità delle squadre italiane di lanciare giovani che poi riescono ad affermarsi, non solo nei grandi campionati, ma in generale in Europa. Il dato più che qualitativo è quantitativo: vengono lanciati pochi giocatori, poi magari quelli che spiccano il volo riescono anche a fare discretamente bene, ma a livello quantitativo i vivai italiani sfornano pochi giocatori.
Ciò ovviamente comporta un abbassamento della percentuale di possibilità di poter accingere al proprio vivaio per rinforzare la propria rosa per le squadre italiane. Meno giocatori lanciati, meno possibilità interne, più bisogno di spendere sul mercato. L’equazione è semplice, e largamente insostenibile in un periodo come questo, dove di soldi da immettere sul mercato ce ne sono pochi.
Le squadre italiane, da anni ormai, devono invertire questo trend: investire sul settore giovanile può essere, anzi deve esserlo, un punto di partenza per provare a rilanciare un calcio economicamente debole e necessitante di soluzioni interne per crescere.
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