Le cessioni dell’Atalanta sono alla base del successo del club bergamasco, ma come sono andati questi giocatori una volta separatisi da Gasperini?
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“Le cessioni? Succede da anni, vengono venduti tanti giocatori perché arrivano squadre che offrono dieci volte quello che guadagnano qui” ha detto Gian Piero Gasperini ai microfoni di Sky Sport dopo la vittoria sul Bologna, che ha proiettato l’Atalanta al secondo posto in classifica.
Anche se nelle ultime stagioni la situazione si è stabilizzata e i bergamaschi riescono a trattenere le loro stelle con maggiore facilità, confermando sempre gli ottimi risultati, le cessioni illustri restano un fattore determinante negli equilibri economici del club. Il nome caldo di quest i giorni, per esempio, è Robin Gosens, che sarebbe seguito dall’Inter.
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Tra le tante cessioni dell’Atalanta di Percassi e Gasperini, poche però si sono rivelate acquisti mirati per i club che ci hanno investito.
Roberto Gagliardini
È il primo gioiello nerazzurro dell’era Gasperini ha lasciare Bergamo, quando nel gennaio 2017 si accorda con l’Inter. Da motore del centrocampo atalantino, Gagliardini si ritrova a essere un po’ un pesce fuori d’acqua a Milano: da Pioli a Spalletti a Conte, il suo ruolo è passato da punto di riferimento a centrocampo a riserva.
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Quando lasciò l’Atalanta, a soli 23 anni, sembrava destinato a una grande carriera; oggi, 26enne, è fuori dal giro della Nazionale e sembra ormai pronto a lasciare l’Inter in estate, in cerca di una squadra dove possa trovare maggiore spazio.
Franck Kessié
Ceduto al Milan l’estate successiva alla partenza di Gagliardini, e pagato nel complesso 32 milioni sebbene avesse solo 21 anni, Kessié è uno dei pupilli di Gasperini che ha avuto la carriera finora migliore lontano da Bergamo.
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Dopo un inizio difficile, sotto la guida di Pioli si è affermato come un pilastro della mediana rossonera e uno dei giocatori più importanti del club anche nello spogliatoio. Da sempre molto portato al gol, in questa stagione è divenuto pure il rigorista più affidabile del Milan, e già realizzato 10 reti e 5 assist in Serie A.
Andrea Conti
Arrivato al Milan assieme a Kessié per altri 24 milioni di euro, Conti ha avuto una carriera molto sfortunata: tormentato dagli infortuni al ginocchio, in rossonero ha fatto più infermeria che campo. A gennaio ha provato a rilanciarsi col Parma , ma anche qui, tra guai fisici e pessimo rendimento della squadra, le cose non stanno andando granché bene.
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Mattia Caldara
Un altro talento fermato dagli infortuni: Caldara era stato acquistato dalla Juventus già nel gennaio 2017, che voleva scommettere su di lui come erede di Chiellini, lasciandolo finire la stagione a Bergamo. Un anno e mezzo dopo approda a Torino, venendo però subito scambiato col Milan per Bonucci.
La nuova avventura lo ha visto totalizzare però solo 2 presenze in rossonero (una in Coppa Italia e una in Europa League) in altrettante stagioni. Da gennaio 2020 è di nuovo all’Atalanta, in prestito dal Milan, ma anche Gasperini ormai lo considera un comprimario.
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Bryan Cristante
L’Atalanta lo aveva preso dal Benfica, dov’era espatriato giovanissimo in cerca di fortuna, portandolo a diventare uno dei centrocampisti più interessanti della Serie A. A luglio 2018 lo ha acquistato la Roma per 27 milioni, ma nella Capitale Cristante non è mai riuscito a imporsi come avrebbe dovuto, pur giocando molto di frequente coi giallorossi.
Andrea Petagna
Il primo centravanti dell’era Gasperini, Petagna non è mai stato un gran realizzatore, ma una boa in grado di far salire la squadra e far rendere al meglio i compagni d’attacco. Nell’estate del 2019 anche lui cambiò squadra, ormai chiuso da Zapata, e si trasferì alla Spal per 12 milioni, dove cambiò radicalmente modo di giocare, concentrandosi più sull’aspetto realizzativo.
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Delle cessioni importanti dell’Atalanta, è stato l’unico a non essere passato direttamente a un club di categoria superiore, e forse questo lo ha aiutato a crescere più gradualmente. Oggi è di proprietà del Napoli, dove però sta trovando molto poco spazio.
Gianluca Mancini
Può essere ritenuto, con Kessié, il giocatore che ha fatto meglio in Serie A lontano da Bergamo. Arrivato nel 2019 alla Roma, dopo aver sostituito egregiamente Caldara in nerazzurro, Mancini si è immediatamente affermato come uno degli elementi più affidabili della rosa di Fonseca.
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Specialmente in questa stagione ha confermato di essere un giocatore pericoloso in zona gol (5 reti segnate con l’Atalanta, 4 quest’anno in giallorosso), e a 25 anni potrebbe riuscire a trovare un posto tra i convocati di Roberto Mancini per l’Europeo.
Timothy Castagne
Acquistato per 6,5 milioni da Genk, Castagne ha lasciato l’Atalanta la scorsa estate per 20 milioni, trasferendosi al Leicester, con cui oggi si trova sorprendentemente al terzo posto in Premier League. Il terzino belga ha già giocato 2.300 minuti, segnando 2 reti e servendo 4 assist ai compagni: la sua affermazione in un contesto come quello inglese è una delle grandi conferme del lavoro di ricerca di sviluppo dei giocatori svolto dall’Atalanta in questi anni.
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Papu Gomez
Una cessione sofferta di un giocatore simbolo della Dea, ormai arrivato alla rottura con Gasperini. La seconda giovinezza di Gomez sta però continuando a Siviglia, dove il Papu sta illuminando il goco della squadra di Lopetegui, che attualmente si trova addirittura in corsa per il titolo della Liga.
Cessioni Atalanta: le sorprese Diallo e Kulusevski
Due giocatori che a Bergamo si sono visti poco o nulla, per la verità, pur essendo di proprietà del club di Percassi. Qualche minuto appena in Serie A per l’ivoriano, che la scorsa estate è stato ceduto al Manchester United per 21 milioni di euro: ha solo 18 anni e tutta la carriera davanti, ma il suo inizio in Inghilterra (con un gol all’esordio in Europa League) fa ben sperare.
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Discorso simile per Kulusevski, 21enne esploso l’anno scorso in prestito al Parma e subito acquistato dalla Juventus per 35 milioni. Lo svedese sta avendo una buona stagione a Torino, considerando le difficoltà degli uomini di Pirlo, e anche su di lui ci sono legittimamente grandi speranze.
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