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La Sampdoria è da tempo in vendita, e nel corso del 2019 era sembrata a un passo dalla cessione a un gruppo capeggiato dall’ex-calciatore Gianluca Vialli, ma tutto si arenò. Oggi si torna però a parlare delle trattative.

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Com’è andata veramente la storia della mancata cessione della Sampdoria al gruppo Vialli? un argomento di oltre un anno fa che oggi torna d’attualità grazie alle parole di Gianluca Vidal, commercialista del presidente doriano Massimo Ferrero, pubblicate oggi sul Secolo XIX.

Vidal ricostruisce la vicenda, ovviamente dal punto di vista del suo cliente, e racconta cosa non andò per il verso giusto nella trattativa. Un evento che segnò anche la fine del rapporto tra la proprietà e la tifoseria, a fronte anche dei debiti del club, oggi saliti a più di 50 milioni di euro.

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Gli acquirenti della Sampdoria

Ferrero è sbarcato a Genova nel giugno 2014, rilevando la Sampdoria a titolo gratuito dalla famiglia Garrone. Ex-attore e poi produttore cinematografico romano, si è fatto subito notare in Serie A per lo stile bizzarro, anche se alcuni hanno notato anche i suoi guai con la giustizia: lo stesso giorno in cui acquistò la Sampdoria, Ferrero patteggiava un anno e 10 mesi di carcere per bancarotta fraudolenta. Negli anni a seguire, è stato spesso al centro di indagini per reati finanziari, e ha dovuto anche subire sequestri e pignoramenti.

 

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La situazione economica di Ferrero si è aggravata ulteriormente a fine 2018, quando è stato accusato di aver sottratto 1,2 milioni dalle casse della Sampdoria per coprire i suoi debiti personali. In quel periodo, il club blucerchiato, sotto la guida di Marco Giampaolo, stava vivendo un buon momento sia in termini di risultati che di gioco, ma le notizie su Ferrero aprirono una crepa tra presidente e tifosi, che iniziarono a chiedere a gran voce che l’imprenditore cedesse la società prima di farla fallire.

Così, nel corso dell’anno successivo si iniziò a parlare di un cambio di proprietà: a marzo 2019, emerse una cordata guidata da Gianluca Vialli, ex-giocatore della Sampdoria e opinionista tv, alle cui spalle c’era un gruppo di investitori stranieri. I due nomi principali del gruppo erano quelli di James Dinan, americano a capo del fondo d’investimento York Capital, e Alex Knaster, del fondo anglo-russo Pamplona Capital Management. Vialli era la figura di riferimento e il coordinatore del gruppo, assieme al suo socio Fausto Zanetton, che con l’ex-calciatore ha fondato la piattaforma di crowdfunding Tifosy, e ha grande esperienza nelle banche d’affari londinesi.

La cordata offrì circa 50 milioni a Ferrero, che però rifiutò e si rivolse a un nuovo aquirente, il fondo Aquilor, che sarebbe stato sostenuto da Abd Allah bin Mus’id Al Sa’ud, principe saudita e proprietario dello Sheffield United. Aquilor sembrava disposto a offrire 120 milioni, la cifra che Ferrero riteneva accettabile per cedere la Sampdoria, ma anche questa trattativa non si concretizzò a causa di un contenzioso di Al Sa’ud con il suo socio in Inghilterra.

Il fallimento della trattativa

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Ad agosto, il gruppo Vialli tornava in gioco, mettendo sul tavolo 83 milioni di euro, debiti esclusi, ma ancora una volta Ferrero rifiutava, e andava ai microfoni di Sky a lamentarsi, dicendo che non vedeva l’ora che la storia finisse e che era stufo degli insulti dei tifosi. Accusò anche la cordata di non voler dare il giusto valore alla Sampdoria, e disse di aver fatto quanto possibile per andare loro incontro, abbassando le sue richieste come favore a Vialli.

sampdoria

Fonte Immagine: @_cerocisonocisaro_ (Instagram)

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Ora, Vidal dice che in realtà Ferrero avrebbe accettato gli 83 milioni, ma non sarebbe stato d’accordo sulle garanzie offerte della cordata russo-americana. Secondo il commercialista, a far fallire la trattativa sarebbero stati in definitiva Dinan e Knaster, vedendo il pessimo inizio di campionato della Sampdoria (che nel frattempo aveva perso Giampaolo, passato al Milan, e alcuni importanti giocatori) e decidendo di fare una nuova offerta inaccettabile per Ferrero, così da potersi tirare indietro.

A ottobre 2019, comunque, proprio Vialli spiegava che l’acquisizione della Sampdoria era fallita perché “non abbiamo trovato l’accordo sul prezzo”. Le parole di Vidal di oggi non aggiungono molto alla vicenda, ma confermano le cifre che erano circolate all’epoca, e spostano le responsabilità della rottura dal suo cliente ai potenziali acquirenti.

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I guai di Ferrero sono ben lungi dall’essere risolti: a gennaio 2020, presentava richiesta di un concordato preventivo per evitare il fallimento di Eleven Finance, la sua società immobiliare e cinematografica, gravata da debiti per 121 milioni di euro (sì, grossomodo la cifra che Ferrero sperava di ottenere dalla cessione della Sampdoria). A luglio, l’inchiesta sui fondi sottratti al club è sfociata in un rinvio a giudizio con le accuse di appropriazione indebita, truffa, autoriciclaggio e dichiarazione fraudolenta.

La vendita della Sampdoria è divenuta quindi un affare sempre più pressante per Ferrero, ma per sua sfortuna la cordata Dinan-Knaster sembra nel frattempo essersi sfaldata. Inizialmente, si era parlato di un possibile nuovo accordo tra Vialli e Gabriele Volpi, il discusso imprenditore ligure patron dello Spezia, ma ad oggi non è emerso nulla di concreto (e la promozione dello Spezia in A rende impossibile per Volpi controllare entrambi i club).

Qualche giorno fa, Vidal ha costituito un trust di nome Rosan nel quale far confluire tutte le quote di Sport e Spettacolo, la società attraverso cui Ferrero controlla la Sampdoria, così da facilitarne la vendita. In quest’ottica, la ricostruzione della trattativa col gruppo Vialli pubblicata oggi sul Secolo XIX potrebbe essere interpretata come un tentativo di riportare la cessione del club sui giornali e solleticare l’interesse di nuovi possibuli acquirenti.

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