Cessione Genoa: un affare che va avanti da anni, e che ancora non vede la conclusione. Secondo le indiscrezioni, ci sarebbe un accordo, ma (per adesso) non i soldi. Così la trattativa, nello scetticismo generale, è rinviata a gennaio.
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Sta per concludersi la telenovela della cessione del Genoa? Probabilmente è ancora presto per dirlo, ma le indicazioni che arrivano dall’edizione genovese della Repubblica puntano in questa direzione: a gennaio, secondo il quotidiano, ripartirà la trattativa tra il presidente Preziosi e la holding piemontese Made in Italy Investimenti.
Da tempo il presidente del club ligure è in cerca di acquirenti, ma nessun accordo era ancora stato messo sul tavolo, e anzi le prime opzioni erano state rapidamente liquidate. Il Genoa, che è di proprietà del patron della Giochi Preziosi dal 2003, negli ultimi anni ha avuto diversi problemi di debiti (che pare ammontino a circa 130 milioni) e di fatto vive in un limbo da quando il suo presidente ha deciso di metterla in vendita e diminuire le spese.
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Preziosi Genoa, un rapporto complicato
Il rapporto tra l’imprenditore campano e il club rossoblù è sempre stato di alti e bassi: al suo arrivo a Genova, Preziosi fu accolto con un certo scetticismo, dovuto alle passate esperienze nel calcio (Saronno e Como, con cui aveva conseguito diverse promozioni, ma che poi aveva lasciato miseramente fallire), ma col tempo ha dimostrato attaccamento al club, di cui appunto è a capo da quasi vent’anni.
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In questo lungo periodo, il Genoa ha affrontato momenti positivi (il quinto posto del del 2009, con la qualificazione all’EuropaLeague) ma anche molto negativi (la retrocessione d’ufficio in C1 nel 2005 per illecito sportivo). Negli anni, il rapporto coi tifosi è sempre corso sul filo del rasoio, precipitando in tempi recenti, con aperte contestazioni per spingere il presidente alla cessione.
Lo scorso febbraio, la Gradinata Nord si riempì infatti di cartelli con su scritto solamente “Vattene”, un messaggio inequivocabile rivolto a Preziosi che, pochi mesi dopo, vedeva 15 ultras genoani indagati per estorsione ai suoi danni, oltre che per violenze fisiche e psicologiche. Sempre a giugno, il presidente sbottava pubblicamente contro i tifosi, accusandoli di essere irriconoscenti nei confronti del suo lungo operato al Genoa.
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Cessione Genoa: chi sono gli acquirenti
Dal canto suo, Preziosi ha sempre sostenuto di voler cedere il Genoa solo a “un imprenditore capiente”, pur senza mai chiarire cosa intendesse esattamente con questa affermazione. L’attuale acquirente del club è, come detto, Made in Italy Investimenti, una holding con sede ad Acqui Terme e guidata da Pier Domenico Garrone (solo omonimo dell’ex-presidente della Sampdoria) e Andrea Bruzzone. Si tratta di una società piemontese focalizzata sugli investimenti sul territorio, nei settori delle infrastrutture, del turismo, dell’energia e dell’agroalimentare, che attraverso l’acquisizione del Genoa potrebbe espandersi solidamente anche in Liguria.
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Negli ultimi tempi, diversi nomi sono stati accostati al Genoa (l’agente di calciatori Gustavo Mascardi e l’impenditore Giulio Gallazzi, presidente della società di consulenza SRI Group), ma Made in Italy è stato il gruppo che più di tutti è andato vicino a chiudere le trattative. Solo che, a fine ottobre, tutto si era improvvisamente arenato e Preziosi, intervistato dal Secolo XIX, aveva commentato la trattativa con un laconico “Lasciamo perdere”.
Oggi, Repubblica rivela i motivi dello scetticismo del presidente rossoblù: l’accordo era stato trovato sulla base di 30 milioni più la copertura dei debiti del club, ma al momento della firma i soldi non erano arrivati. Una possibilità di accordo esisterebbe ancora, e le parti si dovrebbero risentire il mese prossimo, ma questi presupposti non sembrano deporre a favore della tranquillità dei tifosi.
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