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Il Celtic ha quasi consegnato di fatto il titolo ai Rangers dopo un inizio 2021 da incubo, tra il derby perso e le polemiche sul ritiro a Dubai che al ritorno in Scozia ha fermato in modo precauzionale metà della rosa e il manager Lennon.

In quella che può essere definita una vera e propria “stagione maledetta”, dove niente è girato per il verso giusto, anche un semplice ritiro per cercare di ritrovare le energie perdute può trasformarsi in un clamoroso autogol. Succede al Celtic Glasgow, passato nel giro di pochi mesi dal dominare il calcio scozzese a incappare in un errore dietro l’altro.

Gli ultimi in ordine di tempo sono i due pareggi consecutivi in campionato contro Hibernian e Livingston, un doppio passo falso che di fatto rischia di chiudere definitivamente i conti per la vittoria del campionato in favore dei Rangers, gli eterni rivali che guidano la classifica ancora imbattuti e con ben 21 punti di vantaggio.

Vero è che il Celtic deve recuperare tre gare e che la particolare formula della Premiership scozzese potrebbe permettere ancora di sperare, ma la superiorità dei Rangers in questa prima parte di stagione rispetto ai Bhoys è stata schiacciante: lo dice la classifica appunto, lo dicono i numeri e lo ha detto l’Old Firm, il derby del 2 gennaio perso a causa di un autogol di Callum McGregor.

Celtic a Dubai, l’ennesimo autogol di una stagione storta

Subito dopo la gara persa con i Rangers era arrivata la partenza per Dubai: una settimana di ritiro negli Emirati Arabi Uniti in cui il manager Neil Lennon – finito nel mirino dei tifosi che ne chiedono da tempo l’allontanamento – sperava di ritrovare le energie perdute, fisiche ma soprattutto mentali.

Con il senno di poi possiamo dire che non sia stata una buona idea. Prima di tutto per l’immagine, dato che i tifosi non hanno apprezzato quella che è stata vista come un’immeritata “vacanza al caldo”: un’interpretazione sicuramente forzata che però era da mettere in conto dopo una prima parte di stagione più che deludente.

Criticato anche dal primo ministro scozzese Nicola Sturgeon, che aveva parlato di una scelta fuori luogo e di privilegi di cui il club avrebbe finito con l’abusare, il ritiro di Dubai si è concluso al ritorno a Glasgow con il tampone positivo al coronavirus per il centrale difensivo Christopher Jullien e il conseguente isolamento di 13 membri della rosa, oltre che del manager Lennon e di due assistenti.

I successivi pareggi con Hibernian e Livingston sono arrivati dunque con un Celtic decimato, una situazione quasi tragicomica che non ha fatto altro che aumentare la rabbia dei tifosi, che continuano a chiedere al club una completa rifondazione che dovrebbe partire dall’allontanamento di Lennon.

Celtic, Lennon contrattacca: “Nessun privilegio”

Dopo aver subito critiche continue in questo inizio di stagione da incubo, però, il manager del Celtic ha deciso di reagire arrivando a smentire lo stesso amministratore delegato del club Peter Lawwell, che aveva risposto al primo ministro definendo “un errore” il ritiro di Dubai.

“Appena il Celtic viene ritenuto colpevole di qualcosa – bang! – tutti quanti volete il sangue. È assolutamente scandaloso, e le conseguenze sono andate troppo oltre. Siamo tornati e ci siamo ritrovati assolutamente decimati da questi protocolli: non sono convinto che sia una questione di salute pubblica, per me è qualcosa di politico, anche se non mi metterò a lottare contro il governo.”

Lennon si riferisce ai protocolli che hanno portato all’isolamento dei giocatori e dello staff, e che hanno riguardato chiunque si era seduto in aereo nei pressi di Jullien. Un’esagerazione per il manager, anche se nei giorni successivi è spuntato fuori un altro giocatore positivo al tampone.

“Le mie scuse vanno ai tifosi, perché 13 giocatori e 3 membri dello staff si sono dovuti isolare per 10 giorni. Il che è ridicolo. Non intendo scusarmi per nient’altro, certo non per aver portato la squadra ad allenarsi una settimana. Il senno di poi è una cosa meravigliosa. Abbiamo fatto tutto il possibile per evitare i danni.”

Lennon ha concluso sottolineando che non c’è stato alcun abuso dei cosiddetti privilegi e accusando i media di aver dipinto tutta la situazione nel modo sbagliato, dato che quello che è successo a Dubai sarebbe potuto succedere anche a Glasgow. Una presa di posizione che fa discutere, lo scatto di orgoglio di chi sente di poter ancora salvare una stagione fino a oggi maledetta.

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