Camavinga, durante la sua presentazione al Real Madrid, ha parlato della fuga dalla guerra che ha segnato la sua vita, rivelando un dettaglio poco conosciuto della sua storia.
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“Dover scappare dalla guerra mi ha reso più forte” ha detto Eduardo Camavinga nella sua conferenza stampa di presentazione come nuovo giocatore del Real Madrid, dopo l’acquisto per 31 milioni più bonus dal Rennes, avvenuto nel finale del calciomercato.
Il non ancora 19enne talento francese ha rivelato così un dettaglio ignoto alla maggior parte dei tifosi, di cui i media hanno sempre parlato poco: la vita del nuovo centrocampista dei Blancos è stata infatti segnata da un conflitto che lo ha costretto ad abbandonare l’Africa.
Camavinga e la guerra
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Camavinga è di nazionalità francese, ma basta una rapida lettura della sua scheda per sapere che è nato nel 2002 in Angola, una ex-colonia portoghese. Più precisamente a Cabinda, una provincia separata dal resto del Paese, e si trova contesa tra i confini della Repubblica del Congo e la Repubblica Democratica del Congo, un tempo nota come Zaire.
At only 18, French footballer Eduardo @Camavinga is one of Europe’s brightest young stars ⭐⚽
Many already know about his exciting talent. Now hear his story, starting at a refugee camp in Angola. @433 pic.twitter.com/Ibrubp4iIr
— UNHCR, the UN Refugee Agency (@Refugees) August 30, 2021
I genitori di Camavinga, Celestino e Sophie, sono originari di quest’ultimo Paese, calcisticamente noto per aver preso parte ai Mondiali del 1974, prima Nazionale dell’Africa nera a giocare la fase finale di una Coppa del Mondo. A quei tempi, lo Zaire era sotto il controllo del dittatore Mobutu, alla cui morte nel 1997 il Paese precipitò nel caos, venendo devastato da una grande quantità di conflitti.
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Nell’estate del 1998 scoppiò il più violento e drammatico, la Seconda guerra del Congo (la prima si era conclusa poco più di un anno prima). Si tratta di un conflitto poco conosciuto in Europa, ma la cui intensità ne fa uno degli eventi peggiori del Novecento: è considerato il conflitto più cruento dopo la Seconda guerra mondiale, che nel corso di cinque anni ha coinvolto otto nazioni africane e causato 5,4 milioni di morti e diversi milioni di profughi.
I coniugi Camavinga furono tra questi: all’inizio degli anni Duemila fuggirono dalla Repubblica Democratica del Congo, entrando come rifugiati nell’enclave angolana di Cabinda. Eduardo, uno dei loro cinque figli, è nato così in un campo profughi nei pressi della città di Miconje, e lì è cresciuto fino all’età di 2 anni.
Nuova vita in Francia
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Nel 2004, la famiglia Camavinga ha ottenuto la possibilità di trasferirsi in Europa, arrivando così a Fougères, una cittadina di 20.000 abitanti in Bretagna, a nord-est di Rennes, dove Eduardo fu iscritto alla squadra locale e, poco tempo dopo, venne notato dagli osservatori del Rennes.
Durante i suoi primi anni in Francia avvenne un altro evento abbastanza drammatico, l’incendio dell’abitazione in cui vivevano lui e i suoi famigliari, che distrusse tutto ciò che avevano. “Persero tutto” ricorda Nicolas Martinais, che all’epoca allenava il giovane Eduardo. I Camavinga sopravvissero grazie alla carità e alle donazioni della popolazione locale, e alla loro forza di volontà. Celestino disse al figlio: “Non preoccuparti: un giorno diventerai un grande calciatore e ricostruirai questa casa”.
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All’epoca Eduardo aveva 11 anni, e sebbene era già considerato un talento, nessuno avrebbe immaginato che solo cinque anni più tardi, ancora adolescente, avrebbe fatto il suo esordio in Ligue 1, bruciando le tappe fino a diventare, in pochissimo tempo un titolare inamovibile del Rennes, esordendo anche in Champions League prima ancora di diventare maggiorenne. Nel 2019 ha finalmente acquisito la cittadinanza francese, e adesso è un giocatore del Real Madrid.
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