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José Callejon è finito ai margini della Fiorentina: cronistoria di un rapporto mai decollato, tra incertezze tecniche ed equivoci tattici

Quando nell’ultimo giorno di mercato estivo la Fiorentina ufficializzò l’arrivo di José Callejon, i tifosi della viola si chiesero se l’operazione non fosse stata fatta solo per una scelta di convenienza e non per reali esigenze di squadra. A pochi mesi dall’accordo, si può dire che gli scettici avevano ragione: l’esterno spagnolo, infatti, non ha mai inciso veramente.

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Anzi, con l’arrivo di Prandelli il suo già basso minutaggio è ulteriormente diminuito, quasi a farlo scivolare in fondo alle gerarchie della Fiorentina. Il problema è reale, ma si risolverà automaticamente tra qualche mese: infatti, il contratto di Callejon scade il 30 giugno e, per le condizioni attuali, è assai improbabile che l’esterno ex Napoli possa fermarsi a Firenze esercitando l’opzione di rinnovo.

callejon

Fonte immagine: @firenzeviola_it (Twitter)

Impiego col contagocce

Numeri alla mano, Callejon è uno dei calciatori di movimento ad aver giocato meno, sia in termini di presenze che, soprattutto, di minuti passati in campo. Nella rosa della Fiorentina, prendendo in esame soltanto centrocampo e attacco, gli unici ad essere utilizzati meno dello spagnolo sono il trequartista francese Eysseric, impiegato più frequentemente di recente, e il neo arrivato Kokorin.

Il problema quindi è reale e, di conseguenza, ci si domanda per quale motivo la Fiorentina abbia deciso di implementare nella propria rosa un calciatore con le caratteristiche di Callejon, che evidentemente mal si sposa con le idee tecnico-tattiche dei due allenatori che si sono succeduti in stagione sulla panchina della squadra viola.

Callejon, da occasione a spreco

La motivazione principale è senza dubbio legata al fatto che, la Fiorentina, ha perso Federico Chiesa al fotofinish e non c’era più tempo di intervenire in entrata con un profilo ugualmente funzionale al nuovo esterno della Juventus. Perciò è arrivato Callejon, sbarcato in città a parametro zero, sperando di poter ripetere l’operazione Ribery.

Ma il francese è un campione, lo spagnolo un buon calciatore da sistema, inserito in un contesto che non lo valorizza per quelle che sarebbero le sue peculiarità. Infatti, Callejon è un calciatore da tridente offensivo, cosa mai vista – se non in rari casi, sempre e solo per esigenze di risultato – alla Fiorentina di quest’anno.

Prima Iachini e poi Prandelli, infatti, hanno insistito sul 3-5-2 come modulo base, un sistema nel quale Chiesa si era ritagliato un posto da esterno a tutta fascia, largo sulla destra. Callejon non ha nelle corde questo calcio, in primis perché non è un calciatore in grado di giocare in profondità e, in secondo luogo, perché a 34 anni la gamba comincia a girare molto meno.

Così l’epilogo sarà inevitabile: lo spagnolo a fine stagione andrà via e probabilmente farà rientro a casa, per sparare le ultime cartucce di una carriera comunque molto significativa. Anche perché, e questo va sottolineato con la matita rossa, il suo è un ingaggio che pesa molto sul bilancio della Fiorentina, decisa ad abbattere il monte stipendi tagliando le spese inutili. Come quella di chi guadagna da titolare, ma nei fatti è l’ultima delle riserve.

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