La Norvegia, oltre alla sostenibilità ambientale e a un tasso molto basso di contagi da coronavirus – ormai sono notizie da dare -, ultimamente sta esplodendo anche nel calcio. Grazie a Erving Haaland, il calcio norvegese è tornato al centro dell’approfondimento mediatico tramite l’attaccante del Borussia Dortmund, che ha riaperto lo storytelling intorno ai suoi colleghi e, soprattutto, ai suoi coetanei.
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Perché con Haaland si è tornato a parlare di Odegaard, adesso stabilmente convocato al Real Madrid, e di una vasta gamma di talenti scandinavi. Ajer, Berge, Hauge, Evjen, Sorloth. Non sono vichinghi né boscaioli, sono anzi dei talenti perfetti per il calcio moderno e cresciuti in una cultura – sportiva e non – iper progressista. Per questo, con loro, non serve retorica, ma solo tanto occhio clinico.
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Un gran difensore: Kristoffer Ajer del Celtic
Negli ultimi mesi, molte squadre in cerca di difensori giovani hanno bussato al Celtic per questo giocatore. In termini di difensori, gli scozzesi sembrano essere ben preparati: l’ultimo partito a cifre importanti è stato Virgil Van Dijk. Kristoffer Ajer (1998) è un altro tipo di giocatore, ma comunque molto valido. Non è un marcatore perfetto, eppure con i piedi e di testa è fenomenale – 198 centimetri di altezza. In tre stagioni scozzesi – questa appena iniziata è la quarta – ha giocato 140 partite e segnato sei gol.
E’ un centrale difensivo che in caso può giocare anche come mediano, e questa è un’ulteriore certezza di come palla al piede sia molto bravo e abbia una discreta abilità nella visione di gioco. D’altronde, questo centrale norvegese è esploso con Brendan Rodgers, allenatore che al Celtic ha permesso a molti talenti di completare il proprio download.
Il calcio norvegese è pieno di centrocampisti
Anno scorso Sander Berge era uno dei talenti più attenzionati d’Europa. Giocava nel Genk, e in Champions League aveva costruito un’immagine di se di un giocatore moderno, di un centrocampista con una gran visione di gioco e un gran know how di come si costruisce un’azione. E così è. Berge è passato dal calcio norvegese (Valerenga) al Genk allo Sheffield United, in Premier, e anno scorso, ci ha messo un po’ a far vedere il suo talento. Il campionato inglese non è facile, eppure, la sua intelligenza di centrocampista si è vista: quest’anno, con lo Sheffield da inizio stagione, ci si aspettano cose importanti.
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Di Jens Hauge si è detto molto negli ultimi giorni. Il passaggio in due anni dalla seconda divisione norvegese al Milan è una storia che non può passare inosservata. Soprattutto se ci si allega anche la prima convocazione nella nazionale maggiore, quella dove ritroverà anche questi altri talenti e, d’ora in poi, compagni nella Norvegia.
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Un altro centrocampista norvegese molto bravo – ma meno chiacchierato – è Hakon Evjen dell’AZ Alkmaar. Il classe 2000 è arrivato in Eredivisie anno scorso, anche lui dal Bodo/Glimt. Non ha giocato molto ma ha già alcune presenze in Europa League: il giusto per far vedere un po’ del suo talento con il mancino. Come Hauge, Evjen non è forte fisicamente, anzi, è abbastanza esile, ma come il collega del Milan ha una gran dimestichezza palla al piede. Sopratutto, da centrale di centrocampo, ha un’ottima visione di gioco, legge benissimo le azioni e quest’anno, dicono in Olanda, sarà l’anno della sua attestazione nel calcio europeo di livello.
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Il futuro in attacco oltre Haaland
Se ti dicono che c’è un attaccante, giovane, scandinavo, e attualmente nella rosa del Lipsia, devi fidarti che è forte. O almeno che lo diventerà (in breve tempo). Alexander Sorloth è il più grande di questa truppa del calcio norvegese, un classe 1995, al Lipsia da questa stagione – prima era al Trabzonspor e al Crystal Palace. Anche qui è un gigante, alto 1,95 metri, con una gran forza fisica e un buon tiro. Un attaccante anche lui moderno e adatto per un calcio associativo, ma che in Turchia ha sempre giocato come unica punta. Insomma, nonostante il fisico molto impostato, Sorloth è uno che può adattarsi a diversi tipi di calcio.
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L’esplosione e l’hype di questi giocatori sono dovuti al fatto che, tutti, hanno una garanzia tecnica rara da trovare in altre federazioni. In Norvegia il calcio è integrato nella società come fosse una scuola, non è alternativa a nulla. E soprattutto, c’è una volontà di migliorare il sistema sportivo e costruire una nazionale forte per gli impegni futuri. Questi giocatori giocano fin da subito con la palla e in strutture eccezionali, non c’è pressione, e tanti partono già da giovanissimi verso le prestigiose accademy dei club più blasonati. Se dobbiamo scegliere dei giocatori da seguire, al primo posto mettiamo loro.