Chi sono i calciatori gay che hanno fatto coming out? Quali sono le loro storie? Omosessualità e calcio: un binomio di difficile decifrazione
Sono nove i calciatori gay che ad oggi hanno fatto coming out. Tra chi ormai è in pensione da tempo e chi invece sta ancora giocando, il primo gruppo è quello che ha scelto di raccontarsi. Una particolarità che sottolinea il rapporto atavico tra questo sport e l’omosessualità.
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L’omosessualità come un crimine: Justin Fashanu
Era il 1990 e Justin Fashanu, calciatore del Norwich e del Nottingham Forrest di Brian Clough tra le altre ed astro nascente del calcio inglese a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, decise di uscire allo scoperto annunciando la propria omosessualità. Riteneva, il ragazzo, di aiutare molti altri sportivi a trovare il coraggio di raccontarsi, ma le sue dichiarazioni gli si ritorsero contro gettandolo in una complicata spirale.
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Il suo allenatore Brian Clough lo chiamò “finocchio” davanti a tutto lo spogliatoio, la comunità Nera si disse offesa dalle sue affermazioni e persino suo fratello John, anch’egli calciatore, rinnegò il suo legame con Justin. Un colpo dopo l’altro che, nonostante essere finito al 99º posto nella classifica dei Top 500 tra gli eroi gay e lesbiche su The Pink Paper, abbatté il giovane Fashanu.
Trasferitosi in Canada e scappato in Inghilterra dopo un accusa di stupro ai danni di un giovane ragazzo, il primo calciatore a dichiarare la propria omosessualità si suicidò il 3 maggio 1998, lasciando questo agghiacciante messaggio:
“Desidero dichiarare che non ho mai e poi mai stuprato quel giovane. Sì, abbiamo avuto un rapporto basato sul consenso reciproco, dopodiché la mattina lui mi ha chiesto denaro. Quando io ho risposto “no”, mi ha detto: “Aspetta e vedrai”. Spero che il Gesù che amo mi accolga: troverò la pace, infine.”
Emblematico, dal suo sviluppo al suo epilogo, il caso del giovane Fashanu del rapporto tra calcio e omosessualità: un tabù difficile da scardinare, che oggi come trent’anni fa sembra quasi insormontabile.
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I calciatori gay che hanno fatto coming out: la scelta di Antòn Hysen
Ventun anni dopo, nel 2011, è Antòn Hysen a confessare il proprio orientamento sessuale ad un’intervista rilasciata ad Offside. Il giocatore, che oggi milita nel Torsland IK nella seconda serie svedese, fu definito “a global one-off” dalla BBC che riprese la notizia elogiandone il coraggio. Albin Ekdal, suo compatriota, sottolineò recentemente come nel calcio non ci sia ancora la giusta tranquillità per dichiarare la propria omosessualità senza paura di conseguenze pratiche e psicologiche.
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Nel corso del convegno del Parlamento Europeo “Sport vs Omophobia: a must-win game”, Ekdal ha cercato di portare la visione svedese a tutto il mondo del calcio e dello sport affermando come sia fondamentale cambiare il modo di reagire a quelli che oggi come allora si possono definire veri e propri atti di coraggio personale.
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In questo caso si può partire da un assunto: nel mondo del calcio vi è una separazione importante tra universo femminile e maschile, sopratutto per quello che riguarda la questione omosessuale.
Se Megan Rapinoe, Pallone d’Oro 2019 dopo la vittoria del Mondiale di Francia, si è finanche spinta a discutere con il presidente Trump via Twitter per affermare il proprio diritto a dichiarare il proprio orientamento sessuale, moltissime altre sono le calciatrici in attività e non, ufficialmente omosessuali.
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Nel mondo del calcio maschile è invece, come abbiamo già osservato, più complicato dare il via a una catena di confessioni prive di qualsivoglia conseguenza: è del 2011 il coming out di David Testo, ex calciatore del Montreal Impact che al termine della sua carriera affidò la propria confessione a Radio Canada.
Nel 2013 fu il centrocampista Robbie Rogers, ex Columbus Crew, a dichiararsi omosessuale. Nel 2014, a 26 anni, il giovane accettò l’offerta dei LA Galaxy diventando così il primo calciatore dichiaratamente omosessuale a conquistare un titolo pro-team negli Usa con la vittoria della Coppa della Major League da parte della squadra di Los Angeles.
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Infine, per gli Usa, Matt Pacifici, ex portiere classe ’93: a soli vent’anni si allena con la prima squadra dei Columbus Crew prima di subire un brutto colpo e di doversi ritirare a causa della diagnosi di tachicardia postulare ortostatica. Sei anni dopo il suo ritiro, nel 2019, annuncerà la sua omosessualità tramite social network.
Calciatori gay che hanno fatto coming out ancora in attività
Due i calciatori gay che hanno fatto coming out ancora in attività oltre a Hysen: Collin Martin e Andy Brennan. Il primo, classe ’94, ha dichiarato la propria omosessualità nel 2018 senza ottenere particolari conseguenze dal punto di vista lavorativo. Oggi gioca al San Diego Loyal, dopo che l’Hartford ha interrotto il prestito dal Minnesota United lo scorso 30 novembre.
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Andy Brennan milita invece nel Green Gully i Australia e si dichiarò omosessuale nel maggio 2019 in un’intervista all’Herald Sun diventando il primo calciatore australiano a fare coming out.
Passato, presente e futuro
Thomas Hitzlsperger, oggi direttore sportivo dello Stoccarda ed ex centrocampista con alle spalle cinquanta presenze con la nazionale tedesca dichiarò nel 2013:
“Immaginatevi i discorsi in uno spogliatoio, e certe battute sull’omosessualità. Anche questo ti impedisce di fare coming out, la paura della reazione dei tuoi compagni.”
Ex centrocampista di Lazio, West Ham, Everton e Stoccarda, è sicuramente il più famoso tra i calciatori gay che hanno fatto coming out ad aver scalfito il muro di silenzio riguardo le condizioni in cui versano coloro che vorrebbero uscire allo scoperto a causa della situazione ambientale che caratterizza il mondo del calcio.
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La reazione, quella stessa reazione che per anni – esattamente diciotto – ha temuto Oliver Rouyer, attaccante ed allenatore classe ’55 che nel 2008 ha fatto coming out. Un terrore che ha fatto attendere un uomo ormai fatto e finito a confessare un qualcosa di naturale e spontaneo: dichiarò, dopo aver fatto coming out, che nel 1994 il suo esonero dal Nancy fu dovuto al suo orientamento sessuale, così decise di non annunciare la propria omosessualità per non “infangare” la propria immagine di ex nazionale francese (17 presenze con la maglia blues e un mondiale giocato, quello in Argentina nel 1978) e calciatore di Nancy, Strasburgo e Lione.
Tra i calciatori gay che hanno fatto coming out, la storia di Rouyer è sicuramente una delle più rappresentative per comprendere le difficoltà di un mondo retrogrado come quello del calcio.
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Omosessualità e calcio: complessità strutturale
É dunque da considerare strutturale la complessità nel dichiararsi omosessuali nel mondo del calcio? Gli altri sport, dal nuoto al pattinaggio, hanno avuto molti più esempi rispetto a calcio, Basket e Football Americano, sport maschili per eccellenza.
Negli ultimi anni, si è però vista una tendenza all’apertura al mondo LGBT+ da parte di questi sport, che forse, si spera, dopo il primo ventennio del ventunesimo secolo, faranno sì che l’omosessualità non sia più un tabù insormontabile.