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Ci sono alcuni calciatori egiziani che sono noti con nomi di campioni del passato, come Trezeguet e Beckham, pur non avendo nulla in comune con loro. A cosa si deve questa curiosa coincidenza?

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Beckham ha firmato con l’Al-Ahly del Cairo. No, non è uno scherzo e nemmeno una trovata pubblicitaria: stiamo parlando di Ahmed Ramadan Beckham, difensore centrale egiziano di 23 anni, appena trasferitosi in una delle più forti compaggini africane.

Chi segue un poco il calcio si sarà probabilmente accorto che non è così inusuale trovare calciatori egiziani che hanno lo stesso nome di glorie del passato: il più famoso è probabilmente il centrocampista dell’Aston Villa Trezeguet, che si chiama come l’ex-centravanti della Juventus, ma ci sono anche altri casi meno noti, come Karim Walid Nedved e Khalil Neymar Elnouby. Quindi, cosa sta succedendo in Egitto?

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La mania dei soprannomi

La situazione, in realtà, è molto più semplice di quanto possa sembrare: si tratta banalmente di soprannomi, anche se curiosamente altisonanti. Trezeguet, per intenderci, all’anagrafe fa Mahmoud Ahmed Ibrahim Hassan; il motivo per cui abbia scelto di farsi chiamare come l’attaccante francese, con cui non condivide né l’aspetto fisico né il ruolo in campo, ci è tutt’ora ignoto.

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Ma questa pratica dei soprannomi – in Egitto, laqab – non è certo una novità dei calciatori egiziani, anzi è ampiamente diffusa in altre parti del mondo, specialmente in Brasile, dove i nomignoli servono spesso a facilitare la vita ai telecronisti, che nella foga della partita non possono certo stare dietro ai lunghissimi nomi brasiliani.

Talvolta questi soprannomi denotano un riferimento a campioni del passato: uno dei più grandi giocatori brasiliani di sempre, José Altafini, prima di arrivare in Italia era noto come Mazzola, per la sua somiglianza con l’ex-stella del Torino Valentino Mazzola. Ma anche l’ala Mancini, passato da Roma e Inter, deve il suo nome all’attuale ct azzurro Roberto Mancini. E c’è pure chi si è spinto oltre, tipo Pelé, centrocampista portoghese arrivato all’Inter nel 2007.

I nomi più curiosi dei calciatori egiziani

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In Egitto c’è un forte problema di omonimia: nomi come Ahmed e Mohammed sono estremamente diffusi, e a volte la stessa cosa capita anche con alcuni cognomi. Ad esempio, negli anni Novanta tre dei più forti calciatori egiziani in circolazione si chiamavano tutti Hassan: il terzino Ibrahim e suo fratello Hossam, che hanno giocato in Grecia e Svizzera, e il centrocampista Ahmed, che poi ha vestito anche la maglia dell’Anderlecht.

Così, nei primi anni Duemila i giovani calciatori egiziani che stavano emergendo scelsero di farsi chiamare in maniera diversa. Il più famoso è stato Abdelamid Ahmed Hossam Hussein, detto Mido, il cui nomignolo suscitava casuali e improbabili paragoni con un mitico re che trasformava in oro ogni cosa che toccava (i tifosi della Roma hanno una loro opinione sull’effettiva consistenza di questi “poteri”). Ma altrettanto significativo è stato Mahmoud Abdel Razek Fadlallah, che ha scelto di chiamarsi Shikabala, in onore dell’attaccante zambiano Webster Chikabala: è stato lui a lanciare la moda dei nomi dei calciatori del passato.

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Così, per la Coppa d’Africa Under-20 del 2017, il ct dei Faraoni si è trovato a convocare Beckham, Nedved e Neymar. Purtroppo, le tre “stelle” non sono bastate a passare il primo turno, anche se Nedved ha segnato un gol nella sconfitta contro lo Zambia. Tra i calciatori egiziani, comunque, la fantasia per i nomignoli non manca: da Mohamed Farouk Benzema a Youssef Ibrahim Obama, fino a Mohamed Hassan Aboud Kamouna, il cui nome è un riferimento al cumino (non chiedete perché).

“Penso sia un modo con cui i giovani cercano di ottenere un po’ di notorietà in più, non ci vedo nulla di male” ha spiegato Essam El-Hadary, che nel 2018 è divenuto il giocatore più vecchio della storia dei Mondiali, difendendo la porta dell’Egitto a 45 anni e 161 giorni. Lui, appartenente a un’altra generazione, è noto principalmente col suo nome di battesimo, anche se tra i fan era spesso chiamato la Diga.

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