Il Burnley, piccolo club di Premier League di solida tradizione, ha annunciato un progetto potenzialmente rivoluzionario: un’app per aiutare gli osservatori a selezionare i campioni del domani.
Le nuove tecnologie sono sempre più importanti nel calcio di oggi, dagli algoritmi che calcolano il rendimento di un giocatore a quelli che permettono di affinare le strategie di gioco dei club. Non stupisce che sempre più società di prima fascia ci si dedichino per migliorarsi, ma colpisce un po’ di più quando lo fanno squadre minori come il Burnley.
Il club del Lancashire, 16esimo in Premier League con cinque punti sulla zona retrocessione, ha infatti lanciato ufficialmente una nuova app per aiutare i suoi osservatori nella scelta dei prossimi obiettivi. Una decisione potenzialmente rivoluzionaria, che potrebbe cambiare ulteriormente uno dei settori più delicati del mondo del calcio.
Come funziona la app
I media internazionali l’hanno già rinominata la “app per il calciomercato”, ma in realtà le cose sono un po’ diverse: il nuovo progetto del Burnley non ha lo scopo di scovare nuovi possibili acquisti per la prima squadra, quanto piuttosto individuare talenti molto giovani da inserire nella propria Academy. Lo scouting a livello giovanile è infatti molto più difficile di quello tra gli adulti, visto che si tratta di un ambito molto vasto, fatto di giocatori essenzialmente sconosciuti.
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Così, il club inglese ha stretto una partnership con l’azienda AiSCOUT per realizzare questa app gratuita che chiunque (purché abbia almeno 14 anni) può scaricare sul proprio smartphone. Su di essa possono venire caricati dei video in cui i ragazzi mostrano le loro migliori qualità , quindi l’intelligenza artificiale di AiSCOUT analizza i filmati e ne estrae dei dati, visualizzabili dagli osservatori del Burnley.
Non tutto è in mano alla tecnologia, però: i dati ricavati dall’app forniscono indicazioni agli osservatori, che hanno poi il compito di valutare autonomamente i ragazzi e invitare i più promettenti a un provino. Se anche questo passaggio andrà bene, il giocatore entrerà nell’Academy del Burnley.
Tempo di cambiamenti al Burnley
AiSCOUT è solo una parte del nuovissimo progetto societario del Burnley. La società del Lancashire – tornata in Premier League nel 2016, e che non vince un titolo dal 1974 – un mese fa ha cambiato proprietario, venendo rilevata dal colosso statunitense ALK Capital. La cosa ha fatto molto discutere: nella sua lunga storia, il Burnley non era mai stato in mani straniere, e anzi negli anni si è costruito l’immagine di club inglese per eccellenza, allenato da inglesi e con in campo quasi esclusivamente giocatori britannici (attualmente, in rosa ci sono appena cinque stranieri). Burnley, capitale del tessile oggi flagellata dalla disoccupazione, è stata uno dei cuori pulsanti del Leave, nel referendum del 2016.
Dalla Brexit alla proprietà straniera, il passo è stato più brusco e rapido del previsto, ma probabilmente necessario. Le nuove regole varate dalla FA a causa dell’uscita del Regno Unito dall’Europa rischiano di avere un brutto contraccolpo sul Burnley: la limitazione del mercato estero spingerà i top club inglesi a investire maggiormente sui talenti locali, e la piccola società del Lancashire non potrà competere con lo strapotere mediatico ed economico di rivali come Arsenal, Manchester United o Liverpool. Quindi, ha scelto di giocare d’anticipo.
10 – Burnley are the first side to have as many as 10 English starters in a Premier League game since Middlesbrough in May 2006 (v Fulham). Homegrown. pic.twitter.com/mFLSR1dAGC
— OptaJoe (@OptaJoe) June 22, 2020
I vantaggi dell’app del Burnley
La scelta di sviluppare un’app per aiutare il settore scouting è frutto però di un lungo percorso, iniziato già sotto la precedente proprietà . Lo scorso aprile, allo scoppio della pandemia in Europa, gli osservatori del Burnley avevano già deciso di sfruttare per il proprio lavoro la nota app Wyscout: ciò permise loro di visionare talenti ovunque nel mondo senza doversi spostare continuamente, lavorando in totale sicurezza e facendo risparmiare al club molti soldi in un momento economicamente delicato.
AiSCOUT, quindi, è stato il passo successivo. Quali saranno gli effettivi risultati del progetto, è difficile dirlo, ma il suo grande interesse e le sue ambizioni sono innegabili. “Con la sospensione del calcio giovanile a causa della pandemia, questa iniziativa rappresenta un’opportunità aperta e inclusiva per tutti i giovani calciatori” ha spiegato il presidente Alan Pace.
Il Burnley punta molto anche sulla scelta del media, molto vicino al mondo dei giovani (caricare i propri video sull’app non è diverso, concettualmente, dal pubblicare una storia su Instagram o un video su Tik-Tok) e sul clamore che la sua iniziativa sta già avendo. In questo momento, il nome del Burnley sta circolando a livello globale più di quanto abbia mai fatto in passato, e questo può significare molto sul piano commerciale. Un passo che preannuncia, dunque, un rinnovamento del club di ampio respiro.
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