Anche questa stagione di Bundesliga è giunta al termine. Le sorprese e le delusioni non sono mancate, ma a vincere il Meisterschale è stato per l’ottava volta di fila il Bayern Monaco, con Borussia Dortmund, RB Lipsia e Borussia Monchengladbach che si sono qualificate in Champions League, mentre Bayer Leverkusen, Hoffenheim e Wolfsburg avranno la possibilità di giocare nella prossima edizione dell’Europa League. A retrocedere Paderborn e Fortuna Dusseldorf, con il Werder Brema che all’ultima giornata è riuscita a conquistare il terzultimo posto e quindi la possibilità di giocarsi il play-out per rimanere in Bundesliga.
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Bundesliga, la conferma
Il Bayern Monaco. Ormai è una costante matematica: i bavaresi devono essere primi in classifica. La squadra, dopotutto, è semplicemente troppo superiore rispetto alle altre realtà del calcio tedesco. Né il Borussia Dortmund né il Lipsia, che comunque rientrano di diritto fra le squadre che si sono confermate, sono riuscite a tenere il passo della squadra di Flick, che ha vinto il Meisterschale con il miglior attacco, la miglior difesa, il miglior marcatore e il miglior assistman.
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La sorpresa
L’Union Berlino. Di squadre che hanno stupito ce ne sono state in questa stagione di Bundesliga, ma nessuna è riuscito a fare meglio dei berlinesi. Non parlo di classifica, dove per esempio il Friburgo è arrivato a un soffio dall’Europa League, ma se rapportiamo la rosa a disposizione con il risultato raggiunto, appare chiarissimo il miracolo compiuto dall’allenatore Urs Fischer, che ha avuto il coraggio di mettersi in gioco lasciando una realtà “sicura” e vincente come il Basilea.
Il 3-4-3 che ha proposto è riuscito a valorizzare le (poche) eccellenze della squadra, come l’attaccante Andersson e il terzino Trimmel, e allo stesso tempo è riuscito a tirare fuori il meglio da giocatori come Bulter, autore di 7 gol, che fino a due anni fa giocava in quarta divisione. L’11esimo posto, però, è anche merito dei fedelissimi tifosi berlinesi e dello stadio costruito da loro, lo Stadion An Der Alten Försterei.
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La delusione
Il Werder Brema. Vale lo stesso discorso (ovviamente al contrario) fatto per l’Union Berlino: ci sono state altre due squadre che hanno deluso, il Francoforte e lo Schalke, ma entrambe hanno almeno avuto dei periodi estremamente positivi. Per il Werder, invece, non c’è mai stata pace in tutta la stagione e l’allenatore Kohfeldt, che guida la squadra da tre anni, sembra prossimo all’esonero.
Le colpe da attribuirgli sono tante, tantissime, soprattutto perché la rosa di cui poteva disporre aveva le qualità per competere per l’Europa League: giocatori come Klaassen, Pavlenka, Rashica e Sargent meritano di giocare in ben altri palcoscenici e quindi il Werder, nel caso retrocedesse, si potrebbe vedere costretto a vendere i suoi pezzi pregiati a prezzi di saldo. Oltre al danno la beffa.
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Il miglior giocatore
Joshua Kimmich. Non è il giocatore che ha segnato di più, non è il miglior assistman, ma è un giocatore che per il Bayern di Flick è diventato praticamente insostituibile. Terzino destro, mediano, regista, a volte anche trequartista, il classe 1995 non solo si è riscoperto in più ruoli (seguendo un’evoluzione tattica simile a quella dell’ex capitano Philipp Lahm), ma ha anche conosciuto una crescita tecnica impressionante, diventando uno dei migliori interpreti del suo ruolo in Bundesliga e nel mondo.
Hanno impressionato, in particolare, l’eccellente visione di gioco (91,7% di passaggi completati e 9 assist) e il grande atletismo (396 chilometri percorsi, 20 in più rispetto al secondo, Klaassen), che lo hanno fatto diventare, a soli 23 anni, uno dei leader dello spogliatoio del Bayern.
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Il miglior giovane
Jadon Sancho. Bisogna essere oggettivi: andrebbe eletto miglior giocatore, ma forse collocarlo nella sua fascia d’età è più corretto. Il talentuoso inglese infatti è stato probabilmente il giocatore più incisivo e trascinante di tutta la Bundesliga.
17 gol e 16 assist, dopotutto, parlano chiaro: se il Borussia Dortmund ha lottato ad armi pari con il Bayern per il Meisterschale fino a poche settimane fa, quello è solo merito dell’ala inglese. Talento, fantasia, velocità, visione di gioco e un dribbling che nella sua semplicità diventa inarrestabile: Sancho è tutto questo, e i club che lo vorrebbero sono tanti, ma solo in pochi potranno realmente permetterselo.
Ci sarebbe da nominare anche Erling Håland, il cui impatto in Bundesliga è stato devastante: sono 13 i gol segnati in 14 partite, con una media stratosferica di un gol ogni 75 minuti. Ridurre il suo talento alle sole marcature, però, sarebbe estremamente riduttivo, perché il norvegese ha dimostrato di essere un attaccante velocissimo, cattivo e “affamato” In altre parole, una delle punte più complete al mondo.
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I 5 tormentoni di calciomercato
Kai Havertz. Giovanissimo, talentuoso e decisivo, il classe 1999, oltre a battere molti record di precocità, è diventato uno dei più giovani capitani della storia del Bayer Leverkusen, conquistando i cuori di tutti gli amanti del calcio tedesco. L’eleganza del suo passo, la delicatezza del suo mancino e l’adattabilità tattica che lo ha portato a evolversi in un falso nueve lo renderanno un vero e proprio tormentone estivo, con molte squadre di Premier League pronte a investirci anche più dei 100 milioni richiesti da Rudi Voller.
Dayot Upamecano. Il centrale del Lipsia è da tempo nel mirino dei principali club europei, ma nessuno fino ad ora ha fatto sul serio: la clausola rescissoria a 100 milioni, dopotutto, era proibitiva, ma durante questa sessione di mercato si abbasserà fino a 60 milioni, con il contratto del francese che scadrà nel 2021. Fisicamente fortissimo, bravo a impostare il gioco e soprattutto costante nel rendimento, l’ex Salisburgo ha dimostrato di essere pronto a prendersi sulle spalle la difesa di un top club, che potrebbe essere il Bayern Monaco.
Patrik Schick. Delusione cocente alla Roma, giocatore capace di segnare e divertire con la sua tecnica in Bundesliga. L’attaccante ceco sembra essere veramente rinato sotto la guida di Nagelsmann, ma dopo le dichiarazioni dello stesso allenatore tedesco il suo futuro appare più che mai incerto. A Roma non lo vogliono più, ma il suo talento è molto richiesto sia in Serie A (Milan e Fiorentina sembrano interessate) che in Premier League.
Leon Bailey. Due anni fa era per il Bayer Leverkusen ciò che oggi è Havertz. Nelle ultime due stagioni il giovane giamaicano sembra essersi perso, ma le sue qualità impressionanti rimangono quelle di un tempo: sprint da centometrista, ottimo tiro e soprattutto un’età che garantisce ancora ampissimi margini di miglioramento. Rudi Voller chiede almeno 50 milioni: tanti soldi, che Manchester City e Manchester United sembrano assolutamente intenzionate a spendere.
Milot Raschica. Non è un fuoriclasse e non ha giocato in un top club. Anzi, il Werder Brema è pure retrocesso dopo una stagione da dimenticare. Eppure il bosniaco è riuscito a imporsi come una delle ali più interessanti di tutta la Bundesliga, mostrando caratteristiche come velocità, dribbling e tanta cattiveria sottoporta, che lo ha portato a realizzare 7 gol e 5 assist. La Serie A lo chiama, perché con la retrocessione del suo club si è attivata una clausola rescissoria da soli 16 milioni. Pochi, pochissimi per un giocatore che farebbe comodissimo a Lazio, Napoli e Milan.
Il miglior allenatore
Hans-Dieter Flick. Nessuno avrebbe scommesso un euro su di lui. L’ormai ex-allenatore delle giovanili bavaresi sarebbe dovuto essere un traghettatore, in attesa che Salihamidžić trovasse un sostituto “degno” di Kovac. Si parlava di Pochettino e Allegri, ma oggi, dopo la vittoria del Meisterschale, Flick sembra aver veramente conquistato i cuori dei tifosi del Bayern. Umile e determinato, l’allenatore tedesco è riuscito a guadagnarsi la fiducia dell’intero gruppo e ha costruito una delle migliori squadre del mondo, con uno dei migliori attacchi e una delle migliori difese d’Europa. Non solo, perché grazie alla sua esperienza con i giovani è riuscito a far esplodere definitivamente talenti come Zirkzee e Davies.