Quando si parla di calcio, in Brasile non ci si accontenta mai. Per questo, nonostante i grandi risultati ottenuti, in vista del mondiale c’è chi vorrebbe un cambio in panchina.
BRASILE 2014: GLI STADI DEL MONDIALE IN DISFACIMENTO
Brasile-Belgio: delusione mondiale
Sono ancora marchiate a fuoco nell’anima dei tifosi brasiliano – in quella dell’anziano signore con la coppa del mondo in mano ancora di più – la sconfitta terrificante con la Germania nel mondiale casalingo e quella col Belgio nel corso della campagna di Russia.
NEYMAR SUPERA RONALDO E PUNTA PELÉ
Se per la prima sconfitta i responsabili hanno già pagato da tempo, per la seconda in Brasile molti si rivolgono verso Tite come responsabile rimasto impunito di una debacle non prevista. La sconfitta ai quarti contro il Belgio di Lukaku – subita anche a causa della defezione di Casemiro, sostituito da un indegno Fernandinho – ha fatto subodorare la possibilità di un cambiamento in Brasile, anche se i numeri dicono ben altro.
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Tite, nelle infinite difficoltà che il ricambio generazionale di una nazionale ambiziosa ha generato, è stato in grado di sostituire un catastrofico Dunga nel 2016 vincendo 39 partite delle 52 giocate fino a questo momento, portando i verdeoro a segnare 116 gol e subendone solamente 22. Non esattamente da buttare.
TITE, NEYMAR E UNO STATUS DA CONSOLIDARE: IL BRASILE STA RINASCENDO
I numeri di Tite col Brasile
Il Brasile con Tite in panchina ha giocato 52 partite vincendone 39 (nove i pareggi e quattro le sconfitte) perdendo tre amichevoli e quella maledetta gara di Russia 2018. I gol segnati sono 116 a fronte dei soli 22 subiti, con una media di 2,42 punti a partita. Score che migliora ulteriormente se guardiamo alle sole qualificazioni mondiali: 16 gare giocate, 14 vittorie e 2 pareggi, imbattibilità che dura dalle qualificazioni al mondiale casalingo e che oggi porta il Brasile alla testa della classifica dopo quattro gare.
Dodici punti, con altrettanti gol fatti e solamente due subiti parlano di un Brasile che, nonostante le assenze ripetute di Neymar, Casemiro e Coutinho, ha preso in mano il ricambio generazionale affidandosi a giocatori di ogni sorta. Se la trequarti è palcoscenico degli attori principali Neymar, Coutinho, Willian e, ultimamente, Richarlison, il numero nove ha visto prima Firmino e poi Gabriel Jesus alternarsi nella sua leggenda, aspettando di veder sbocciare altri talentini. Certo, ancora non si sono visti con continuità Rodrygo, Vinicius ed Everton, ma presto ci sarà spazio per tutti.
Tra le modifiche che Tite ha progressivamente apportato al Brasile edizione 2020-22 sicuramente il ritorno in nazionale di calciatori provenienti dalle coste d’oro della madrepatria: a destra, dove ancora non si trova un sostituito di Dani Alves, Gabriel Menino è più che un’alternativa. Ancora Wewerton del Palmeiras come terzo portiere, Rodrigo Caio come centrale di difesa ed Everton Ribeiro come contender di Coutinho fanno parte di quella margherita da sfogliare composta dai gioielli del campionato brasiliano.
IL BRASILE DI TITE STA SFRUTTANDO AL MEGLIO LE SECONDE LINEE
Margherita un tempo arricchita da Lucas Paquetà, numero dieci ex Milan oggi al Lione, Vinicius Jr e Rodrygo, entrambi sgomitanti per un posto al Real Madrid e Everton Soares, oggi nel Benfica a caccia di un titolo in Portogallo.
Copa America 2021 e Qatar 2022
Nonostante numeri confortanti e ricambio generazionale condotto ottimamente, Tite resta nell’occhio del ciclone riguardo alcune critiche risalenti al mondiale 2018. Al suo posto, in patria c’è chi vorrebbe Rogerio Ceni – oggi manager del Flamengo al quarto posto del Brasilerao in corso – o Fernando Diniz – terzo col San Paolo -, entrambi non sufficientemente pronti per sostituire un Tite che non sembra traballare sulla panchina vedeoro.
Se Rogerio Ceni ha sul petto il mondiale 2002 vinto in Giappone e Corea da secondo portiere, Diniz ha dalla sua il “Dinizismo”, un gioco nuovo e fresco che sta facendo innamorare il Brasile. Motivazioni e background sufficienti per avanzare una candidatura, che Tite abbatte però coi numeri fin qui messi in fila, e con un palmares che parla di Libertadores e mondiale per club vinti col Corinthias appena prima di sedersi sulla panchina brasiliana.
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Il tecnico tiene dunque saldamente il timone del Brasile, anche in vista della Copa America organizzata per il prossimo giugno da Argentina e Colombia. Vincere in casa dei rivali di sempre preparerebbe al meglio la campagna Mondiale, le cui qualificazioni si esauriranno a marzo 2022, e farebbe proseguire la striscia di vittorie del tecnico che nel 2019 ha anche conquistato la Copa America nonostante l’assenza di Neymar.
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Vi è una grande attesa intorno a questa nuova generazione del Brasile e Tite, nonostante i rumors che lo vorrebbero lontano dalla sua squadra, continua a navigare con il vento in poppa e lo sguardo all’orizzonte. Tra qualche mese si approderà in Argentina e in Colombia per difendere la coppa 2019, poi si farà rotta verso il Qatar, per rivendicare il titolo che manca da troppo tempo.