Il Brasile prosegue la sua marcia verso Qatar 2022 a punteggio pieno. Nonostante le tante assenze, Tite ha saputo valorizzare al meglio le seconde linee a disposizione
“Sono contento per questa vittoria contro un’avversaria forte, ma sapevo che i ragazzi ce l’avrebbero messa tutta”. Così Tite, il commissario tecnico del Brasile, ha commentato la bella vittoria della sua Seleçao sul campo dell’Uruguay. Un successo maturato interamente negli ultimi dieci minuti di primo tempo, grazie alle reti di Arthur e Richarlison.
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Mancavano un po’ di titolari, eppure il Brasile non ha avuto particolari problemi a sbarazzarsi della Celeste: “Quando mando in campo una squadra – disse tempo fa Tite – so che tutti e undici i ragazzi sono adeguati a quella tipologia di partita”. E, in effetti, pur senza Neymar, Coutinho e Casemiro, i verdeoro hanno risposto alla grande.
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Infatti, mai come in quest’ultimo periodo, le cosiddette seconde linee sono diventate una risorsa per il ct, che spesso ruota gli uomini a testimonianza dell’abbondanza clamorosa di talento che, dopo anni di assestamento, il Brasile è tornato a poter sfruttare. La classifica non mente: dopo 4 partite e altrettante vittorie, la qualificazione a Qatar 2022 sembra pura formalità .
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Neymar e Coutinho out, attacco stravolto
Nelle ultime due partite giocate, il Brasile è sceso in campo con il 4-3-3 come modulo base. Necessario, per sfruttare al meglio gli attaccanti mandanti in campo, chiedendo loro di fare tanto movimento e alternarsi nella posizione di numeri 9. Infatti, il trio composto da Richarlison, Firmino e Gabriel Jesus sulla carta parrebbe abbastanza male assortito.
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Le assenze di Neymar e Coutinho – quest’ultimo permette più soluzioni a partita in corso – hanno costretto Tite ad affidarsi a tre profili che, nei relativi club, spesso occupano la posizione di centravanti. Eppure l’esperimento ha funzionato: Firmino, partendo in zona centrale, spesso si abbassava sulla trequarti lasciando spazio alle incursioni dall’esterno dei due compagni.
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Gabriel Jesus, molto abile a manovrare, appoggiava così Richarlison, primo (e più efficace) finalizzatore presente sul terreno di gioco. Insomma, ancora una volta il Brasile – nonostante le defezioni – ha saputo ottimizzare le risorse. Un’indicazione importante anche per il prossimo biennio, quando la Seleçao sarà impegnata in Copa America e poi proverà a vincere il suo sesto mondiale.
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Nuove soluzioni a centrocampo: spicca Douglas Luiz
L’assenza di Casemiro e la contestuale positività al Coronavirus da parte di Gabriel Menino, hanno spalancato le porte della titolarità nel Brasile a Douglas Luiz. Il centrocampista dell’Aston Villa, nell’indifferenza generale, sta ormai diventando una risorsa molto importante per Tite, che lo ha piazzato davanti alla difesa a dirigere il traffico, in entrata e in uscita.
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Douglas Luiz viene premiato anche per la grande crescita avuta in quel di Birmingham: dopo gli esordi con il Vasco Da Gama, il classe 1998 si era un po’ perso al Girona, club nel quale era approdato in prestito dal Manchester City. L’Aston Villa ha deciso di investirci su quasi 17 milioni di euro e la scommessa pare vinta. Nel Brasile ormai ha trovato la sua collocazione ideale e la sua presenza alla Copa America pare ormai scontata.
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Tra le nuove proposte in chiave Seleçao c’è anche Bruno Guimarães, 22 anni e perno del Lione. In Francia ci è arrivato dopo aver vinto una Copa Sudamericana da protagonista con l’Atletico Paranaense e, durante la scorsa edizione di Champions League, ha letteralmente dominato in mezzo al campo nel match contro la Juventus. Anche lui è entrato definitivamente nelle rotazioni di Tite.
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Danilo si è preso il Brasile
Novità anche in difesa, per la precisione a destra. Le ottime prestazioni a livello di club hanno convinto Tite a dare una possibilità a Danilo, le cui quotazioni stanno salendo vertiginosamente dopo che il brasiliano è diventato un pilastro della Juventus. La sua carriera parla da sola: Porto, Real Madrid, Manchester City prima dei bianconeri e della consacrazione col Brasile.
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Col quale, Danilo ha già messo insieme quasi 30 presenze e segnato una rete, ai tempi in cui sulla panchina verdeoro sedeva Mano Menezes. Nella Juventus gioca da terzo di difesa, ma può essere dirottato anche sull’out mancino. In sintesi, una risorsa importante, che ha scalato le gerarchie anche per l’assenza di alternative. E si consolidato, a suon di prestazioni.
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