Con la vittoria 2-1 in casa del Rayo Vallecano di ieri sera, il Betis Siviglia ha praticamente ipotecato anche la finale di Coppa del Re. Periodo davvero d’oro per la squadra di Manuel Pellegrini, che è terza nella Liga e che ha anche superato il primo turno di Europa League.
In generale per tutta Siviglia è un buonissimo momento, visto che anche l’altra squadra della città sta andando forte in campionato, dov’è seconda. E pazienza se in Champions è arrivata l’eliminazione nel girone per mano di Lille e Salisburgo.
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Betis, come gioca
Dopo una stagione abbastanza contraddittoria chiusa con un onorevole sesto posto, i biancoverdi hanno decisamente messo il turbo in questa, pur senza cambiare molte pedine. Soprattutto senza cambiare l’allenatore, quel Manuel Pellegrini che da bravo ingegnere non ha voluto rivoluzionare nulla, ma al massimo ritoccare.
Lo schema è sempre il solito, un 4-2-3-1 ricchissimo di qualità in mezzo al campo: basti pensare che dietro la punta unica giostrano due dei calciatori più elettrizzanti, in quanto a capacità di dare del tu al pallone, e cioè Nabil Fekir e Sergio Canales.
Il mercato del Betis ha portato un nuovo portiere, Rui Silva dal Granada a parametro zero, e due terzini, Miranda e Sabaly, dal Barcellona e dal Bordeaux. Spese contenute: ritocchi, appunto. Come quella, un prestito, per Willian José, attaccante del Wolverhampton ma già abituato alla Liga tra Real Sociedad e Las Palmas.
Così, dalla base dello scorso anno già buona, il Betis ha potuto oggettivamente compiere un salto di qualità specie in avanti, dove nella passata stagione le polveri erano state a dir poco bagnate, tanto che Canales era stato il miglior marcatore con 10 gol complessivi. Peccato che stiamo parlando di un centrocampista offensivo.
Come centravanti Willian José, con la sua fisicità e la sua capacità di andare in pressing sui difensori avversari, ben supportato da un Fekir in stato di grazia (6 assist, 2.7 tiri a partita e 2.4 passaggi-chiave a partite; rispettivamente terzo, quarto e secondo in assoluto nella Liga), ha colmato quella lacuna.
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Juanmi, la sorpresona
Difficile però spiegare il salto in alto del Betis senza calcolare l’impatto avuto da un giocatore che sembrava perso nel calcio di alto livello, schiantato da una lunga serie di infortuni: Juanmi.
L’attaccante è al momento il miglior marcatore spagnolo della Liga con 12 gol segnati assieme a Raul De Tomas, anche se non è mai stato preso in considerazione da Luis Enrique per le sue convocazioni. Poco male, comunque, per un giocatore rimasto fermo quasi un anno e mezzo. Dietro Benzema, comunque, nella classifica dei migliori realizzatori del campionato spagnolo, c’è lui.
Juanmi è un calciatore ultra-associativo, che gioca tanto a destra quanto a sinistra, e che si integra alla perfezione con Canales e Fekir, creando un trio di fantasisti dietro l’unica punta che al momento ha pochi eguali in Europa come forma.
Anche la coppia di “piovre” di centrocampo, l’esperto William Carvalho e l’argentino Guido Rodriguez, sta tenendo il Betis a galla. In difesa poi c’è Pezzella, l’ex capitano della Fiorentina, secondo miglior intercettatore di palloni della Liga a quota 2.1 a partita.
Insomma, è una squadra dove sta girando tutto alla perfezione. Con la possibilità di giocare, peraltro, la finale di Coppa del Re e di Europa League a Siviglia, in casa, anche se non al Benito Villamarin, lo stadio del Betis.
La qualificazione alla Champions sarebbe un vero capolavoro, in una stagione dove le solite big stanno facendo fatica, Atletico Madrid e Barcellona su tutti. In questo vuoto di potere la qualità dei biancoverdi potrebbe fare la differenza.
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