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Dopo diverse esperienze in Francia ed una maturazione avvenuta al Brentford, in Championship, scatta l’ora per Said Benrahma al West Ham.

A volte dicono che la gavetta, alla lunga, ripaghi. Maturare per svariati anni in contesti inferiori, per poi provare a spiccare il volo con qualcuno che possa reggere il peso delle tue ali. Una parabola che tendiamo a vedere spesso nel mondo del pallone, dai campi impolverati di provincia a palcoscenici da sogno sotto le coperte: Jamie Vardy o Troy Deeney ne sono gli esempi lampanti.

Le loro storie, però, potrebbero non rimanere le uniche nel panorama calcistico britannico, prendendo in considerazione il rooftop del grattacielo del football inglese, la Premier League: dal 16 ottobre scorso, infatti, nel Parco Olimpico di Londra, c’è un 25enne algerino dal passato variopinto. Di nome fa Said, Said Benrahma: è la sua grande occasione dopo anni di alti e bassi.

Francia odi et amo

Come anticipato, il background è variopinto e prevede sulla griglia di partenza una crescita improvvisata tra l’infanzia e l’adolescenza algerina, nella sua Aïn Témouchent. L’approdo in Francia, per ovvie ragioni legate al passato coloniale da parte dei transalpini, arriva allo spegnimento delle 15 candeline, due anni prima dell’esordio in maglia Nizza. Il primo lampo arriva in una vittoria esterna contro il Reims, ma è l’unica scintilla in un temporale di prestazioni scarne.

Said disse di non essere pronto al mondo del professionismo, e come biasimarlo? Nel corso della sua maturazione calcistica, infatti, tutto era avvenuto un po’ per caso. Mai inserito in un contesto convenzionale, Benrahma aveva imparato le basi come un pittore impressionista en plein air, ma sul manto erboso dei campi di provincia, in Algeria prima ed in Costa Azzurra poi.

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Lucien Favre non ci vede nulla di speciale, così inizia un pellegrinaggio in giro per il Paese: prima la permanenza in Ligue 1 all’Angers, poi in ordine Ajaccio e Châteauroux, in Ligue 2, dove torna ai fasti espressi durante l’adolescenza, che si ripresenteranno una volta approdato sul suolo britannico. Nonostante la discesa di categoria, Said non ha mai smesso di imparare, assorbendo ogni precetto per andare a prendersi, un giorno, ciò che gli sarebbe spettato.

Una città ai suoi piedi: Benrahma ed il Brentford

Quel giorno arriva, nel luglio 2018, con una chiamata d’oltremanica. Il Brentford, compagine londinese di Championship, lo acquista per 1,7 milioni di euro dal Nizza, che ne deteneva il cartellino dal lontano 2013. Parte con poche aspettative, lascerà la città da eroe. Nonostante sia nato e cresciuto come ala sinistra, dimostra un fiuto del gol fuori dalla norma, ma non solo.

Benrahma

Fonte: Twitter @PremierShowIT

Gioca negli spazi stretti, utilizza in maniera ottimale sia il destro che il sinistro. L’arma più letale da parte del numero 10 algerino (che ora vestirà la 9 con gli Hammers) è indubbiamente il dribbling, che ha fatto ordinariamente vittime figurate sui campi di mezza Inghilterra nelle ultime due stagioni.

Nel periodo in biancorosso, ha fatto letteralmente strabuzzare gli occhi a tutta la Championship, crescendo costantemente di giornata in giornata, di mese in mese. Dopo la sosta dovuta alla pandemia, sembrava ringiovanito di qualche anno: il lavoro individuale non deve avergli fatto troppo male.

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Al Brentford Community Stadium ha lasciato 30 gol e 27 assist in 94 presenze, ma soprattutto il cuore. Ha lasciato sul posto centinaia di avversari, sfruttando l’abilità innata nel dribbling di cui sopra, così sfacciato e sfrontato proprio perché non inserito in un contesto di maturazione “classica”:

Ci si aspettava che qualcuno se lo venisse a prendere, con buona pace per il tecnico del Brentford, il danese Thomas Frank. Sarebbe stato oggettivamente un peccato non vederlo sfondare, privarlo di un’opportunità da once in a lifetime.

Stasera, dopo aver esordito per un minuto nella sconfitta di Anfield contro il Liverpool, potrebbe arrivare per lui la prima grande serata nel calcio che conta. Alle 21 c’è West Ham-Fulham (contro cui ha giocato la sua penultima gara al Brentford, con una doppietta), c’è il tassello conclusivo di un puzzle ed al contempo una fotocopia per un altro da iniziare: dalla gavetta alle opportunità da sfruttare, la palla passa a Said.

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