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La stagione del Benfica, alle porte di marzo, è già una cocente delusione: a fronte dei tanti soldi investiti sul mercato, le Águias sono già fuori da tutte le competizioni principali

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Una delle campagne acquisti più dispendiose del calcio europeo, una stagione iniziata con grandissime ambizioni, e a fine febbraio il Benfica si ritrova già a dover guardare in faccia l’abisso: fuori da una coppa nazionale su due, praticamente fuori dalla corsa scudetto, e adesso anche dall’Europa League.

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L’eliminazione contro l’Arsenal ai sedicesimi di Europa League segna un altro pesante colpo ai sogni del Benfica, che sta vivendo una delle sue stagioni più deludenti di sempre.

La campagna acquisti faraonica

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Tra estate e inverno, il Benfica ha speso complessivamente 105 milioni di euro in nuovi acquisti. Un’infinità, per il calcio portoghese (lo Sporting ne ha spesi meno di 30, il Porto 18,5), e un dato ancora più rilevante se consideriamo che quest’anno i club hanno contenuto il più possibile le spese a causa della crisi conseguente alla pandemia. Ci sono state anche delle entarte (77 milioni, quasi tutte dovute alla cessione di Ruben Dias al City) ma l’esborso resta significativo.

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Una campagna acquisti che è la diretta conseguenza del clamoroso ritorno in panchina di Jorge Jesus, reduce dalla conquista della Libertadores con il Flamengo. Il tecnico lusitano ha preteso grandi investimenti per rilanciare la squadra non tanto a livello locale, quanto sul fronte europeo: il Benfica arrivava da tre eliminazioni consecutive ai gruppi di Champions League, ed è dal 2014 che non c’entra almeno una semifinale.

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Per accontentare Jorge Jesus, la dirigenza ha portato in squadra Todibo (prestito oneroso dal Barcellona), Vertonghen, Otamendi, Waldschmidt, le promesse brasiliane Pedrinho ed Everton Soares, e l’attaccante uruguayano Darwin Nuñez, costato 24 milioni di euro; a gennaio, poi, alla rosa si è aggiunto Lucas Verissimo dal Santos, finalista di Libertadores. Rinforzi di alto profilo ed esperienza, che avrebbe dovuto trasformare le Águias in una corazzata.

La debacle europea del Benfica

Invece, tutto è iniziato ad andare storto fin da subito. Il 15 settembre, il Benfica ha affrontato nei preliminari di Champions League il PAOK Salonicco in gara secca, ed è finito inaspettatamente eliminato da un gol di Andrija Zivkovic, scaricato dai lusitani in estate e partito a parametro zero.

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Declassato ai gironi di Europa League, il Glorioso è stato inserito in un gruppo con Standard Liegi, Lech Poznan e Glasgow Rangers. La doppia sfida con gli scozzesi si è risolta con due pareggi, ma è stato il 2-2 di Liegi a condannare il Benfica al secondo posto nel girone, che l’ha costretto a giocarsi l’accesso agli ottavi contro un avversario come l’Arsenal.

Una stagione disastrosa

Ma se Jorge Jesus ha fallito l’assalto al’Europa, principale obiettivo della sua gestione, le cose vanno anche peggio in campionato. Il Benfica si trova infatti al quarto posto in classifica, a 4 punti dal Braga terzo e addirittura 15 dallo Sporting primo: la corsa allo scudetto sembra ormai compromessa, e anzi le Águias devono guardarsi dal Paços de Ferreira, che le insegue a un punto di distacco.

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La prima inaspettata battuta d’arresto in campionato è arrivata il 2 novembre, con un 3-0 subito dal Boavista (oggi penultimo), a cui ha fatto seguito la sconfitta interna col Braga. Il 23 dicembre, ha perso contro il Porto nella Supercoppa, e poi c’è stato il crollo di inizio 2021: appena 12 punti conquistati in 9 partite, con sole due vittorie. In mezzo, anche la sconfitta contro il Braga nella semifinale della Coppa di Lega.

È dal 2009 che il Benfica non si piazza fuori dalle prime due posizioni della Liga NOS, che sono quelle che garantiscono l’accesso alla Champions League. L’anno precedente aveva chiuso al quarto posto e, nel malaugurato caso dovesse arrivare quinto, si tratterebbe della peggior prestazione dal 2000/2001, quando finì addirittura sesto.

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Al momento, Jorge Jesus deve fare i conti con una squadra priva di certezze, i cui obiettivi di inizio stagione sono tutti saltati a parte uno, la Coppa di Portogallo, dove la finale pare a un passo (vittoria per 3-1 in casa dell’Estoril Praia nella semifinale d’andata). Ma anche questo titolo, se arriverà, potrebbe non bastare a salvare la panchina di Jesus e a evitare cessioni in estate, necessarie a rivitalizzare il bilancio societario.

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