L’eliminazione dalla Champions League non mina le certezze di un Benfica chiamato alla stagione della rinascita.
Si può essere ottimisti dopo un’eliminazione dai preliminari di Champions League? Il buon senso, e le corrispettive ragioni economiche, direbbero di no. Invece il calcio è bello proprio perché fatto di paradossi: uno di questi ha colpito poche ore fa il Benfica, buttato fuori dalla massima competizione continentale dal sorprendente PAOK dopo un 2-1 maturato al termine di una prestazione sottotono.
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Gli Encarnados, d’altronde, hanno appena cominciato un processo di ricostruzione, richiamando al capezzale del club Jorge Jesus e chiedendogli di rilanciare la squadra dopo alcune stagioni nelle quali il Porto ha sempre avuto la meglio. Un mercato faraonico, nuove idee, tanto entusiasmo, nonostante un primo stop inopinato che ha già fatto storcere la bocca a qualche tifoso forse troppo pretenzioso.
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Jorge Jesus, la garanzia
Il progetto del Benfica è su base pluriennale. Lo ha detto Jorge Jesus nella conferenza stampa che ha segnato il proprio ritorno a Lisbona, dopo aver conquistato tutto alla guida del Flamengo, e ribadito nel post-partita di Salonicco. La società ha fatto scelte di mercato mirate, onerose, che possano permettere alla squadra di uscire alla distanza.
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Per questo motivo uscire dalla Champions League potrebbe non essere stato un male assoluto: il Benfica ora finirà nella prima fascia di sorteggio di Europa League, con uno dei coefficienti più alti dell’intera manifestazione. Il che, chiariamolo, significa molto, perché gli Encarnados hanno davvero le carte in regola per fare bene e, perché no, spazzare definitivamente l’ossessionante maledizione di Bela Guttman.
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Un mercato di grande spessore
Secondo le stime Transfermarkt, a oggi il Benfica ha speso 80 milioni solo per i rinforzi in entrata, andando ad assicurarsi diversi prospetti in rampa di lancio che vanno ad aggiungersi a una rosa già molto competitiva. Di questi 80 milioni di euro, 24 sono stati investiti per Darwin Núñez, attaccante uruguagio strappato all’Almeria e già nel giro della nazionale maggiore.
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— SL Benfica (@SLBenfica) September 15, 2020
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Dal Brasile sono invece arrivati Everton, detto “Cebolinha”, e il giovane Pedrinho, eclettico esterno che, proprio a marzo, si era ritrovato in Portogallo per firmare in pieno lockdown. Contro il PAOK ha giocato titolare, mettendo in mostra diverse qualità già emerse ai tempi del Timao. Dal Friburgo è stato invece acquistato Luca Waldschmidt, mentre in difesa Jorge Jesus può contare sull’interessante Gilberto e, soprattutto, sull’esperto belga Jan Vertonghen, arrivato a parametro zero.
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Rimpianti? Sì, quello di non aver convinto Edinson Cavani, che per lungo tempo sembrava proprio a un passo dal vestire i colori delle Aguias. Il Matador, come confermato dal direttore generale Rui Costa, ha però avanzato pretese troppo alte a livello di ingaggio, e così non se n’è fatto nulla. Ma il Benfica rimane comunque molto competitivo, vista anche la conferma – da Grimaldo a Ruben Dias, passando per Pizzi, Weigl e Taarabt – di tutti i big in rosa.
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Obiettivo campionato
L’obiettivo principale del Benfica sarà sicuramente quello di sopravanzare il Porto in campionato, dopo l’epilogo sfortunato della scorsa stagione. Le Aguias hanno avuto diversi problemi a livello di direzione tecnica: dopo l’esonero di Bruno Lage, che a sua volta aveva svolto un ottimo lavoro in luogo di Rui Vitoria, il posto in panchina lo aveva ereditato l’interino Nelson Verissimo, in attesa della nuova nomina.
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Si era parlato di Pochettino, alla fine è tornato Jorge Jesus. Che, nella Primeira Liga al via sabato, dovrà subito far capire ai rivali storici del Porto come il Benfica abbia voglia di riprendersi il trono. Con il mercato – che non è ancora terminato e potrebbe portare ulteriori sorprese – e, soprattutto, un’Europa League da giocare da protagonisti.
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Come gioca il Benfica di Jorge Jesus
Nel match contro il PAOK, il Benfica si è schierato con un 4-2-3-1 a trazione anteriore, probabilmente per la necessità di vincere uno scontro diretto. Se dietro e in mezzo gli uomini sono praticamente gli stessi di Bruno Lage, con la sola eccezione di Vertonghen, davanti Jorge Jesus ha inserito Pedrinho in zona centrale, chiedendogli di intercambiarsi con Pizzi.
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L’idea di base era buona, ma non ha funzionato per via della grande intensità tenuta dai greci. Probabilmente, per la prima di campionato vedremo qualche modifica, tipo l’inserimento di due punte e il passaggio a un 4-4-2 più organizzato, con due laterali di centrocampo capaci di legare i reparti e magari, perché, la coppia Vinicius – Núñez in avanti. Lavori in corso, quindi, per provare a costruire qualcosa di importante.
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