Il Torino si gode Raoul Bellanova, fresco di esordio in nazionale e con numeri statistici tra i migliori in Europa.
Quando Ivan Juric chiede un giocatore riesce quasi sempre a trasformarlo in uno dei soldati migliori dediti alla causa della sua squadra. In estate, il presidente Cairo ha accolto le richieste del tecnico granata portando sotto alla Mole Raoul Bellanova, esterno a tutta fascia in uscita dall’Inter dopo una stagione complicata agli ordini di Simone Inzaghi. Arrivato in nerazzurro in prestito oneroso con diritto di riscatto per coprire le spalle a Denzel Dumfries, nella prima stagione a San Siro ha messo insieme solamente 656 minuti in campo, diventando più un peso che una soluzione per la squadra nerazzurra. La colpa, in quel caso, non era certo del terzino, che a Milano ci è cresciuto – con la maglia delle giovanili del Milan – e che nell’Inter non ha avuto il tempo di ambientarsi per raggiungere il ritmo condiviso dai suoi compagni. Una situazione così incresciosa da dare adito a facili ilarità, con Bellanova associato ad acquisti ben più sbagliati della parte nerazzurra di Milano.
Bellanova però è un classe 2000 e ha alle spalle diversi anni di esperienza tra prestiti in giro per l’Italia (Pescara fra tutti) e una stagione a Cagliari dove l’impatto con la Serie A non era stato così complicato e la stagione chiusa con trentuno presenze, un gol e due assist aveva fatto si che l’Inter ne opzionasse le qualità. Un anno e mezzo più tardi il mondo sembra essersi ribaltato, facendo rifiorire un ragazzo che a Milano sembrava essersi perso. A Torino, dove Juric e la squadra gli hanno dato piena fiducia fin dall’inizio, Bellanova è diventato un titolare inamovibile della squadra di Juric, ne ha caratterizzato il dinamismo per ventotto partite in serie A, segnando un gol e fornendo cinque assist, secondo solo a Di Marco (6) tra i difensori del nostro campionato, e davanti al suo ex compagno Dumfries (4). I numeri di Bellanova non si fermano però qui: in Europa svetta per numero di cross su azione, ben 124 in 28 presenze, davanti a Di Lorenzo (97) e Trippier (84). Tra le sue statistiche poi troviamo i dribbling riusciti – 35 – e gli ingressi negli ultimi sedici metri avversari, ben 127 volte per lui, dietro solo a Trippier, Alexander-Arnold e Di Lorenzo. Insomma, non esattamente in linea con la visione catastrofica che si aveva delle sue qualità appena otto mesi fa.
Con tutti questi numeri a supporto, Luciano Spalletti non poteva certo restare indifferente alla stagione strepitosa di quello che da più parti additano come rimpianto di Inter e Milan: la convocazione e il conseguente esordio con l’Ecuador ne hanno rese manifeste le qualità anche al gruppo azzurro, facendo si che possa essere considerato per un posto – alle spalle di Di Lorenzo – al prossimo Europeo.
Bellanova, l’orgoglio di Cairo
Della stagione di Bellanova non parlano però solamente i suoi fanta allenatori (dove è diventato una specie di messia, con una Fanta media vicina al 6,5): anche il presidente del Torino Urbano Cairo ha rilasciato una recentissima intervista in cui racconta dell’orgoglio provato durante Ecuador – Italia quando il ragazzo ha giocato con la maglia azzurra esattamente come fatto nel Toro durante il campionato. La felicità è dovuta non solo all’aiuto che il Torino fornisce in questo modo alla nazionale, ma soprattutto alla consapevolezza maturata nel corso dell’anno che l’affare da sette milioni chiuso in estate è oggi infinite volte più remunerativo.
Tant’è che una statistica di TransferRoom riporta come Bellanova si posizioni al settimo posto per incremento del valore di mercato tra i giovani attualmente in Serie A. Da 8,7 milioni, il suo valore è salito a 20,8 milioni, con un incremento del 75 per cento del valore. Una grande vittoria per tutto il Torino, che con Bellanova sembra aver trovato un asset su cui puntare, sia in campo che in materia di bilancio.
Leggi anche: Il mercato inesistente del Napoli