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Nonostante il primo posto nel ranking FIFA, il Belgio ha di nuovo deluso le aspettative nonostante l’impressionante talento a disposizione

Essere primi nel Ranking FIFA e fallire continuamente l’assalto al primo storico trofeo. Sembra essere questo il destino del Belgio, una delle nazionali più talentuose in circolazione che, nella semifinale di Nations League, ha subito una delle sconfitte più pesanti e cocenti degli ultimi anni.

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Dopo essere andata avanti 2-0, infatti, la nazionale allenata da Roberto Martinez si è addirittura fatta rimontare tre reti, cadendo nel finale sotto i colpi di un dominante Theo Hernandez. Altra delusione, dunque, e altra finale di consolazione da giocare per provare a salvare la faccia.

Le continue delusioni del Belgio

Il Belgio, casualità del destino, se la vedrà con l’Italia, giocando contro una squadra che solo qualche mese fa li aveva annullati. A Euro 2021, infatti, gli Azzurri di Mancini vinsero e convinsero annullando i Diavoli Rossi, dai quali già allo scorso Mondiale ci si aspettava di più.

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La storia recente del Belgio è infatti composta esclusivamente da prestazioni e piazzamenti sotto le aspettative. Certo, pur sempre meglio di nulla, ma troppo poco per una generazione di calciatori che, soprattutto in patria, è stata definita la più forte di sempre, anche di quella che furoreggiava negli anni Ottanta.

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Infatti, è già dal 2014 che dal Belgio ci si aspetta un qualcosa in più. Al Mondiale brasiliano i ragazzi di Wilmots spazzarono via Algeria, Russia e Corea del Sud, per poi superare agilmente gli USA agli ottavi di finale. La loro corsa però si esaurirà ai quarti, contro l’Argentina futura finalista.

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All’Europeo successivo è arrivata una eliminazione totalmente inaspettata contro il Galles, sempre ai quarti di finale, mentre in Russia il terzo posto finale ha lasciato un bel po’ di amaro in bocca visto il periodo storico di grande splendore che stava vivendo lo zoccolo duro della selezione.

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Una generazione d’oro

Eppure, proprio parlando di calciatori e delle loro rispettive qualità, al Belgio non manca proprio nulla. La squadra è completa in tutti i reparti, partendo da uno dei portieri più forti del mondo – il madridista Courtois – e arrivando ai big che, tra centrocampo e attacco, hanno le capacità di far male a chiunque.

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Da De Bruyne a Lukaku, passando per Hazard, Carrasco, Tielemans e lo stesso Mertens. Forse concedono qualcosa in difesa, ma sono particolari quasi irrilevanti se si considera quanta esperienza internazionale diffusa, a livello di club, sia presente in ogni undici di Roberto Martinez.

L’impressione è che il Belgio stia quindi sprecando diverse occasioni per scrivere un pezzo di storia. Qatar 2022 sarà l’ultima occasione per molti, all’interno di un ricambio generazionale che il commissario tecnico sta portando avanti tramite l’innesto di molti giovani interessanti.

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Poi ci sarà l’Europeo del 2024 e infine il Mondiale del 2026, sperando che De Ketelaere e tutta la nuova generazione locale possa crescere e maturare al punto giusto per raccogliere l’eredità dei tanti mostri sacri che oggi rappresentano l’attuale nucleo centrale della squadra, valorizzando così il grande lavoro federale intrapreso a inizio secolo.

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