3 settembre 2003, esordio al Camp Nou di Ronaldinho Gaucho nel Barcellona. Calcio d’inizio dopo la mezzanotte e un gol indimenticabile
Le notti di calcio estivo e afoso per molti sono insignificanti. Eppure, verso la fine del mese, alcune di esse risultano essere più interessanti, con l’avvicinarsi delle competizioni ufficiali. Soprattutto in Spagna, dove il calendario prevede da subito incontri rilevanti e il caldo li rende ancora più bollenti. È il caso del 3 settembre 2003, il giorno dell’esordio al Camp Nou di un certo Ronaldo de Assis Moreira, al secolo Ronaldinho Gaucho, nel Barcellona.
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Arrivato dal Paris Saint Germain come ‘promessa’ elettorale del candidato Joan Laporta al posto di David Beckham, approdato al Real Madrid, il brasiliano era l’unico sorriso di un ambiente ancora depresso dagli ultimi anni disastrosi della gestione Gaspart, che aveva fatto fuggire Rivaldo e non trovava antidoto contro il Real dei Galacticos. Quella notte, non lo sapeva nessuno, ma sarebbe stata posata la prima pietra del grande Barça che si è preso di diritto lo status di migliore squadra del secolo fino ad ora.
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Barcellona-Siviglia, l’esordio di Ronaldinho in una mezzanotte di fuoco
Quella giornata infrasettimanale di Liga, prevista il mercoledì 3 settembre, prevedeva una massiccia fuga di calciatori verso i loro paesi di origine per gli impegni con la nazionale. E, ovviamente, Ronaldinho era stato chiamato alle armi dal suo Brasile. Essendo obbligatoria la partenza il mercoledì, il Barça provò a chiedere al Siviglia lo spostamento del match a martedì, per non fare a meno del suo nuovo asso, ma gli andalusi fecero orecchie da mercante. I catalani optarono quindi per uno spostamento dell’incontro ‘qualche ora’ prima, ossia alle 00.05 del mercoledì in questione.
Quello che a posteriori sarà conosciuto come ‘El partido de gazpacho’ sarebbe stato speciale non solo per l’orario eccessivamente tardivo, che comunque non scoraggiò i tifosi blaugrana che accorsero in massa al Camp Nou nonostante il giorno dopo dovessero andare a lavorare, anche perché fu illuminato a giorno dal golazo proprio di Ronaldinho, che in pochi secondi diede la giustificazione assoluta a un cambio così rivoluzionario di orario mai avvenuto in precedenza.
Nuova linfa
L’incontro terminò 1 a 1, ma quella notte la scintilla accesa dal brasiliano diede nuova linfa e nuovo entusiasmo a una tifoseria spenta che sentiva il bisogno di una scossa. Con la sua allegria e la sua imprevedibilità, Ronaldinho trasformò un ambiente smorto nella squadra che poco a poco darà spettacolo in Liga e fuori. La stagione successiva sarebbe arrivato il titolo di Liga e quella ancora dopo la doppietta Liga/Champions, con il numero 10 di Porto Alegre come grande protagonista.
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Dopo aver sollevato la coppa dalle grandi orecchie a Parigi sarebbe iniziato il declino, ma dall’estate 2003 alla primavera 2006 Ronaldinho fu l’artefice della grandezza ritrovata del Barça, che se ora è quello che è deve molto anche a lui, e a quel gol fantastico all’una di notte del 3 settembre, quando la maggior parte della città fu svegliata da un boato storico.
di Antonio Moschella