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José Guerra, direttore generale della Liga, ha parlato dell’addio di Messi al Barcellona: “La situazione era difficile, ma il club poteva tenerlo”

In una intervista rilasciata a Diario As, il direttore generale della Liga José Guerra ha parlato dei problemi economici che stanno travolgendo il calcio spagnolo. Guerra ha svelato anche qualche retroscena di mercato che farà molto discutere.

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Nello specifico, dopo aver rivelato che il Real Madrid è stato a un passo dal firmare Kylian Mbappé, si è soffermato in maniera specifica sulla situazione del Barcellona. In particolare, sulla partenza di Leo Messi, che ha rappresentato un addio doloroso non solo per i tifosi catalani, ma anche per l’intero movimento calcistico locale.

messi psg

Fonte: @psg
(Instagram)

Guerra su Messi: “Via dal Barcellona, ma non per soldi”

Guerra ha dichiarato ad As che, secondo quelle che sono le sue informazioni, il Barcellona avrebbe anche potuto rifirmare Messi: “Da quel che so il Barça aveva le risorse per trattenerlo: io non credo sia stata solo una questione di soldi” ha detto Guerra.

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“Piuttosto – ha proseguito – ci sarebbe da parlare del fatto che il club abbia registrato perdite ben più gravi di quelle previste, e questo ha portato all’obbligo di abbassamento del limite salariale”. Da lì in poi, come ben si intuisce dalle parole di Guerra, si è scatenato una specie di effetto domino che ha portato il Barcellona a cedere tutti i cedibili, liberandosi di più ingaggi pesanti.

Tra le altre cose, è risaputo che l’accordo per il rinnovo tra Messi e Laporta fosse solo da suggellare con le rispettive firme. Poi, all’improvviso, la dirigenza ha fatto un passo indietro e il resto è storia nota. La Pulga, ai tempi, aveva comunque accettato il taglio di più della metà dello stipendio pur di rimanere in Catalogna.

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Poi la conferenza stampa, le lacrime e un nuovo inizio al PSG, seguite dalle parole di Guerra che amplificano ulteriormente le problematiche attuali del Barcellona. Un club in difficoltà, solo e scaricato da tutti, che non può nemmeno permettersi di esonerare un allenatore per prenderne un altro. E la cui rinascita sembra molto lontana.

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