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Il Barcellona ha lasciato la Champions League al primo turno, chiudendo terzo nel suo girone e scendendo in Europa League, a cui non prendeva parte dal 2003/2004.

Fuori al primo turno: una cosa che al Barcellona non succedeva dalla stagione 2000/2001, quando il Barça stava passando da un complicato ricambio generazionale.

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Quella volta, però, con il terzo posto nel girone di Champions League non si accedeva all’Europa League, e l’avventura europea dei blaugran s’interruppe definitivamente. Quest’anno, invece, aver concluso dietro a Bayern e Benfica manderà Xavi e i suoi ragazzi a giocare nella seconda coppa continentale, da cui il Barcellona manca dalla stagione 2003/2004.

L’ultimo Barcellona in Europa League

Innanzitutto, è doverosa una precisazione: questa sarà la prima volta nella storia in cui il Barça disputerà l’Europa League. Tecnicamente, infatti, questa competizione esiste solo dal 2009, anche se ha di fatto sostituito la Coppa UEFA.

 

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L’ultima volta che il Barcellona ha preso parte alle seconda coppa europea, questa aveva quindi ancora la vecchia denominazione. Anche all’epoca il club catalano era in un periodo di ristrutturazione: un anno prima era stato richiamato in panchina Louis Van Gaal, già al Barça tra il 1997 e il 2000, ma la sua avventura era durata fino a fine gennaio, e gli erano succeduti prima Antonio de la Cruz e poi Radomir Antic.

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La squadra aveva chiuso con un deludente sesto posto in Liga, il peggior piazzamento dal 1988, e questo aveva portato alla nomina presidenziale di Joan Laporta (rieletto proprio a marzo 2021). La panchina era stata affidata a un altro olandese, Frank Rijkaard, allievo di Hiddink e Van Gaal, che aveva guidato l’Olanda ma era reduce da una cocente retrocessione con lo Sparta Rotterdam.

La rosa era stata profondamente ripensata, con gli addi di un veterano come Frank de Boer e quelli di giocatori rivelatisi inadatti al livello richiesto dal Barça, come Riquelme, Bonano e Christanval. In cambio erano stati fatti importanti investimenti per assicurarsi Rafa Marquez e Giovanni van Bronckhorst in difesa, e due astri nascenti come Ronaldinho e Ricardo Quaresma. In porta si era ricorso all’esperto numero 1 della Turchia Rustu Recber, e Rijkaard aveva riempito la rosa promuovendo dal settore giovanile Victor Valdes e Andres Iniesta.

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Come andò la stagione del Barcellona 2003/2004

Il rinnovamento generazionale blaugrana fu più complicato del previsto, ma se la squadra sembrava stentare in campionato, in Europa andava meglio. Aveva esordito in Coppa UEFA con un 9-1 complessivo agli slovacchi del Matador Puchov, seguito da un 5-0 complessivo al Panionios.

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Ai sedicesimi, però, il Barcellona iniziò a mostrare qualche segno di difficoltà, superando non con pochi patemi il Brondby (1-0 e 2-1). Brutti presagi per quanto sarebbe avvenuto al turno successivo, dove i ragazzi di Rijkaard subirono la prima sconfitta al Celtic Park, e non riuscirono a ribaltare il risultato al Camp Nou. Il Celtic, in cui giocava il futuro blaugrana Henrik Larsson, raggiunse poi la finale contro il Porto di Mourinho.

Nel frattempo, però, a gennaio era arrivato in prestito dalla Juventus Edgar Davids, che trascinò la squadra fino al secondo posto in Liga, alle spalle del Real Madrid, garantendo il ritorno in Champions League per la stagione successiva. Un anno dopo, il Barça tornava campione di Spagna, e nel 2006 tornava sul tetto d’Europa. Chissà allora che la discesa in Europa League non possa essere una buona notizia per Xavi.

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