Barcellona nei guai dopo lo scandalo emerso ieri sui pagamenti all’ex vicepresidente del comitato arbitrale, José Maria Enriquez Negrera. Ma cosa rischia concretamente il club catalano ora?
Il Barcellona dal 2016 al 2018 ha versato 1.4 milioni di euro a José MarÃa EnrÃquez Negreira, ex arbitro ma soprattutto vicepresidente del Comité Tecnico, la seconda persona più importante in Spagna a livello di gestione degli arbitri. Una notizia che ha scoperchiato un caso gigantesco, data peraltro da una radio catalana, Cadena Ser Catalunya: 1.4 milioni di euro per “consulenze per insegnare ai calciatori come comportarsi con gli arbitri”. Pagamenti avvenuti in tre tranches separate e sul conto della società Dasnil 95, di proprietà dell’ex arbitro. La questione è emersa dopo un’ispezione della Agenzia tributaria proprio alla Dasnil. Secondo l’accusa, il Barcellona voleva assicurarsi “che non venissero prese decisioni arbitrali contrarie nei suoi confronti, cioè che tutto fosse neutrale”.
Barcellona che ovviamente ha reagito in maniera stizzita, più che altro parlando di operazione ad orologeria: «Casualmente la notizia esce proprio adesso che stiamo andando forte, chissà come mai», ha urlato ai quattro venti il presidente Joan Laporta, minacciando ulteriori azioni legali (leggasi querele). Da Madrid, invece, accuse durissime sul “maggior scandalo nella storia del calcio spagnolo”. Alcuni hanno snocciolato tutti i casi strani successi dal punto di vista arbitrale a favore del Barcellona in quei tre anni, del tipo 78 partite senza rigori contro, oppure 10 espulsioni di avversari contro una sola dei giocatori del Barça. Ora cosa rischia, però, concretamente, il club catalano dopo questo scandalo?
Barcellona scandalo cosa rischia
Questo atteggiamento del Barcellona andrebbe contro l’articolo 22 dello statuto della Federcalcio spagnola, la Rfef. Qui si parla di diritti e di obblighi da parte dei membri e nello specifico si richiede “lealtà , integrità e sportività in base ai principi di gioco pulito […] con l’obbligo di astenersi dal mantenere comportamenti che mettano in pericolo l’integrità della Federcalcio e delle sue competizioni”. In second’ordine “astenersi dall’accettare o dal fare omaggi o qualsiasi beneficio che possa essere considerato eccessivo”. In sostanza è proibito regalare qualcosa, sotto qualsiasi forma, ad altri membri della Federcalcio o alle autorità .
Per qualsiasi sanzione deve intervenire la Rfef, la Federcalcio spagnola, che per ora invece si è mostrata “muta”. Se però la giustizia ordinaria dovesse sollecitare un intervento della Rfef allora le cose cambierebbero. Al momento il caso Negreira (che avrebbe già rilasciato dichiarazioni assieme al figlio) è in mano ai pubblici ministeri di Barcellona. Nel peggiore dei casi, comunque, il Barça verrebbe penalizzato con una retrocessione in Segunda Divisiòn per aver “intimidito o essersi accordati attraverso somme di denaro, con l’obiettivo di alterare una prova sportiva o una competizione”. Insomma, saranno settimane caldissime su questo fronte, mentre nel frattempo il Barcellona vola in campionato.