Il Genoa sta chiudendo la trattativa per portare a Marassi Mario Balotelli. Operazione affascinante con l’unico obiettivo di rilanciarsi entrambi
Un incontro, qualche chiacchiera, poi l’improvvisa svolta: nonostante la trattativa non sia ancora in fase di chiusura, Mario Balotelli si avvicina a grandi falcate a vestire la maglia del Genoa. L’ufficialità potrebbe arrivare già nelle prossime ore, quando Mino Raiola e la dirigenza del Grifone dirimeranno gli ultimi problemi. Il nodo grosso rimane l’ingaggio del calciatore, ovviamente fuori budget per il Genoa, ma la voglia di rimettersi subito in gioco di Super Mario potrebbe far accelerare il tutto.
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D’altronde, in campo è sceso Enrico Preziosi in persona. Il presidente rossoblu, intercettato dai vari addetti ai lavori che presidiano le sedi milanesi di calciomercato, ha inizialmente glissato rimanendo sul vago. Che però i discorsi siano in fase avanzata è un dato di fatto, e tutta la situazione sarebbe coerente con quella che è stata la carriera di Balotelli fino a oggi. Promesse, cadute, rilanci e redenzione: sarà il Genoa la squadra giusta per instradarlo a un onorabile finale di carriera?
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Le scorie di una stagione sfortunata
Prima di rispondere alla domanda, è necessario premere il tasto rewind e tornare all’estate del 2019, quando il presidente del Brescia Massimo Cellino annunciava in pompa magna l’arrivo di Balotelli a Brescia. Il figliol prodigo torna a casa, si pensò, e vuoi che l’aria di famiglia non possa giovargli? Risposta breve: no. La risposta argomentata invece prevede un’analisi più completa dell’annata di tutta la squadra.
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Il Brescia non ha praticamente mai lasciato le ultime due posizioni della classifica e, come ben dimostrato in passato, Balotelli non ha quelle qualità di leadership tali da poter risollevare da solo le sorti di una squadra. Non è un capopopolo, tantomeno il comandante che ogni soldato semplice seguirebbe in battaglia. Insomma, semplificando il concetto, Super Mario è quel calciatore che prende una squadra da dodicesimo posto e te la porta al settimo, ma se sei da ultime piazze difficilmente ti salva.
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Un equivoco tattico
E su quest’ultimo punto incide in maniera sensibile il fatto che Balotelli, a 30 anni compiuti, non abbia ancora trovato un suo ruolo. Affermazione forte, certo, ma non totalmente priva di fondamento. Non è una prima punta classica ma è troppo statico per ruotare attorno a un centravanti di ruolo, non partecipa attivamente alla manovra, non possiede particolari doti in palleggio né ha la tendenza a sacrificarsi quando la palla è nei piedi degli avversari.
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Insomma, Balotelli va inserito in un contesto sano e sfruttato per il suo fisico straordinario e le capacità balistiche di calcio. Cosa che a Brescia non hanno saputo fare, anche perché il ragazzo è andato paradossalmente a intaccare una macchina che in Serie B aveva mostrato meccanismi perfetti. Una volta che lo hai, devi metterlo in campo. E, per farlo giocare, molti altri calciatori – uno su tutti, Alfredo Donnarumma – sono stati snaturati.
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Cosa può dare Balotelli al Genoa?
Alla luce di tutte queste considerazioni, sarebbe facile e banale pensare che l’arrivo di Mario Balotelli al Genoa sia legato più a una questione di nome che altro. D’altronde, lo stesso attaccante in passato ha dato dimostrazione di essere in difficoltà quando si tratta di coesistere con un compagno di reparto, a meno che non si parli di campioni alla Sergio Aguero. Maran gioca con il 4-3-1-2 e così, eventualmente, sarà chiamato a instradarlo al meglio per farlo rendere il più possibile.
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Dal canto suo, Balotelli è forse all’ultima vera chiamata in carriera, dopo di che rimarranno solo mete esotiche e cimiteri degli elefanti. Lato positivo? Sicuramente che il Genoa e Balotelli avranno l’obiettivo in comune di rifarsi per le ultime stagioni in chiaroscuro. E, scherzo del destino, una volta approdato in Liguria Super Mario potrebbe ritrovarsi Ernesto Torregrossa come suo compagno di reparto. I due al Brescia hanno legato solo fuori dal campo, ma per caratteristiche – se non altro – possono fare bene.
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