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Per la quarta volta in carriera, Davide Ballardini va ad allenare il Genoa: ecco i possibili cambiamenti tattici con l’avvento del tecnico ravennate

Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano. Una frase utilizzata fino alla nausea in tante situazioni, ma che descrive perfettamente il rapporto tra Davide Ballardini e il Genoa. Un legame ricco di alti e bassi, in cui i due innamorati talvolta si lasciano promettendo a loro stessi di non incontrarsi più per poi prendere atto che non possono fare a meno l’uno dell’altro.

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Così è accaduto anche all’inizio di questa stagione, con il Genoa che sceglie Rolando Maran come sostituto di Davide Nicola e si pone l’obiettivo di salvarsi con meno sofferenza rispetto agli ultimi due anni. La vittoria per 4-1 all’esordio contro il Crotone è illusoria, perché poi il grifone cade in un vortice di risultati negativi dettati da prestazioni deludente e problemi di Covid. Dopo la sconfitta contro il Benevento, il patron rossoblù richiama il suo “vecchio amore”, sperando nell’ennesima salvezza.

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Ballardini

Fonte: @GenoaCFC (Twitter)

Ballardini al Genoa: ennesimo ritorno

La storia d’amore tra Ballardini e il Genoa giunge così al quarto capitolo. La scintilla tra il tecnico e il club scocca l’8 novembre 2010, quando Preziosi decide di ingaggiare il mister ravennate dopo l’esonero di Gian Piero Gasperini. Ballardini coglie al volo questa opportunità, dopo la tribolata stagione precedente vissuta sulla panchina della Lazio. Il suo primo atto rossoblù è da considerare positivo, con il decimo posto a quota 51 punti e soprattutto la vittoria dei due derby contro la Sampdoria (a fine anno retrocessa in B).

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Un risultato che non basta a Ballardini per guadagnarsi la conferma a Genova, ma il suo è semplicemente un arrivederci. Nel gennaio del 2013, viene infatti richiamato da Preziosi per guidare il Genoa verso una salvezza che appare decisamente complicata. Pur tra mille sofferenze il grifone, guidato dal suo comandante ravennate, riesce a mantenere la categoria. Anche in questo caso non viene confermato sulla panchina genoana, ma la sua storia d’amore con il club più antico d’Italia ha ancora dei capitoli che devono essere scritti.

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Nel novembre del 2017 avviene una situazione analoga a quella di 3 anni prima, con il Genoa in crisi e Preziosi che richiama d’urgenza Ballardini. Ancora una volta arriverà la salvezza che, finalmente, viene premiata con la conferma in rossoblù. Alla permanenza in A, Ballardini aggiunge un ottimo inizio della stagione successiva (con 12 punti in 7 gare). Dopo la sconfitta casalinga contro il Parma, però, Preziosi decide di esonerare il tecnico. Ci sono in seguito dei nuovi corteggiamenti a Ballardini che, nel dicembre di quest’anno, cede per l’ennesima volta alle lusinghe rossoblù.

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Modulo e scelte tecniche: ritorno all’antico

Considerando le caratteristiche della rosa del Genoa e i moduli solitamente utilizzati da Ballardini, la formazione rossoblù dovrebbe scendere in campo con il 3-5-2. Si tratta del sistema di gioco con cui ha conquistato la salvezza nella scorsa stagione, nonché il modulo prediletto dal tecnico negli ultimi anni di carriera (dopo un inizio molto basato sul 4-4-2 di stampo sacchiano).

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Davanti a Perin, non mancano le soluzioni per giostrare nella linea difensiva a tre. Oltre a Bani e Masiello, centrali con Maran nella difesa a 4, tra i candidati più probabili ci sono anche Criscito e Goldaniga. Sugli esterni abbondano le alternative, con Zappacosta e Ghiglione a contendersi la fascia destra mentre Pellegrini e Czysborra in competizione per la corsia di sinistra. In mediana la regia dovrebbe essere affidata a Badelj, con Radovanovic come alternativa e la coppia Sturaro-Lerarger nel ruolo di interni. Occhio anche a Rovella, talento del vivaio che ha fatto intravedere qualità interessanti.

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Capitolo trequartisti: un altro ruolo in cui di centro non mancano le alternative. Pjaca e Zajc sono certamente due elementi di qualità nella rosa rossoblù, che però non coincidono alla perfezione con il 3-5-2 di Ballardini. Starà al tecnico trovare loro una collocazione, che può essere in appoggio ad una prima punta oppure a centrocampo. In avanti il ruolo di finalizzatore dovrebbe essere affidato a Scamacca, schierato in coppia con uno tra Shomurodov e Pandev e con Destro come prima alternativa.

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Al di là degli uomini mandati in campo, sarà interessante capire anche la filosofia di gioco del tecnico. Il suo Cagliari edizione 2007/08 (autore di una salvezza miracolosa) era in mix di bellezza e intensità, mentre altre sue creature avevano nella solidità difensiva la loro arma migliore. La sensazione è che innanzitutto Ballardini cerchi di invertire il trend dei risultati, per poi migliorare gradualmente anche la qualità del gioco.

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