Daniel Bachmann è stato uno dei portieri emergenti di Euro 2020: scelto dall’Austria tramite algoritmo, giocherà la Premier League col Watford
Durante l’ultimo anno e mezzo lo staff della nazionale austriaca ha seguito un totale di dieci portieri, avviando un vero e proprio cast in vista di Euro 2020. Si è cominciato a fine 2019, con l’addio al calcio di Robert Almer, ex numero uno di grande esperienza in patria che ha assunto il ruolo di preparatore dei portieri dell’Austria.
Utilizzando un sofisticato algoritmo, Almer e i suoi collaboratori hanno cercato di individuare il perfetto titolare per la nazionale in vista della manifestazione itinerante, affiancandogli due colleghi esperti in grado di supplire ad eventuali mancanze. Con Pavao Pervan e Alexander Schlager arruolati come vice, il ruolo di protagonista principale è stato cucito attorno a Daniel Bachmann.
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La gavetta di Bachmann
Gli sono bastate alcune amichevoli recenti per convincere Franco Foda a dargli fiducia: “Il rinvio del torneo mi ha permesso di essere qui – ha commentato Bachmann prima della partita contro l’Italia – sennò non sarei stato qui”. E invece c’è, eccome: nonostante la sconfitta contro gli Azzurri, il numero uno fresco di promozione in Premier League contro il Watford si è fatto comunque notare.
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In particolare, per alcune uscite sicure e una parata di istinto su Barella, con il piede di richiamo. Il suo nome era poco conosciuto fino a Euro 2020, perché non solo ha giocato sempre e solo nelle categorie inglesi, ma anche perché – essendo emigrato a 17 anni oltre Manica – non ha concluso il suo percorso all’interno dell’ecosistema austriaco.
Infatti, nel 2012 lo Stoke City lo prende a parametro zero dall’Austria Vienna e, dopo un biennio tra under 18 e 19, lo manda in prestito in giro per il Regno Unito. Prima al Wrexham, poi in Scozia al Ross County, infine al Bury, fino a quando il Watford lo preleva a fine contratto, firmandolo per 7 anni senza mai impiegarlo fino alla stagione scorsa.
La svolta a Kilmarnock
Nel 2018 torna in Scozia, dove si era trovato molto bene, per giocare in prestito al Kilmarnock. Lì trova titolarità e fiducia: “Ho capito che sarei potuto uscire dal tunnel” racconta in una vecchia intervista, ma quando torna al Watford per lui non c’è spazio. Vuole andare via, ma alla fine l’agente lo convince a rimanere.
Fino a gennaio non succede nulla, poi arriva la svolta: la sconfitta contro lo Swansea costa il posto a Ben Foster, Bachmann viene lanciato la settimana successiva contro l’Huddersfield e da quel momento non esce più. Con l’austriaco tra i pali, le Hornets completano la rimonta promozione vincendo 16 partite su 23 e lui chiude con 11 clean sheet.
Segreti e pressione
Bachmann ha rivelato alcuni dei trucchi che usa per giocare in maniera così efficace. Per esempio, è solito fare un taglio su ogni dito dei guantoni perché “così si riesce a bloccare meglio il pallone” e indossa scarpe di almeno un numero più strette “perché privilegiano la sensibilità nei piedi”.
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Sulla pressione in campo, Bachmann non ha dubbi: “È sempre meglio avercela, a me personalmente piace la tensione e giocare a Wembley mi stimola parecchio” ha detto prima dell’ottavo di finale contro l’Italia. Che è finito male per tutti ma non per lui, che a Euro 2020 ha messo definitivamente il proprio nome sulla mappa del calcio mondiale.
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