Il 27 ottobre ricorre l’anniversario di una sfida storica, ovvero quella in cui la Fiorentina di Trapattoni ha la meglio sull’Arsenal di Wenger
Ci sono partite che non portano trofei, ma che rimangono comunque nell’immaginario di tifosi e addetti ai lavori. Una di queste è senza dubbio Arsenal-Fiorentina, datata 27 ottobre 1999. Undici leoni in maglia viola, guidati dal loro re con il numero 9 sulle spalle, violano uno dei campi piĂ¹ importanti d’Europa regalando ai propri tifosi momenti di vera e propria estasi.
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Fiorentina 1999/00, gioie soprattutto in Europa
Andiamo a ricordare nel dettaglio i protagonisti di quell’impresa. Era la Fiorentina di Giovanni Trapattoni che, nell’anno precedente, aveva conquistato il 3^posto in campionato dopo aver lottato per lo scudetto per buona parte della stagione. I viola avevano nel portierone Francesco Toldo, nell’elegante regista Manuel Rui Costa e nel cannoniere Gabriel Batistuta i loro punti di forza, oltre ad un collettivo ben funzionante che si metteva a servizio di questi tre fuoriclasse.
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Per affrontare al meglio la Champions League, in estate erano stati presi giocatori di qualitĂ ed esperienza come Angelo Di Livio, Pedrag Mijatovic ed Enrico Chiesa. La squadra inizia con buon piglio la campagna europea, mentre i campionato non riesce ad avere la medesima continuitĂ . Dopo la dura sconfitta con il Piacenza – datata 24 ottobre – Trapattoni rassegna le proprie dimissioni. Il Trap poi torna sui suoi passi, ma il clima non è dei migliori in vista della successiva sfida di Champions League contro l’Arsenal.
L’avversario: l’Arsenal degli invincibili
Per cercare di ripartire dopo un passo falso in campionato, l’Arsenal non era certamente l’avversario piĂ¹ comodo per i viola. I Gunners erano una delle squadre alfa del calcio europeo, avendo cominciato tre anni prima un ciclo virtuoso sotto la guida di Arsène Wenger. Era l’Arsenal di Thierry Henry, Dennis Bergkamp, Patrick Vieira, Robert Pires: campioni fantastici, capaci qualche anno dopo di vincere la Premier League senza sconfitte. Una formazione invincibile, che puĂ² essere sconfitta solo con una prova in cui ogni avversario spende sul campo ogni singola goccia di energia.
L’impresa di Wembley: gol di Batistuta, miracolo di Toldo
Si arriva dunque al 27 ottobre 1999, con le due squadre che hanno sentimenti diametralmente opposti: i viola sono in crisi in campionato, mentre i Gunners stanno lottando per il vertice in Inghilterra. Fin dai primi minuti si capisce quale sarĂ il copione del match, con l’Arsenal ad assediare l’area avversaria e la Fiorentina in trincea e pronta a colpire in contropiede (come da prassi quando in panchina c’è Trapattoni).
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Nel primo tempo i Gunners sfiorano il gol in piĂ¹ occasioni, mentre il fatturato offensivo viola si limita ad un mancato colpo di testa di Chiesa da buona posizione su cross di Di Livio. I gigliati perĂ² non mollano, mettendo in campo una grinta commovente e reggendo l’urto contro i quotati avversari inglesi. Ad un quarto d’ora dalla fine, dopo una ripresa di eguale sofferenza, va in scena l’azione destinata a cambiare il corso della gara. Heinrich prende palla poco dopo la metĂ campo, arriva fino al limite dell’area e serve Batistuta; il Re Leone arriva a ridosso della linea di fondo e, pressato da Winterburn, piazza da posizione defilata sulla destra un diagonale alle spalle di Seaman.
A Wembley si sentono solo i tifosi viola, i delirio mistico per la prodezza del loro giocatore piĂ¹ rappresentativo. Trovato il gol, ricominciano i disperati assalti da parte dei Gunners. La palla piĂ¹ importante arriva sui piedi di Kanu, che da buona posizione calcia verso la porta. Tra il nigeriano e il gol del pareggio si staglia la figura di Toldo che, con uno dei miracoli piĂ¹ clamorosi della sua carriera, tiene a galla la Fiorentina. L’ultima sliding door di una partita epica, in cui una Fiorentina umile e determinata si regala un successo ancora presente nella mente e nei cuori dei tifosi gigliati.